Rendimenti reali, stabilità e sicurezza: c’è chi ha trovato una soluzione semplice per ottenere oltre il 2% netto annuo senza affidarsi a strumenti complessi. In un panorama dove l’incertezza economica è sempre più palpabile, alcuni strumenti finanziari tornano ad attirare l’attenzione di chi vuole proteggere il proprio capitale.
Non serve inseguire prodotti rischiosi o complicati per ottenere una rendita concreta, basta guardare con attenzione alle opportunità già presenti sul mercato. C’è una categoria di investimenti che, con il giusto approccio temporale, può offrire guadagni interessanti con un profilo di rischio contenuto.
E la chiave potrebbe essere proprio nella scelta del giusto orizzonte: tre o cinque anni possono fare una grande differenza.
Fino a qualche anno fa, i titoli di Stato italiani offrivano rendimenti così bassi da non rappresentare un’alternativa concreta.
Oggi, con la discesa dei tassi , i BTP sono tornati ad essere una risorsa interessante per chi cerca rendimenti netti superiori al 2% annuo, restando in una zona di comfort in termini di rischio.

Non tutti i BTP sono uguali: durata, tasso cedolare e prezzo di acquisto incidono in modo diretto sul rendimento effettivo.
Tra le opzioni più interessanti oggi ci sono due titoli: il BTP 2,65% giugno 2028 e il BTP 2,95% luglio 2030, entrambi adatti a un investitore prudente ma attento alla redditività.
BTP 2028: rendimento netto vicino al 2% con bassa volatilità
Il BTP con scadenza giugno 2028 ha una durata residua di circa tre anni, perfettamente in linea con chi vuole programmare un investimento a breve termine.
La sua duration di 2,62 lo rende poco esposto alle variazioni dei tassi: un fattore importante per mantenere stabile il valore dell’investimento nel tempo.

Il titolo paga cedole semestrali e, acquistato intorno alla pari, può generare un rendimento netto intorno al 2% annuo.
Chi investe, per esempio, 10.000 euro può attendersi un ritorno di circa 200 euro all’anno, al netto della tassazione agevolata al 12,5%.
Questo strumento è adatto a chi ha obiettivi ravvicinati, come l’acquisto di un’auto o la copertura di una spesa prevista nei prossimi anni.
L’unico rischio reale è il reinvestment risk: alla scadenza, potrebbe non essere disponibile un’opportunità analoga in termini di rendimento.
La prevedibilità è il suo punto di forza. Il valore del capitale è protetto se mantenuto fino a scadenza, e le fluttuazioni di mercato hanno un impatto limitato.
BTP 2030: rendimento più alto ma con impegno più lungo
Chi è disposto ad allungare l’orizzonte a cinque anni può valutare il BTP con scadenza luglio 2030, che offre un rendimento netto intorno al 2,42% annuo.
Il premio è maggiore rispetto al titolo 2028, ma lo è anche la duration, pari a 4,39, che rende il titolo più sensibile alle oscillazioni dei tassi.
Investendo 10.000 euro, il ritorno netto annuo sale a circa 240 euro. Su cinque anni, il guadagno complessivo diventa più interessante, a patto di tenere il titolo fino alla scadenza.
Vendere prima potrebbe significare subire perdite sul prezzo, soprattutto in caso di aumento dei tassi da parte della BCE.
Questo titolo si adatta a chi ha una visione più a lungo termine, come chi vuole costruire una rendita passiva o accantonare fondi per un progetto futuro.
È una scelta da valutare con attenzione: bloccare oggi un rendimento sopra il 2% per cinque anni può rappresentare una forma di pianificazione stabile ed efficace. Il compromesso tra durata e redditività è la vera chiave.