Esiste una clausola specifica per i conti correnti cointestati che, in caso di scomparsa di uno degli intestatari, permette al superstite di diventare immediatamente proprietario dell’intera somma depositata. Questo strumento, noto come clausola di accrescimento, offre notevoli vantaggi in termini di tempo e burocrazia, ma spesso non viene proposto attivamente dagli istituti di credito al momento della firma del contratto.
Quando si apre un conto corrente cointestato, specialmente tra coniugi o familiari, raramente ci si sofferma sulle conseguenze in caso di eventi imprevisti come la morte di uno dei titolari. Eppure, una semplice opzione contrattuale potrebbe fare un’enorme differenza per il cointestatario superstite. Si tratta della clausola di accrescimento, un meccanismo legale che, se presente nel contratto, semplifica drasticamente la gestione del patrimonio condiviso.

In sua assenza, la quota del defunto cade nella sua successione, con tutto ciò che ne consegue: blocco del conto, coinvolgimento degli eredi e tempi burocratici spesso lunghi. Verificare se il proprio contratto di conto corrente preveda questa clausola è un passo fondamentale per garantirsi una tutela maggiore, evitando complicazioni legali e finanziarie in un momento già di per sé difficile.
Come funziona e quali vantaggi offre la clausola di accrescimento
La clausola di accrescimento, nota anche come patto di accrescimento o di consolidazione, stabilisce che, in caso di morte di uno dei cointestatari, la sua quota di proprietà sul saldo del conto si trasferisca automaticamente e istantaneamente al cointestatario superstite. Quest’ultimo diventa così l’unico proprietario del 100% delle somme depositate. Il vantaggio principale è di natura pratica e temporale: il superstite può continuare a disporre liberamente del conto senza alcuna interruzione. Come spiegato da fonti legali come La Legge per Tutti, questa clausola esclude di fatto la quota del defunto dall’asse ereditario.

Ciò significa che non sarà necessario attendere i tempi della pratica di successione, né ottenere il consenso degli altri eventuali eredi per poter utilizzare i fondi. È uno strumento che garantisce continuità operativa e sicurezza economica immediata. La clausola è particolarmente utile nei conti a firma congiunta, che altrimenti verrebbero completamente bloccati fino alla definizione dell’eredità, ma offre vantaggi significativi anche per i più comuni conti a firma disgiunta.
Perché verificare il contratto e cosa succede in assenza della clausola
Nonostante i benefici, la clausola di accrescimento non è uno standard in tutti i contratti di conto corrente. Molti istituti bancari non la includono automaticamente né la propongono in modo proattivo al cliente. Per questo motivo, è essenziale che i titolari di un conto cointestato verifichino personalmente il proprio contratto o chiedano esplicitamente alla propria banca di inserirla, se disponibile. In assenza di tale clausola, alla morte di uno degli intestatari, si applica la procedura standard prevista dalla legge.
La banca, una volta ricevuta la comunicazione del decesso, è tenuta a “congelare” la quota di pertinenza del defunto (generalmente il 50% del saldo, salvo diverso accordo). Il cointestatario superstite potrà continuare a operare solo sulla propria parte. La quota bloccata, come confermato dalla prassi bancaria, potrà essere svincolata solo dopo la presentazione della dichiarazione di successione e l’identificazione di tutti gli eredi legittimi, un processo che può richiedere diversi mesi e che complica notevolmente la gestione finanziaria del superstite.