Assegno all’ex coniuge, il tenore di vita non è più considerato: la svolta dei giudici

La giurisprudenza italiana ha definitivamente ridimensionato il ruolo del tenore di vita nell’attribuzione dell’assegno divorzile. Una svolta concreta, che sostituisce standard astratti con criteri più equi e basati sui reali squilibri economico-patrimoniali.

Il concetto tradizionale per cui l’assegno divorzile veniva calcolato per garantire all’ex coniuge lo stesso tenore di vita matrimoniale è oggi superato. La nuova prospettiva giuridica, delineata dalle più recenti sentenze della Corte di Cassazione, punta sulla solidarietà post-coniugale e sull’adeguatezza economica effettiva, valutando le reali condizioni delle parti dopo la fine del matrimonio. Viene data importanza al contributo concreto e personale fornito da ciascun coniuge durante gli anni di convivenza, tenendo conto anche di sacrifici lavorativi o familiari.

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Assegno all’ex coniuge, il tenore di vita non è più considerato: la svolta dei giudici – crypto.it

Le Sezioni Unite della Cassazione hanno riaffermato che l’assegno ha natura assistenziale, compensativa e perequativa, e deve essere valutato con criteri ben definiti e documentabili. Tra questi, spiccano la durata del matrimonio, l’età dell’ex coniuge, le possibilità di reinserimento lavorativo e il livello di autosufficienza raggiunto dopo la separazione. Ma in concreto, cosa cambia per chi richiede l’assegno oggi?

Il nuovo criterio della Cassazione: non basta il tenore di vita

La svolta è nata con la sentenza delle Sezioni Unite, n. 18287 dell’11 luglio 2018, confermata anche con pronunce come la n. 9021 del 30 marzo 2023: da allora, il mero riferimento al tenore di vita matrimoniale non è più sufficiente per ottenere l’assegno divorzile.

Fanno invece testo criteri oggettivi e concreti come:
– l’inadeguatezza dei mezzi dell’ex coniuge richiedente e l’impossibilità di procurarseli per ragioni oggettive;
– il contributo personale e familiare fornito durante il matrimonio;
– la comparazione delle condizioni economico-patrimoniali tra gli ex coniugi;
– la durata del matrimonio e l’età del richiedente.

Secondo l’orientamento più recente della Cassazione, il parametro del tenore di vita è solo una premessa da valutare, non il fulcro della decisione; l’assegno deve invece rispecchiare bisogni reali e contemperare contributi e circostanze familiari.

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Il nuovo criterio della Cassazione: non basta il tenore di vita – crypto.it

È importante sottolineare che questa evoluzione normativa nasce anche da una spinta verso la parità economica tra gli ex coniugi, che tenga conto delle trasformazioni avvenute dopo la fine del matrimonio. I giudici hanno evidenziato che un’analisi basata esclusivamente sul passato rischierebbe di cristallizzare situazioni non più attuali, penalizzando chi ha saputo riorganizzarsi o ha affrontato importanti sacrifici.

Cosa significa nella pratica per richiedere (o rifiutare) l’assegno divorzile

In futuro, chi presenta domanda per l’assegno divorzile deve fondare il diritto sullo squilibrio economico-patrimoniale post-matrimoniale, dimostrando il proprio fabbisogno con dati concreti e non solo basandosi sullo standard di vita trascorso.

Il giudice valuta:
– l’effettiva inadeguatezza dei mezzi;
– il sacrificio professionale o familiare apportato (come contributi domestici o interruzione dell’attività lavorativa);
– l’assetto patrimoniale attuale comparato di entrambi gli ex coniugi.

Il parametro del tenore di vita non è cancellato del tutto ma non è più decisivo, bensì contestualizzato all’interno di un quadro più ampio di equità e solidarietà post-coniugale.

In sintesi, chi presenta domanda deve dimostrare con prove documentali l’attuale difficoltà economica, sostenuta da elementi oggettivi. Il cambiamento giurisprudenziale spinge verso un approccio più oggettivo e meno convenzionale, mettendo al centro la reale condizione di bisogno, non un richiamo nostalgico al passato coniugale. Questo si traduce in una maggiore attenzione alla progettualità individuale e alla capacità di costruirsi un nuovo equilibrio, più aderente alla realtà.

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