Bank of America ridisegna la mappa del risparmio gestito, promuovendo a “Buy” Banca Mediolanum e FinecoBank. La tesi del broker premia i modelli di business diversificati e la stabilità dei ricavi, lasciando invece Azimut, specialista del settore, con un giudizio più cauto (“Neutral”).
Il settore del risparmio gestito italiano è sotto la lente degli investitori internazionali, e una revisione delle raccomandazioni da parte di un colosso come Bank of America ha il potere di orientare il mercato. Con una mossa significativa, il broker ha espresso una chiara preferenza per i modelli di business più diversificati, promuovendo a “Buy” sia Banca Mediolanum (con un target price di 18,50 €) sia FinecoBank (target a 21,50 €). Al contrario, Azimut, pur vedendo il suo target confermato a 31,00 €, è rimasta con un rating “Neutral”.

Questa scelta strategica non è casuale, ma riflette una precisa visione sulle dinamiche future del settore: in un contesto di tassi in evoluzione, la capacità di generare ricavi stabili da fonti diverse, come il margine di interesse e il brokerage, è vista come un vantaggio competitivo cruciale. L’analisi del titolo di ciascuna società rivela infatti profili di rischio, redditività e remunerazione per gli azionisti nettamente distinti, che meritano un approfondimento.
La tesi di Bank of America: perché Mediolanum e Fineco convincono di più
La logica di Bank of America è chiara: premiare la resilienza e la diversificazione. Banca Mediolanum e FinecoBank sono state promosse grazie ai loro modelli di business ibridi, che affiancano alla gestione patrimoniale anche l’attività bancaria tradizionale. Questo permette loro di beneficiare di flussi di ricavi più stabili, come il margine di interesse (NII) derivante dalla differenza tra tassi attivi e passivi, che funge da cuscinetto contro la volatilità dei mercati. FinecoBank, in particolare, può contare anche sui robusti e anticiclici ricavi generati dalla sua piattaforma di brokerage, leader in Europa, che prospera con la volatilità. Al contrario, il modello di “asset manager puro” di Azimut è percepito come più ciclico. I suoi ricavi sono maggiormente dipendenti dalle commissioni di gestione e, soprattutto, dalle commissioni di performance, che possono variare notevolmente in base all’andamento dei mercati, creando una minore prevedibilità degli utili.

In sintesi, il broker sta privilegiando la qualità e la visibilità dei profitti, ritenendo che Banca Mediolanum, forte della sua rete capillare, e FinecoBank, leader tecnologico, offrano maggiori garanzie in un contesto economico ancora incerto. La ricerca di BofA evidenzia inoltre come Azimut abbia storicamente utilizzato la liquidità in eccesso per operazioni di M&A, una strategia differente rispetto al puro ritorno di capitale agli azionisti.
Confronto tra i numeri: valutazioni, redditività e dividendi
L’analisi dei dati di borsa conferma i diversi profili strategici. FinecoBank, che ha chiuso le contrattazioni a 19,505 €, scambia con un P/E Ratio (rapporto prezzo/utili) più elevato, intorno a 17x. Si tratta di un premio che il mercato giustifica con una redditività (ROE) stellare, vicina al 40%, e una crescita della raccolta netta costante, alimentata da un’inarrestabile acquisizione di nuovi clienti. Il suo dividendo è solido, ma con un rendimento più contenuto, tipico di un’azienda “growth”. Banca Mediolanum (ultima quotazione a 17,12 €) presenta un profilo più bilanciato: un P/E più contenuto, intorno a 10x, un eccellente ROE superiore al 25% e un dividendo molto generoso, con un rendimento atteso che si avvicina al 6%.
Infine, Azimut (a 30,95 €) si conferma la scelta “value” del gruppo: il suo P/E è il più basso, sotto 9x, e offre un rendimento da dividendo altrettanto elevato, vicino al 6%. Tutti e tre i titoli, come emerge dalle analisi di MarketScreener, hanno un potenziale di rialzo implicito nei target degli analisti, con FinecoBank e Azimut che mostrano i margini più ampi secondo le stime più ottimistiche, sebbene Bank of America mantenga su quest’ultima un giudizio più prudente.