Il confronto tra un BTP con cedola del 7,25% e i BOT annuali rivela un dato sorprendente: la cedola elevata non equivale a rendimento elevato. Prezzo, durata residua e tassazione cambiano radicalmente il risultato finale.
Nel valutare i titoli di Stato, non basta guardare la cedola promessa. Il rendimento effettivo dipende anche dal prezzo di riferimento, dal rateo e dal rimborso finale. È il caso del BTP 7,25% novembre 2026 (ISIN IT0001086567), che al 15 settembre 2025 quota circa 105,81 €. A fronte di una cedola generosa, il rendimento effettivo lordo è solo 1,99%, mentre il rendimento netto si ferma a 1,12%.

Dall’altra parte si colloca il BOT annuale collocato il 12 agosto 2025, con scadenza agosto 2026 (ISIN IT0005666851). Con un prezzo medio di 98,001 €, ha garantito un rendimento lordo del 2,012% e un rendimento netto pari a 1,604%. Numeri che evidenziano come, paradossalmente, il BOT renda più del BTP, nonostante l’apparente vantaggio della cedola elevata.
BTP 7,25% novembre 2026: i numeri ufficiali
Il BTP 7,25% paga una cedola annua molto consistente, ma il suo prezzo di riferimento al 15 settembre 2025, pari a 105,81 €, comporta una minusvalenza certa di 5,81 € per ogni 100 € di valore nominale.
Secondo i dati ufficiali di Borsa Italiana, il rendimento effettivo a scadenza lordo è 1,99%, mentre quello netto è 1,12%. Il rateo lordo ammonta a 2,73845 e il rateo netto a 2,39614, valori che devono essere considerati da chi acquista il titolo sul mercato secondario. La duration modificata è 1,06, a conferma della bassa sensibilità del titolo ai movimenti dei tassi d’interesse, visto il poco tempo mancante alla scadenza.

In sostanza, chi compra oggi il BTP riceverà una cedola generosa, ma il prezzo sopra la pari riduce drasticamente il rendimento. Il guadagno netto annuo, intorno all’1,12%, è molto più basso rispetto a quello che la sola cedola del 7,25% potrebbe far immaginare.
BOT annuali: rendimento semplice e lineare
Il BOT 12 mesi collocato il 12 agosto 2025, con prezzo medio a 98,001 €, ha garantito un rendimento lordo del 2,012% e un rendimento netto dell’1,604%. A differenza del BTP, non prevede cedole: il guadagno deriva unicamente dalla differenza tra prezzo di acquisto e rimborso a 100 €.
Su un investimento di 10.000 €, il rimborso netto supera i 10.160 €, senza minusvalenze e senza la gestione di ratei. È un meccanismo lineare che rende i BOT strumenti trasparenti e facilmente comprensibili.
Il confronto tra il BTP 7,25% novembre 2026 e i BOT annuali mostra quindi un paradosso evidente: il titolo con la cedola più alta produce in realtà un rendimento più basso, mentre lo strumento senza cedole, grazie al prezzo sotto la pari, garantisce un ritorno più interessante. I dati ufficiali di Borsa Italiana e MEF confermano che, nella fase attuale, i BOT annuali risultano più convenienti in termini di rendimento netto.