Putiferio in banca: urla, caos e minacce: “Alt, chiamo i carabinieri! Ridatemi i miei soldi, il BTP mi ha fregato tutto”


Una mattina qualsiasi, una filiale bancaria in provincia si trasforma in un palcoscenico di tensione. Gente che alza la voce, volti stravolti dalla rabbia, un uomo che sbatte i pugni sul bancone. «Ridatemi i miei soldi! Mi avete rovinato!», urla con voce rotta. Non è una rapina, non c’è stato un errore informatico. Il protagonista di questa scena è Giovanni, un piccolo risparmiatore che ha appena scoperto di aver perso una parte dei soldi investiti. Tutto ruota attorno a un investimento nei BTP (che dovrebbe essere sicuro!). Ma cosa è successo davvero? C’è stato un inganno, oppure si tratta di una situazione diversa da come sembra? Il titolo dell’articolo svela parte della tensione, ma la storia completa riserva più di una sorpresa.

Giovanni, come tanti, si è fidato del passaparola. Un amico gli aveva parlato di un BTP con una cedola generosa. Nessuna analisi, solo entusiasmo. In banca, ha acquistato quel titolo sul mercato secondario a 115. Oggi, alla scadenza, si ritrova con un rimborso a 100. La differenza è netta: una perdita certa, nonostante le cedole incassate.

Calcol e conteggi di banconote
Putiferio in banca: urla, caos e minacce- “Alt, chiamo i carabinieri! Ridatemi i miei soldi, il BTP mi ha fregato tutto!”-crypto.it

Sconvolto, si presenta allo sportello, grida, pretende spiegazioni. Dopo l’intervento della guardia giurata, il direttore decide di intervenire con calma. Niente truffe. Solo un investimento poco compreso.

Quando i BTP sopra la pari non sono un affare

Chi compra un BTP a un prezzo superiore a 100 spesso si lascia attirare dalla cedola alta. Ma il valore nominale rimborsato alla scadenza resta sempre 100. Se si acquista a 115, come ha fatto Giovanni, si subisce una perdita in conto capitale. Il BTP in questione, con cedola al 6% e scadenza 2031, viene oggi scambiato a 116,58.

persona che si dispera
Quando i BTP sopra la pari non sono un affare-crypto.it

Ma il rendimento reale, netto, è solo del 2,14%. L’apparente vantaggio della cedola si ridimensiona, perché quel 16,58 pagato in più non verrà restituito. Questo errore di valutazione nasce dalla scarsa comprensione di come funziona il mercato secondario dei titoli di Stato. Il prezzo varia in base ai tassi di interesse e ad altri fattori economici. E acquistare senza sapere cosa si sta facendo è rischioso.

Quando il prezzo basso nasconde un’opportunità

Il direttore mostra un altro titolo, sempre con scadenza 2031 ma cedola allo 0,6%, scambiato però a 87,59. Meno interessante all’apparenza, ma molto più conveniente. Alla scadenza, restituisce comunque 100. In questo caso, il rendimento netto effettivo è più alto: 2,84%. Un BTP con cedola bassa può quindi offrire un guadagno maggiore, se acquistato sotto la pari. Giovanni comincia a capire. L’apparenza inganna, e non sempre il titolo che “rende di più” è quello migliore. Inoltre, la minusvalenza generata dall’acquisto sopra 100 può essere usata per compensare eventuali plusvalenze future. Un concetto fiscale utile, ma sconosciuto ai più. La lezione di Giovanni è semplice: prima di investire, serve capire. Altrimenti, il rischio è trasformare un titolo sicuro in una fonte di delusione.

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