Esploriamo le tendenze delle criptovalute nel prossimo futuro, osservando principalmente quello che il Web3 sta portando in tavola.
In questo momento le criptovalute non stanno passando il loro momento migliore. Beh, la guerra, il covid, l’inflazione, la possibile recessione, i blocchi delle supply chain e chissà cosa altro: le condizioni macro sono oggettivamente difficili. Tuttavia il settore ha sempre dimostrato di sapersi riprendere da ogni battuta d’arresto e da ogni mercato ribassista in passato. Non c’è motivo di pensare che la prossima volta sarà diverso. Sappiamo bene che tutto può cambiare in poco tempo.
Questo articolo tratterà le tendenze specifiche del settore che potrebbero emergere definitivamente nel prossimo mercato rialzista. Vedremo:
Nota: l’articolo non distingue tra criptovalute (i casi d’uso finanziari della blockchain) e Web3 (casi d’uso non strettamente finanziari come gaming o i social media decentralizzati). Questi due aspetti si stanno fondendo, quindi i termini saranno usati in modo intercambiabile.
Indice dei contenuti
La più grande innovazione delle criptovalute – oltre ai pagamenti P2P decentralizzati, è la tokenizzazione delle risorse digitali e del mondo reale. I token fungibili ti consentono di scambiare qualsiasi asset senza particolari attriti. I token non fungibili – più comunemente noti come NFT – possono rappresentare una scarsità reale o digitale sulla blockchain.
Le startup tecnologiche tradizionali di solito costruiscono seguendo questo percorso:
Ricerche di mercato → Design del prodotto → Acquisizione utenti → Monetizzazione
Ma le società di criptovalute – che hanno i token come principale meccanismo di monetizzazione – cambiano le carte in tavola:
Acquisizione utenti → Monetizzazione → Ricerche di mercato → Design del prodotto
Basti pensare agli innumerevoli giochi play-to-earn che offrono solo una versione alfa a malapena funzionante (nella migliore delle ipotesi), ma vendono già “asset digitali” (NFT) e hanno un token nativo.
Molti white paper sul metaverso contengono le parole d’ordine classiche di qualsiasi progetto (scam) su blockchain. Più parole d’ordine ci sono, meglio è! “Sarai in grado di fare cose così incredibili nel nostro terreno virtuale super-scarso ed esclusivo! Ma prima acquista il token per favore…”.
Altrettanto pessimi sono i giochi su blockchain che dimenticano che un gioco dovrebbe semplicemente essere divertente. Fare clic su un pulsante ogni giorno per un minuto non è un gameplay divertente, e neanche economicamente sostenibile, tra l’altro. Ricordiamo molti protocolli di Yield Farming che hanno attirato gli utenti con APY folli e token di governance praticamente inutili, in cambio della loro sudata liquidità.
Sappiamo tutti che la maggior parte delle criptovalute (sono oltre 20.000) è una truffa, e quindi consigliamo a tutti di non scendere troppo nella ricerca.
Il crollo di Terra avrebbe dovuto convincere anche i più ottimisti intenditori di Schemi Ponzi: nessun asset è troppo grande per fallire se la tokenomics è insostenibile. È solo una questione di tempo. Esiste una semplice regola pratica da seguire in questo caso:
Cosa resta in questo progetto se togli il token?
Poiché molte società di criptovalute lanciano i propri progetti a partire da una prospettiva token-first, ricevono pochi feedback dal mercato e gli utenti rimangono con una scarsa User Experience e talvolta un portafoglio vuoto.
Un Twitter decentralizzato sarebbe bello e utile. Ma troppo spesso, in particolare nello spazio GameFi, il decentramento è l’intero valore dichiarato. Un gioco come Grand Theft Auto V – che ha incassato oltre 6 miliardi di dollari – avrebbe bisogno di essere decentralizzato?
Il decentramento e la tokenizzazione possono aggiungere valore, ma non dovrebbero essere il valore centrale di un progetto. Scusate il gioco di parole.
Ma la tokenizzazione offre anche molte opportunità.
La tokenizzazione di solito permette di premiare un buon comportamento. Guarda i token move-to-earn, che sono stati l’argomento più discusso qualche tempo fa. L’idea, in linea di principio, è lodevole: le persone non fanno abbastanza esercizio, quindi ricompensiamole per l’allenamento.
In termini economici, i progetti move-to-earn consentono agli utenti di catturare il valore dell’esercizio premiandoli con token. Se più DApp premiassero questo tipo di attività (come il fitness), le criptovalute svilupperebbero continuamente nuovi casi d’uso. E siamo onesti: allenarsi è molto più facile quando vieni pagato per farlo.
Le società di criptovalute spesso vengono giustamente criticate perché riservano gran parte dei token al team o ai grandi investitori iniziali. Ma molte hanno ancora una quota di proprietà molto più equa rispetto alle classiche startup. Gli investitori più skillati – che sono pronti a setacciare il fango per trovare le gemme con casi d’uso reali e roadmap solide– ottengono comunque un accordo migliore rispetto alle startup. Soprattutto considerando che possono influenzare direttamente lo sviluppo di un protocollo essendone coinvolti.
Le società tokenizzate spesso sono il modello di governance più democratico. Le DAO a volte sono talmente democratiche da essere bloccate dalle troppe persone che hanno voce in capitolo. Solo nelle criptovalute puoi trovare in anticipo un progetto promettente, contribuire al suo sviluppo ed essere ricompensato direttamente se ha successo.
Anche se sei bullish sulle criptovalute – come innovazione finanziaria e tecnologica – non trascurare mai il fatto che non tutti condividono questa prospettiva ottimistica.
Gli oppositori del Web3 citano problemi computazionali e logistici come ragioni per cui la tecnologia basata sulle criptovalute non è così valida come pensiamo. Non hanno nemmeno tutti i torti.
La verità è che le criptovalute sono un’innovazione tecnologica e finanziaria, almeno sulla carta. Per quanto problematiche possano essere, l’innovazione può maturare e migliorare, se solo sapessimo su cosa concentrarci. Le criptovalute sono soldi fatti meglio? Oppure le blockchain sono la spina dorsale di un Internet più paritario?
A causa di questa ambiguità, si sono sviluppati diversi casi d’uso divergenti. Sebbene critici come Stephen Diehl le giudicheranno come truffe, la domanda economica è lì, nel bene e nel male.
L’unico vero caso d’uso degli NFT – ora che ha visto un’adozione diffusa – sono i JPEG artificialmente scarsi. Puoi chiamarli truffa o Ponzi quanto ti pare, ma la gente continua a scambiarli. La speculazione può essere di per sé un caso d’uso.
I DEX sono un altro caso d’uso correlato alla speculazione. Consentono il trading di attività finanziarie senza autorizzazione, ma solo gli appassionati di criptovalute più irriducibili possono sostenere che queste creano un reale valore economico. In teoria, gli exchange decentralizzati consentono a coloro che sono esclusi dai mercati finanziari tradizionali di acquisire azioni. Ma in pratica, consentono solo speculazioni sulla criptoeconomia circolare.
La DeFi si sovrappone in gran parte ai DEX, poiché fornisce solo più infrastrutture che facilitano la speculazione, come i prestiti over-collateralizzati. Alcuni protocolli DeFi cercano di connettere l’economia crittografica con l’economia del mondo reale. Ad esempio, Goldfinch fornisce prestiti crittografici ai mercati emergenti. Teller Finance supporta USDC per i mutui garantiti da criptovalute in Texas. La DeFi sta almeno tentando di creare valore nel mondo reale, anche se ad oggi si tratta ancora di una scommessa.
Le stablecoin sono probabilmente il caso d’uso più grande e tangibile nel Web3. Riducono l’attrito durante i pagamenti con criptovaluta, e potrebbero sconvolgere l’infrastruttura bancaria esistente. Alcuni sostengono che le stablecoin centralizzate come USDC non siano delle vere criptovalute. Ma questo potrebbe essere il motivo per cui istituzioni finanziarie affermate – come BlackRock – le sostengono.
Aziende come Braintrust sfruttano con successo la tecnologia blockchain per creare versioni più efficienti delle piattaforme di assunzione esistenti come Upwork. D’altra parte, l’archiviazione decentralizzata dei file non è decollata come si sperava, sebbene rimanga un caso d’uso marginale ma potenzialmente devastante della tecnologia blockchain.
Facciamo un salto nel 2025. Il mondo è un posto migliore: l’inflazione si è attenuata, le catene di approvvigionamento sono tornate alla normalità e le tensioni geopolitiche si sono allentate. L’economia sta crescendo – nella speranza che la tecnologia salverà la situazione – e le blockchain hanno fatto grandi passi avanti verso il ridimensionamento. Quali casi d’uso potrebbero scalare il potere della blockchain?
ReFi è l’ultima tendenza, ed è l’abbreviazione di Regenerative Finance. In breve, racchiude l’idea delle criptovalute utilizzate “per una buona causa”, come dare un prezzo alle emissioni di carbonio. L’industria delle criptovalute si è già dilettata a dare un prezzo alle attività negative e a premiare quelle positive (ricordate il move-to-earn di prima?).
Al giorno d’oggi, questi mercati sono difficili da far crescere o non esistono affatto, ad esempio un diet-to-earn. Immagina una versione 100 volte più grande ed efficiente di Klima DAO (il protocollo per l’acquisto di certificati di emissioni di carbonio).
La parola “metaverso” finora è stata usata da migliaia di progetti scam come specchietto per le allodole, senza alcun caso d’uso pratico.
I dati però dicono che il tempo trascorso online sta aumentando. Più attenzione dedichiamo alle attività online, più soldi gireranno qui. I giganti della tecnologia continuano a spingere l’innovazione VR/AR, che è semplicemente un modo per rendere più divertente il tempo trascorso online.
È qui che entra in gioco il metaverso. Il metaverso può essere pensato come la prossima iterazione delle community online, che è passata dai forum ai social media e ora sembra andare verso il metaverso. I gruppi Telegram privati e i server Discord, potrebbero essere aggiornati per diventare delle community token-gate con mondi virtuali coinvolgenti. Si potrebbe obiettare che questi mondi sarebbero costruiti meglio su piattaforme centralizzate: questo è un problema che il metaverso dovrà affrontare.
Anche se l’acquisizione di Twitter da parte di Musk è fallita – e con essa una possibile blockchainizzazione – della piattaforma, i social media sono maturi per l’innovazione. L’evoluzione potrebbe iniziare nella fascia bassa del mercato, prendendo di mira coloro già desiderosi di abbandonare la nave dai social media centralizzati (come Twitter).
I social media monetizzano i dati degli utenti, ma quasi tutte le entrate vanno ai proprietari delle piattaforme (ovvero le aziende tech). Le blockchain possono interrompere questo modello di proprietà e, con esso, cambiare il modo in cui interagiamo online.
Il mercato del gaming è enorme e – in linea di principio – la decentralizzazione ha un’utilità concreta. I giochi di oggi hanno alcuni aspetti per quanto riguarda la proprietà esclusiva e monetizzabile, sebbene il profitto vero e proprio rimanga dentro il giardino recintato del gioco stesso. Le blockchain potrebbero aiutare a mettere le economie di gioco (anche se probabilmente non i giochi stessi) sui binari dei pagamenti in cripto. Pensa a FIFA Ultimate Team, ma possedendo al 100% la tua squadra.
Ma le community di gioco sono state finora in gran parte ostili alle criptovalute: resta da vedere quanto questo atteggiamento cambierà in futuro.
La DeSci è ancora una parte trascurata del Web3, ma potrebbe migliorare le strutture esistenti in diversi modi:
Le blockchain faciliterebbero il coordinamento e la cooperazione sotto forma di DAO.
Puoi scoprire di più sulla scienza decentralizzata in questo video:
La tecnologia ZK-proof esiste già, quindi non è una questione di quando le useremo, ma in che misura le useremo. Le proof ZK consentono la condivisione dei dati senza compromettere la privacy, e la loro applicazione su larga scala rappresenterebbe un grande passo avanti verso il miglioramento della DeFi. Ad esempio, i punteggi di credito on-chain e l’integrazione dei dati off-chain trarranno vantaggio dalla privacy e dalla portata delle ZK proof.
Questa è un’idea resa popolare da Vitalik Buterin in un post sul blog. In sostanza, i token soulbound permetterebbero l’identificazione delle persone on-chain e sarebbero token non trasferibili che confermano l’identità del loro proprietario. I loro casi d’uso sono ancora indefiniti, ma una possibile applicazione sarebbero dei meccanismi di governance on-chain migliori rispetto ai modelli piuttosto di oggi. I token Soulbound conferirebbero il vero potere di voto ad una persona, invece di centralizzare il potere come nei meccanismi di proof-of-stake.
Un altro esempio potrebbero essere le communities token-gated come il metaverso menzionato sopra. I token Soulbound potrebbero anche essere utilizzati come registro della tua cartella clinica/finanziaria/legale o anche semplicemente per beneficiare di programmi fedeltà. Sono essenzialmente il tuo identificatore virtuale univoco e i casi d’uso potrebbero essere utopici o distopici.
Sebbene i critici abbiano ragione sul fatto che l’economia crittografica di oggi sia in gran parte circolare e basata sulla speculazione, non necessariamente sarà così nel 2025. In effetti, nessuno dei casi d’uso descritti è correlato alla speculazione, il che è già una cosa buona. Se la criptovaluta e il Web3 si evolveranno per il meglio, la prossima bull run sarà guidata da qualcosa di più grande del semplice gioco d’azzardo su sh*tcoin.
Parcl (PARCL), una innovativa piattaforma decentralizzata che offre indici immobiliari basati localmente per la negoziazione…
Con l'integrazione con Avalanche (AVAX) per facilitare l'accesso al Web3 da parte degli utenti ancora…
Nolus è un protocollo per il prestito decentralizzato nel settore finanziario che ha anche funzionalità…
Indipendentemente dai diversi fattori macroeconomici, il prezzo delle AI coin, le criptovalute e token legati…
Merlin Starter (MSTAR) è una piattaforma di lancio di Initial Dex Offer (IDO) e un…
Raj Gokal, cofondatore di Solana, ha abilmente citato il famoso fondatore di di Ethereum (ETH)…