Per andare in pensione si può contare sui contributi figurativi erogati quando si percepisce la NASPI?
Il lavoratore che perde involontariamente l’occupazione ha diritto alla NASPI, l’indennità di disoccupazione versata al massimo per 24 mesi. Durante il periodo di percezione del trattamento verranno corrisposti i contributi figurati. La bella notizia è che questi contributi sono utili per il diritto alla pensione e il calcolo dell’assegno.

Nel sistema previdenziale italiano i contributi rivestono un ruolo fondamentale sia per maturare il diritto alla pensione che nel conteggio dell’assegno erogato mensilmente. Più contributi si versano maggiore sarà il numero di scivoli tra cui scegliere la strada per il pensionamento e maggiore sarà l’importo della pensione. Avere una lunga carriera lavorativa senza interruzioni è il modo migliore per vivere una serena vecchiaia ma non sempre è possibile.
Tante persone hanno difficoltà a trovare un lavoro o potrebbero essere licenziate. In questo secondo caso verrà erogata la NASPI per massimo 24 mesi che prevede il versamento di contributi figurativi. Parliamo di contributi non versati dal datore di lavoro ma comunque riconosciuti dall’INPS. Il dubbio è se saranno utili al momento del pensionamento.
Contributi figurativi e pensione anticipata
I contributi figurativi sono accreditati dall’INPS nel momento in cui c’è un’interruzione o una riduzione dell’attività lavorativa e, quindi, il datore di lavoro non versa i contributi obbligatori. La NASPI, come detto, prevede l’erogazione di questa tipologia di contribuzione e fortunatamente per il lavoratore momentaneamente senza occupazione valgono ai fini pensionistici.

Nello specifico, i contributi figurativi valgono per accedere alla pensione – anche quella anticipata raggiungibile con 42 anni e dieci mesi di contributi o un anno in meno per le donne – e per quantificarne l’importo. Per ottenere il trattamento, infatti, si tiene conto di tutti i contributi accumulati, anche quelli figurativi.
La sentenza della Corte di Cassazione del 17 settembre 2024 numero 24916, inoltre, ha eliminato per la pensione anticipata ordinaria l’obbligo dei 35 anni di contributi effettivi. Di conseguenza l’unica condizione da rispettare per il pensionamento è raggiungere – conteggiando qualsiasi tipo di contributo (effettivo, figurativo e misto) – i 42 anni e 10 mesi oppure 41 anni e 10 mesi.
Ricordiamo l’importanza durante la carriera lavorativa e i periodi di stop forzato di verificare frequentemente il corretto inserimento dei contributi da parte del datore di lavoro o dell’INPS. Basta accedere al portale dell’ente della previdenza sociale con le proprie credenziali e cercare l’estratto conto contributivo, documento che sarà fondamentale nel momento del pensionamento per attestare il diritto alla pensione e calcolarne l’importo.