Nel mondo dei BTP, spesso la scelta tra cedole generose e prezzo scontato determina il vero rendimento. Analizzando i dati più recenti, emerge che il titolo con cedola alta non è sempre il più vantaggioso.
I cedolari elevati attirano subito l’attenzione, ma ciò che conta davvero è il rendimento effettivo, che dipende dal prezzo di acquisto, dalla durata residua e dalle imposte. In Italia, alcuni BTP con cedole modeste ma prezzi fortemente sotto la pari offrono rendimenti effettivi superiori a quelli di titoli con cedole alte ma prezzo sopra la pari.

Per esempio, il BTP 1,65% marzo 2032 è acquistabile attorno a 92,29 €, con rendimento lordo circa 2,98% e netto circa 2,61%. Al contrario, il BTP 7,25% novembre 2026 quota intorno a 105,79 €, riducendo in modo sostanziale il guadagno reale per chi lo porta a scadenza. Questo confronto mette in luce come la cedola sia solo una parte della valutazione: a fare la differenza è il rapporto tra prezzo pagato e rimborso finale.
Cedole generose: vantaggi e limiti
La cedola alta garantisce flussi periodici consistenti, molto apprezzati da chi cerca entrate regolari e prevedibili. Tuttavia, se il titolo viene acquistato sopra la pari, parte del capitale investito si perde al rimborso. È il caso del BTP 7,25% novembre 2026: con un prezzo di circa 105,79 €, la perdita in conto capitale a scadenza riduce notevolmente il rendimento effettivo, nonostante le cedole elevate.

Un altro esempio significativo è il cosiddetto “BTP Valore” con scadenza ottobre 2028. Il suo prezzo attuale si aggira intorno a 105,14 €, con rendimento lordo a scadenza del 2,63% e netto del 2,09%. Si tratta di un titolo che assicura cedole regolari, ma il prezzo sopra la pari limita il rendimento complessivo, perché il guadagno in conto capitale è negativo. In altre parole, chi acquista oggi riceverà cedole generose, ma dovrà considerare che una parte di queste andrà a compensare la minusvalenza finale.
Prezzo scontato: opportunità reali e rischi
Quando un BTP viene acquistato sotto la pari, il rimborso a 100 € a scadenza genera un guadagno aggiuntivo che accresce il rendimento effettivo. È il caso del BTP 1,65% marzo 2032, che con un prezzo di 92,29 € offre un rendimento lordo vicino al 3% e netto al 2,61%. Qui, anche se la cedola è bassa, l’incremento di valore al momento del rimborso compensa abbondantemente.
Tuttavia, bisogna considerare i rischi: i titoli con cedole basse, anche se acquistati a prezzi scontati, possono essere più sensibili ai cambiamenti dei tassi di interesse e allo spread. Le curve dei rendimenti aggiornate confermano che sulle scadenze medie e lunghe i prezzi mostrano forti sconti, ma l’andamento futuro dipende dalle politiche monetarie, dal contesto macroeconomico e dalla stabilità fiscale del Paese.
Gli analisti evidenziano che la scelta tra cedole generose e prezzi scontati dipende anche dagli obiettivi dell’investitore: chi privilegia entrate immediate potrebbe orientarsi su cedole elevate, mentre chi ha un orizzonte di medio-lungo termine spesso trova più conveniente puntare sui titoli sotto la pari. Ciò che resta evidente è che guardare solo alla cedola nominale rischia di fornire un’immagine fuorviante del rendimento effettivo. Sono i dati aggiornati del mercato a stabilire quale BTP offra davvero il miglior equilibrio tra flussi cedolari e guadagno finale.