La mossa che sempre più italiani copiano: vivere di casa quando la pensione non basta

La prima casa sarà davvero la nuova pensione? Sempre più italiani iniziano a guardarla con occhi diversi. Non è più solo un luogo affettivo, ma un’àncora di sicurezza in un mare agitato da crisi, inflazione e incertezze previdenziali. In un’epoca in cui il futuro pensionistico è fragile, il mattone sembra tornare protagonista… ma in un modo del tutto nuovo.

Una generazione fa, comprare casa era il traguardo di una vita. Oggi, in un’Italia dove si vive sempre più a lungo e si lavora con meno certezze, quella stessa casa rischia di diventare l’unico vero piano B.

Casa e chiavi
Pensione troppo bassa? La prima casa può trasformarsi nel tuo vero piano B-crypto.it

Il sistema pensionistico mostra i primi scricchiolii, soprattutto per chi ha avuto carriere discontinue, ha iniziato tardi a versare contributi o si è ritrovato con redditi troppo bassi per costruirsi una pensione dignitosa. Nel frattempo, cresce l’ondata di affitti brevi, stanze in subaffitto, trasformazioni in B&B anche nei borghi più sperduti. Tutto questo non è solo un fenomeno turistico, ma una risposta concreta a un vuoto economico che si fa sentire. E mentre il welfare arranca, c’è chi guarda al proprio appartamento con una domanda nuova: può questa casa salvarmi il futuro?

Quando i contributi non bastano: ecco perché sempre più famiglie si affidano al mattone per garantirsi una rendita in vecchiaia

In Italia, secondo dati INPS, sempre più persone andranno in pensione con assegni sotto i 1.000 euro. Chi non ha accumulato abbastanza contributi, per via di lavori precari o interruzioni di carriera, rischia un tenore di vita molto ridotto. A fronte di questo scenario, la prima casa emerge come l’unico patrimonio su cui poter contare davvero. Spesso è l’unico investimento concreto fatto durante la vita lavorativa.

A Roma, un bilocale in zona periferica può valere attorno ai 150.000 euro. In Abruzzo, lo stesso immobile può scendere a 60.000. Ma entrambi possono essere messi a reddito. Bastano poche accortezze per affittare una stanza o trasformare una parte della casa in alloggio temporaneo, generando così una piccola ma utile entrata mensile. Il fenomeno è già ben visibile su portali come Airbnb o Booking, dove l’offerta cresce anche nei piccoli comuni.

In molti casi, vendere la nuda proprietà permette di incassare cifre interessanti mantenendo il diritto di abitazione. È una soluzione adottata con sempre più frequenza da chi, arrivato alla soglia della pensione, si rende conto che i conti non tornano. Tuttavia, le opzioni finanziarie più evolute, come i prestiti vitalizi ipotecari, restano ancora poco diffuse in Italia, anche per la scarsa propensione delle banche a lavorare con persone anziane.

Dall’affitto di una stanza alla nuda proprietà: tutte le strade per trasformare la casa in un’entrata concreta mese dopo mese

Non serve vivere in una metropoli per mettere a reddito la prima casa. Basta una stanza inutilizzata, un piccolo investimento iniziale e una buona idea. In molte zone d’Italia, soprattutto dove il turismo è in crescita, anche una camera in affitto può fruttare dai 300 ai 600 euro al mese. Un aiuto concreto per chi vive con una pensione minima. E in alcuni casi, si trasforma in un vero e proprio lavoro secondario.

Chi preferisce non accogliere ospiti in casa può valutare soluzioni come la vendita della nuda proprietà o la concessione in affitto dell’intero immobile, magari trasferendosi in una sistemazione più piccola e sostenibile. L’idea non è più così estrema, considerando che, secondo l’ISTAT, oltre il 75% delle famiglie italiane è proprietaria dell’abitazione in cui vive.

Se il sistema previdenziale non riuscirà a garantire un futuro stabile, allora saranno proprio i mattoni a farlo. Ma sarà fondamentale un cambio di mentalità: vedere la casa non più come bene da tramandare, ma come uno strumento attivo per affrontare il futuro.

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