Hai mai sentito parlare della “sindrome di Rebecca”? Se non sai riconoscerla, potrebbe compromettere la tua relazione una volta per tutte.
Quando parliamo di relazione, non si può non pensare anche alla gelosia, l’aspetto più torbido di una storia d’amore, che amore in realtà non è. Alla base della gelosia, infatti, c’è una mancanza di fiducia principalmente in chi la prova. Non avendo abbastanza autostima, la persona gelosa avverte sempre una costante – e quasi sempre del tutto immaginaria – sensazione di pericolo, come se dovesse sempre controllare la stabilità della sua relazione.

In altre parole, chi è geloso non crede in se stesso e crede che il proprio partner lo possa tradire da un momento all’altro con una persona migliore, più in gamba, più preparata e affine. Ora, fermo restando che questo tipo di gelosia è intrinsecamente legata alla paranoia, è vero che a volte si ha quella sorta di sesto senso o se vogliamo intuito che ci fa capire all’instante se qualcosa non va, ma non è detto che sia sempre a causa di terze persone il malessere all’interno delle persone. Ecco perché provare una gelosia morbosa significa soffrire della “Sindrome di Rebecca”. Ma di cosa si tratta esattamente e che impatto ha sulle relazioni?
Come capire se si soffre della sindrome di Rebecca
Termine coniato dal dottor Darian Leader, psicoanalista e membro fondatore del Center for Freudian Analysis and Research di Londra, la sindrome di Rebecca descrive una grave forma di gelosia patologica che una persona sperimenta nei confronti dell’ex fidanzato/a del proprio partner. Il termine prende ispirazione dal romanzo “Rebecca” di Daphne du Maurier, che parla di una donna che sposa un uomo vedovo e viene consumata dai ricordi della sua prima moglie.
Nello specifico, l’individuo è affetto da una gelosia patologica ed è ossessionato dal proprio partner. Questa gelosia è radicata nella gelosia retrospettiva, in cui le persone si preoccupano ossessivamente delle relazioni passate del proprio partner, anche se non c’è alcuna base razionale per la loro gelosia.

È importante ricordare però come la sindrome di Rebecca non sia ufficialmente riconosciuta come disturbo psicologico nelle classificazioni diagnostiche tradizionali; piuttosto, serve come riferimento culturale. Le ossessioni associate a questa condizione, infatti, possono portare a pensieri intrusivi, comportamenti di stalking e altre conseguenze negative ben più gravi e allarmanti.
Quando, infatti, la persona affetta dalla sindrome pensa costantemente alle precedenti relazioni romantiche o sessuali del proprio partner, può controllare i messaggi del proprio partner o cercare di isolarlo dagli altri, nel tentativo di gestire la propria gelosia. Ma non solo. Può anche nutrire pensieri di sospetto o paranoia riguardo al passato del proprio partner, credendo che l’ex rimanga una minaccia per la sua relazione. Ma si può guarire? Sì, ma serve impegno da ambo le parti.
Solo promuovendo una comunicazione aperta e onesta e creando uno spazio sicuro in cui entrambi i partner possano discutere i propri sentimenti e paure si può evitare di compromettere irrimediabilmente la propria relazione. Stabilire confini chiari, poi, può aiutare a garantire la felicità e il benessere di tutti.