Web 3.0: tutto quello che devi sapere per non restare indietro nel 2024

La terza generazione del World Wide Web (WWW) è generalmente indicata come Web 3.0 o Web3. Il concetto è in fase di sviluppo e rappresenta la visione di un Web decentralizzato e aperto che fornisce ai suoi utenti maggiori utilità e li rende realmente padroni dei propri dati.

L’attuale generazione, nota come Web 2.0, è il successore della generazione Web 1.0 che esisteva negli anni ’90 e nei primi anni 2000. La versione di Internet (termine che a volte viene usato in modo intercambiabile con il web) che ognuno di noi conosce intimamente è conosciuta come Web 2.0.

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Il termine “web” si riferisce al World Wide Web, che è il principale meccanismo di reperimento delle informazioni utilizzato da Internet. Le iniziali del World Wide Web precedevano un URL e continuano a farlo spesso anche oggi. Sono stati tra i primi caratteri inseriti in un browser web durante la ricerca di una particolare risorsa su Internet. Tim Berners-Lee, pioniere nel campo di Internet, è riconosciuto come la persona che per prima ha usato il termine “World Wide Web” per descrivere la rete mondiale di informazioni e risorse collegate tra loro da link ipertestuali.

Negli anni ’90 e nei primi anni 2000, la prima versione del World Wide Web, nota come Web 1.0, ha subito una serie di versioni successive e più avanzate.
La versione più recente del World Wide Web è nota come Web 2.0, mentre il Web 3.0 è la prossima fase del web, che sarà più aperta, decentralizzata ed efficace della precedente.

La crescita del Web

L’aumento esponenziale del Web 2.0 può essere attribuito all’introduzione di diverse innovazioni, tra cui gli smartphone, l’accesso mobile a Internet e i social network.
I settori che non erano in grado di implementare con successo un modello di business basato sul web sono stati scossi dal Web 2.0.

Il Web 3.0 è caratterizzato da una serie di caratteristiche, tra cui la decentralizzazione, l’assenza di fiducia e di permessi, l’intelligenza artificiale (AI) e l’apprendimento automatico, la connessione e l’ubiquità e così via. Berners-Lee era uno scienziato informatico presso il ricercatore europeo CERN quando nel 1990 lanciò la prima versione di Internet. È stato un pioniere nella creazione iniziale di Internet.

Nell’ottobre del 1990 aveva costruito le tre tecnologie chiave che sarebbero poi diventate il cuore del web. Queste tecnologie includevano il primo editor/browser di pagine web, chiamato in breve WorldWideWeb.

I protocolli HTML e HTTP

L’HyperText Markup Language, noto anche come HTML, è il linguaggio di markup o di formattazione del Web. Uniform Resource Locator, o URL: Un Uniform Resource Identifier, spesso noto come localizzatore, è un indirizzo unico che riconosce ogni risorsa del World Wide Web.

L’HyperText Transfer Protocol, noto anche come HTTP, è un protocollo che offre la possibilità di recuperare informazioni collegate da tutto il Web.
Quando i browser web come Netscape Navigator furono resi disponibili per la prima volta al pubblico a metà degli anni Novanta, fu inaugurata ufficialmente l’era del Web 1.0. Era l’epoca delle pagine web statiche prelevate dai server; era qualcosa di molto lontano dal materiale curato che oggi è considerato la norma.

All’epoca, la maggior parte delle persone che utilizzavano Internet era estasiata dalla novità di funzionalità come la posta elettronica e la possibilità di ottenere notizie in tempo reale. C’erano poche opportunità per i consumatori di interagire con le app interattive e il processo di produzione dei contenuti era ancora agli inizi. L’uso diffuso delle banche e del commercio online ha portato a un aumento del livello di partecipazione testimoniato.

Cos’è il Web 2.0

Il termine “Web 2.0” descrive un cambiamento di paradigma nel modo in cui le persone utilizzano Internet. L’interattività, la connessione sociale e i contenuti generati dagli utenti del Web 2.0 hanno soppiantato i siti web poco interessanti del Web 1.0 nei primi due decenni del XXI secolo. Il Web 1.0 era caratterizzato da un design impersonale. Il Web 2.0 consente alle informazioni sviluppate dagli utenti di essere visualizzate da milioni di persone in tutto il mondo in quello che sembra un istante. La proliferazione di informazioni di questo tipo potrebbe essere attribuita alla straordinaria portata della piattaforma.

Importanti sviluppi, come l’accesso mobile a Internet e i social network, nonché la quasi-ubiquità di dispositivi mobili sofisticati, come gli iPhone e gli smartphone con sistema operativo Android, sono stati le forze trainanti dell’ascesa esponenziale del Web 2.0.

Airbnb, Facebook, Instagram, TikTok, Twitter (ora X), Uber, WhatsApp e YouTube sono solo alcuni esempi delle applicazioni che, grazie a questi progressi, sono diventate estremamente popolari nel secondo decennio di questo millennio. Queste applicazioni hanno aumentato in modo significativo la quantità di interazioni online e l’utilità che si può ottenere.

Le aziende del web 2.0

Molte delle aziende incentrate sul Web 2.0, come Apple, Amazon, Google, Meta (in precedenza Facebook) e Netflix, sono diventate tra le società di maggior valore al mondo in termini di capitalizzazione di mercato, grazie al notevole aumento dei ricavi registrato da queste piattaforme dominanti. In effetti, esiste un’abbreviazione per queste società: FAANG.

Inoltre, queste applicazioni sono state la forza trainante dell’espansione della gig economy. Hanno permesso a milioni di persone di guadagnare a tempo parziale o a tempo pieno guidando, affittando case, consegnando cibo e generi alimentari o vendendo prodotti e servizi online.

Inoltre, il Web 2.0 ha provocato una grande quantità di sconvolgimenti in diverse aziende e settori, al punto da mettere in pericolo la loro stessa esistenza.O non sono state in grado di modificare il loro modello di business per adattarsi al nuovo paradigma web-centrico o sono state lente a farlo. Alcuni dei settori più colpiti sono il commercio al dettaglio, l’intrattenimento, i media e la pubblicità.

La diffusione globale

Nel 2004 si sono verificati due eventi significativi che hanno stimolato lo sviluppo e l’accettazione del Web 2.0. Si tratta dell’offerta pubblica iniziale (IPO) di Google e della fondazione di Facebook, oggi noto come Meta. Il gruppo FAANG, composto dai più importanti pesi massimi tecnologici degli Stati Uniti, comprende entrambe le aziende.

La versione 3.0 del WebIl Web 3.0 è la prossima fase della crescita del Web e di Internet e ha il potenziale per essere altrettanto dirompente e significativo di un cambiamento di paradigma come lo è stato il Web 2.0.Le idee fondamentali di decentralizzazione, apertura e maggiore utilità per gli utenti sono le basi su cui si fonda il Web 3.0. Negli anni ’90, Berners-Lee ha elaborato una serie di queste idee fondamentali, che sono riassunte nei paragrafi seguenti:

  • Non c’è un nodo di controllo centrale e, di conseguenza, non c’è un singolo punto di fallimento… e non c’è un “kill switch”!
  • Decentralizzazione: “Non è necessaria alcuna autorizzazione da parte di un’autorità centrale per mettere qualcosa sul web.
  • La libertà dalla censura e dalla sorveglianza senza discriminazioni è un’altra implicazione di questo approccio.
  • L’approccio progettuale bottom-up è caratterizzato da quanto segue: “Invece di essere scritto e controllato da un piccolo gruppo di esperti, il codice è stato sviluppato sotto gli occhi di tutti, incoraggiando la massima partecipazione e sperimentazione”.

Cos’è il web semantico

Berners-Lee ha presentato le sue idee sul concetto di quello che ha chiamato Web semantico in un documento scritto nel 2001. In passato, i computer non possedevano un metodo affidabile per elaborare la semantica del linguaggio, il che significa che non erano in grado di determinare il contesto reale in cui una parola o una frase veniva utilizzata. L’ambizione di Berners-Lee per il Web semantico era quella di consentire al software di svolgere attività complesse per gli utenti, offrendo allo stesso tempo una struttura al materiale significativo che si trova sui siti web.

La nozione iniziale di Web semantico, concepita da Berners-Lee nel 2001, è stata notevolmente ampliata dal Web 3.0 rispetto al suo predecessore. Ciò è dovuto in parte al fatto che è estremamente costoso e impegnativo trasformare il linguaggio umano, con tutte le sue complesse sottigliezze e variazioni, in un formato facilmente comprensibile dai computer, e anche al fatto che il Web 2.0 ha già visto uno sviluppo significativo nel corso dei due decenni precedenti. Le caratteristiche che definiscono il Web 3.0. Nonostante non esista ancora una definizione universalmente accettata di Web 3.0, esso presenta alcune caratteristiche che lo definiscono.

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Il web 3.0 un sistema decentralizzato

Per il Web 3.0 questo è un principio fondamentale.Le informazioni conservate in un luogo fisso, spesso su un unico server, vengono recuperate dai computer attraverso l’uso del protocollo di trasferimento ipertestuale (HTTP) sotto forma di indirizzi web univoci nel Web 2.0. Le informazioni conservate nel Web 3.0 possono essere salvate in numerosi luoghi allo stesso tempo, poiché saranno trovate in base al contenuto del sito web. Questo crea un sistema decentralizzato. I vasti insiemi di dati attualmente gestiti da giganti di Internet come Meta e Google verrebbero così smantellati e gli individui avrebbero un maggior grado di controllo sui propri dati.

Grazie all’implementazione del Web 3.0, gli utenti potranno vendere i dati prodotti da un’ampia varietà di risorse informatiche sempre più potenti. Queste risorse includono telefoni cellulari, computer desktop, elettrodomestici, automobili e sensori. In questo modo le persone manterranno il controllo della proprietà dei dati.

Grazie all’implementazione del Web 3.0, gli utenti potranno vendere i dati prodotti da un’ampia varietà di risorse informatiche sempre più potenti. Queste risorse includono telefoni cellulari, computer desktop, elettrodomestici, automobili e sensori.In questo modo le persone manterranno il controllo della proprietà dei dati.

L’importanza dell’open source nello sviluppo del web 3.0

Essendo costruito su software open-source, il Web 3.0 sarà anche trustless (cioè la rete consentirà agli utenti di interagire direttamente tra loro senza passare attraverso un intermediario fidato) e permissionless (cioè chiunque potrà aderire senza la necessità di un’autorizzazione da parte di un’autorità governativa).

La conseguenza finale è che le applicazioni progettate per il Web 3.0 potranno operare su blockchain, reti peer-to-peer (P2P) decentralizzate o su una qualche combinazione delle due. Il termine “dApp” si riferisce a questo tipo di applicazioni decentralizzate.

Tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI) e l’apprendimento automatico (Machine Learning)

Grazie all’implementazione di tecnologie basate sui principi del Web semantico e dell’elaborazione del linguaggio naturale, nel Web 3.0 i computer saranno in grado di comprendere le informazioni in modo paragonabile a quello degli esseri umani.Inoltre, il Web 3.0 si avvarrà dell’apprendimento automatico, un sottocampo dell’intelligenza artificiale (AI) che tenta di replicare il modo in cui le persone acquisiscono le conoscenze, utilizzando dati e algoritmi per migliorarne continuamente l’accuratezza.

Invece di concentrarsi solo sulla pubblicità mirata, che rappresenta la maggior parte degli sforzi attuali, queste competenze permetteranno ai computer di fornire risultati più pertinenti e più rapidi in diversi campi, come la creazione di nuovi materiali e farmaci.

Onnipervasività e connettività

Grazie all’implementazione del Web 3.0, le informazioni e i contenuti diventeranno più interconnessi e pervasivi. Numerose app saranno in grado di accedervi e un numero crescente di gadget utilizzati nella vita quotidiana sarà connesso a Internet. L’Internet degli oggetti è una buona illustrazione di questo fenomeno.

Quali sono opportunità e pericoli del Web 3.0

Andando ben oltre le applicazioni di social networking, streaming e shopping online che costituiscono la maggior parte delle applicazioni Web 2.0 utilizzate dai consumatori, il Web 3.0 ha il potenziale per fornire agli utenti un’utilità molto più ampia di quella attuale. Il Web semantico, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico sono alcune delle capacità che sono alla base del Web 3.0. Queste capacità hanno il potenziale di migliorare in modo significativo le applicazioni del Web 2.0.Queste capacità hanno il potenziale per potenziare in modo significativo le applicazioni in nuovi campi e migliorare in modo significativo il coinvolgimento degli utenti.

Il Web 3.0 fornirà inoltre ai consumatori un livello di controllo molto più elevato sui propri dati personali, grazie all’implementazione di elementi fondamentali come la decentralizzazione e i sistemi permissionless. È possibile che ciò contribuisca a ridurre la pratica dell’estrazione dei dati, ovvero la raccolta di informazioni dagli utenti online senza il loro consenso o compenso, e che contribuisca anche a limitare gli effetti di rete che hanno permesso ai giganti tecnologici di diventare quasi dei monopoli attraverso lo sfruttamento di metodi pubblicitari e di marketing.

I problemi normativi del Web 3.0

I sistemi decentralizzati, invece, sono associati a una serie di gravi problemi legali e normativi. I crimini informatici, i discorsi d’odio e la disinformazione sono attualmente difficili da regolamentare e lo diventeranno ancora di più in un sistema decentralizzato, perché non ci sarà una supervisione centrale a controllare questi problemi. Inoltre, la regolamentazione e l’applicazione della legge sarebbero estremamente impegnative in una rete decentralizzata. Quali leggi di una certa nazione sarebbero applicabili, ad esempio, a un particolare sito web il cui materiale è ospitato in diversi Paesi del mondo?

Il Web semantico ha lo stesso significato del Web 3.0?

Quando si parla di Web semantico, immaginato dal pioniere del Web Tim Berners-Lee, il Web 3.0 va ben oltre.Sebbene il Web 3.0 si avvalga di tecnologie basate sui concetti del Web semantico e sull’elaborazione del linguaggio naturale per rendere più intuitiva l’interazione con l’utente, presenta anche altre caratteristiche, come l’uso diffuso dell’intelligenza artificiale (AI) e dell’apprendimento automatico, nonché di sistemi senza fiducia o senza permessi, come la blockchain e le reti peer-to-peer.

Quali delle più recenti tecnologie del settore finanziario saranno rese possibili dal Web 3.0?La tecnologia blockchain, la tecnologia a libro mastro distribuito e la finanza decentralizzata (DeFi) sono tutti esempi di tecnologie che si adattano meglio al Web 3.0 grazie al suo aspetto primario di decentralizzazione.

Conclusioni

Il Web 1.0 sarebbe l’era dei film in bianco e nero, il Web 2.0 sarebbe l’era del colore e del 3D rudimentale, e il Web 3.0 sarebbe l’era delle esperienze immersive nel metaverso. Questa è un’analogia che può essere utilizzata per descrivere l’evoluzione del web.

Così come gli anni 2010 sono stati il decennio in cui il Web 2.0 è emerso come forza preminente nell’ambiente economico e culturale globale, è possibile che il 2020 sia il decennio in cui il Web 3.0 si impone alla ribalta.Il 28 ottobre 2021 Facebook cambierà il suo nome in Meta, il che potrebbe essere un primo segnale che la transizione al Web 3.0 sta procedendo con sempre maggiore slancio.

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