Detrazioni perse, 5 verità impressionanti sull’incapienza che penalizza i lavoratori autonomi

Un professionista in contabilità semplificata con reddito da lavoro dipendente e perdita professionale può trovarsi incapiente. Le detrazioni fiscali spettanti, come quelle per spese sanitarie o ristrutturazioni edilizie, rischiano di andare perse. Recuperare la capienza fiscale non è semplice, ma esistono alcune eccezioni mirate. Le regole tributarie attuali stabiliscono limiti chiari e non consentono un riporto automatico delle detrazioni.

Quando il reddito professionale è negativo e viene compensato dai redditi da lavoro dipendente, l’imposta netta può azzerarsi, mettendo il contribuente in una condizione di incapienza fiscale. In questa situazione, le detrazioni che spettano di diritto non trovano spazio di applicazione, perché non c’è imposta da ridurre. Come ha spiegato l’Agenzia delle Entrate, queste detrazioni fiscali si perdono definitivamente se non vengono utilizzate nell’anno.

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Detrazioni perse, 5 verità impressionanti sull’incapienza che penalizza i lavoratori autonomi – crypto.it

La contabilità semplificata consente di imputare le perdite professionali in diminuzione del reddito complessivo, ma solo per lo stesso periodo d’imposta: l’eccedenza non può essere riportata negli anni successivi, come ricordato anche da diversi esperti intervistati dal Corriere della Sera. Lo stesso orientamento viene confermato da guide specialistiche come quelle di Fisco e Tasse, che sottolineano come le perdite dei professionisti non possano mai generare un credito da riportare avanti.

Limitazioni normative e rare eccezioni

In linea generale, quando l’imposta lorda risulta inferiore alle detrazioni spettanti, queste si possono utilizzare soltanto fino al limite dell’imposta dovuta. L’eventuale eccedenza va persa. È una regola rigida, che trova poche eccezioni. Una di queste riguarda il cosiddetto bonus Irpef, l’ex “bonus Renzi”: il trattamento integrativo può essere erogato anche se manca capienza, ma solo per chi si colloca nella fascia di reddito complessivo compresa tra 8 174 € e 15 000 €, come chiarito dal Ministero dell’Economia.

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Limitazioni normative e rare eccezioni – crypto.it

Un altro caso riguarda alcune detrazioni edilizie: secondo i documenti pubblicati dall’Agenzia delle Entrate, è possibile indicare nelle dichiarazioni successive la rata di detrazione fiscale spettante, specificando l’anno di riferimento. Tuttavia, si tratta di eccezioni molto circoscritte e non di una soluzione generalizzata. Lo stesso discorso vale per alcune spese che generano credito d’imposta, che possono essere gestite solo entro regole molto precise.

Perdite professionali e impossibilità di riporto

Le perdite professionali registrate dai lavoratori autonomi in contabilità semplificata possono essere compensate con altri redditi dello stesso anno, ma non possono mai essere riportate nei periodi successivi. Questo principio, ribadito anche da Il Sole 24 Ore nei suoi approfondimenti, rende impossibile spalmare le perdite su più esercizi per creare nuova capienza fiscale in futuro. Il meccanismo del riporto, che in altre situazioni riguarda le imprese in contabilità ordinaria, qui non è applicabile.

Alcune norme consentono infatti alle società di riportare le perdite d’esercizio con limiti percentuali, ad esempio fino all’80% del reddito imponibile, ma non valgono per i professionisti. In sostanza, chi si trova in una situazione di incapienza non dispone di strumenti generali per recuperare le detrazioni fiscali non utilizzate. Solo poche misure specifiche, come il trattamento integrativo o la possibilità di gestire le rate delle spese edilizie, offrono un margine di recupero. La regola rimane comunque quella della perdita definitiva delle detrazioni in eccesso.

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