BTP decennali oggi: perché il 3,50% lordo si trasforma in appena 3,06% netto

Il rendimento dei BTP a 10 anni è oggi uno degli indicatori più osservati per capire le aspettative del mercato italiano. Ma quanto rimane all’investitore dopo tasse e variazioni di prezzo? I numeri aggiornati mostrano che il guadagno effettivo è più contenuto di quanto sembri.

Il tasso lordo sul mercato per un BTP decennale si attesta attorno al 3,50%. Questo valore rappresenta ciò che l’investitore incassa mantenendo il titolo fino alla scadenza, comprese le cedole fisse. Tuttavia, il rendimento netto, ossia quanto rimane dopo l’imposta sul reddito dei titoli, risulta sensibilmente inferiore.

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BTP decennali oggi: perché il 3,50% lordo si trasforma in appena 3,06% netto – crypto.it

La tassazione al 12,5% e le oscillazioni del prezzo di acquisto, spesso sopra o sotto la pari, modificano il rendimento effettivo. Se il titolo viene comprato a un prezzo più alto di 100 €, parte della cedola serve a compensare la perdita sul capitale a scadenza. Al contrario, un acquisto sotto la pari genera un guadagno in conto capitale che aumenta il rendimento complessivo.

I fattori che incidono sul rendimento netto

Un aspetto centrale è la cedola nominale, che resta fissa ma non rispecchia i movimenti del mercato. Anche la durata residua incide: più è lunga, più il titolo è sensibile alle variazioni dei tassi d’interesse. Se venduto prima della scadenza, il prezzo può subire oscillazioni significative, positive o negative.

Un altro fattore determinante è la tassazione. Su un BTP con rendimento lordo del 3,50%, il netto dopo l’imposta può scendere intorno al 3,06-3,10%, a seconda del prezzo effettivamente pagato. Questo rende evidente come il rendimento percepito sia diverso da quello pubblicizzato.

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I fattori che incidono sul rendimento netto – crypto.it

Va considerata inoltre la inflazione. Un rendimento del 3% netto, in un contesto di inflazione superiore, rischia di essere eroso in termini reali. È per questo che molti osservatori sottolineano come la scelta di un BTP non vada fatta solo guardando al tasso lordo, ma anche tenendo conto della capacità del titolo di preservare il potere d’acquisto.

Esempi concreti e confronto con il mercato

Un esempio attuale è il BTP Tf 3,60% ottobre 2035, quotato leggermente sopra la pari, con un rendimento lordo di circa 3,50% e un rendimento netto vicino al 3,06%. Nonostante la cedola più alta della media, il prezzo di mercato riduce l’effettivo guadagno a disposizione dell’investitore.

Il confronto con altri titoli mostra che un BTP con cedola elevata ma prezzo sopra i 100 € può produrre lo stesso rendimento netto di un titolo con cedola più bassa ma acquistato a sconto. Inoltre, titoli con vita residua più lunga tendono ad avere oscillazioni di prezzo più marcate, ma offrono anche margini di guadagno maggiori se acquistati nei momenti di ribasso.

Gli analisti sottolineano come la scelta tra cedole generose e prezzi scontati dipenda dall’orizzonte temporale, dalla necessità di flussi cedolari periodici e dalla disponibilità a mantenere il titolo fino a scadenza. In sintesi, il vero rendimento di un BTP a 10 anni non si misura solo dal valore nominale della cedola, ma richiede un’analisi completa che includa tassazione, inflazione, volatilità e dati aggiornati di mercato.

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