Settembre porta con sé una sorpresa inaspettata per molti pensionati italiani. Un cambiamento tanto atteso che, per alcuni, potrebbe fare la differenza nel bilancio mensile. C’è un motivo preciso per cui il cedolino di questo mese sta generando fermento e aspettative crescenti. Dietro a quello che sembra un semplice aggiornamento si nasconde un dettaglio importante, legato alle dichiarazioni dei redditi e alle mosse dell’INPS.
Le cifre in gioco possono variare sensibilmente, e non tutti riceveranno lo stesso trattamento. Non si tratta di un aumento automatico o per tutti. C’è una logica ben precisa dietro questa novità di settembre, e dipende tutto da una scelta fatta mesi fa. I dettagli sono già noti all’interno di alcuni sistemi, ma solo ora iniziano a emergere i contorni precisi della questione. E chi ha fatto attenzione a tempi e modalità, potrebbe trovarsi con qualche buona notizia in più nel portafoglio.

Negli ultimi giorni si sta diffondendo un interesse crescente intorno al cedolino pensione di settembre. Un’attenzione che non è certo casuale: molti pensionati stanno attendendo con impazienza di capire se ci sarà o meno quell’aumento. Le conversazioni si rincorrono: c’è chi dice che l’importo salirà, chi invece teme un calo dovuto a trattenute. Ma cosa sta succedendo davvero? C’è chi si ritroverà con qualche centinaio di euro in più, e chi invece vedrà la pensione decurtata. Tutto ruota intorno alla dichiarazione dei redditi presentata mesi fa, e a un dettaglio tecnico che spesso passa inosservato: la scelta del sostituto d’imposta. Alcuni pensionati hanno già ricevuto una sorpresa nel cedolino di agosto, altri dovranno aspettare ancora. E settembre diventa così un mese spartiacque, tra rimborsi, conguagli e controlli in corso.
Chi vede salire l’importo della pensione a settembre
Il mese di settembre potrebbe portare un aumento nella pensione mensile per una fascia specifica di pensionati. Tutto dipende da quando è stata presentata la dichiarazione dei redditi con il modello 730/2025 e da come sono stati gestiti i dati trasmessi all’INPS. Il nodo centrale è il rimborso Irpef, riconosciuto in caso di credito fiscale a favore del contribuente.

Chi ha presentato il 730 entro il 20 giugno, con i flussi trasmessi entro il 23 luglio, può ricevere il rimborso a settembre. L’INPS ha infatti bisogno di alcuni giorni per recepire i dati e accreditare le somme spettanti. A beneficiare del rimborso sono coloro che hanno indicato l’INPS come sostituto d’imposta e che rientrano nei limiti previsti. In caso di importi superiori a 4.000 euro, però, scattano controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, che possono rallentare il pagamento.
Situazioni simili si verificano spesso per chi ha portato in detrazione spese importanti, come cure mediche o interventi edilizi. Per queste persone, il rimborso può risultare particolarmente rilevante. Chi ha inviato la dichiarazione a ridosso di metà luglio potrebbe quindi trovare una somma aggiuntiva direttamente nel cedolino di settembre, visibile accedendo all’area MyINPS.
Quando l’aumento non arriva o l’importo cala
Non tutti i pensionati riceveranno un importo maggiore a settembre. Per alcuni, il cedolino conterrà una trattenuta, frutto di un conguaglio Irpef negativo. Quando dalla dichiarazione emerge un debito fiscale, l’INPS trattiene la somma dovuta in un’unica soluzione o in più rate, se indicato nel 730.
Chi ha presentato la dichiarazione tra il 21 giugno e il 15 luglio e ha scelto il pagamento rateale, vedrà applicata la prima trattenuta nel cedolino di questo mese. Il debito potrà così essere saldato tra settembre, ottobre e novembre. Se invece è stato scelto il pagamento immediato, l’intera somma verrà prelevata ora.
Anche i pensionati con altri redditi oltre alla pensione, come affitti o attività occasionali, potrebbero essere soggetti a trattenute. Lo stesso vale per chi ha utilizzato il modello Redditi PF anziché il 730. In questi casi, però, il rimborso non arriverà tramite l’INPS ma sarà gestito direttamente dall’Agenzia delle Entrate, con tempi più lunghi.
Il cedolino di settembre diventa così un documento chiave. Controllarlo è fondamentale per capire se è stato riconosciuto un credito o applicata una trattenuta. Una differenza anche minima nell’importo può raccontare molto delle proprie scelte fiscali passate.