Sempre più numerosi e stringenti i controlli sui conti correnti da parte del Fisco. Vediamo le operazioni maggiormente monitorate.
Si apre un conto corrente per versare i propri guadagni e sperare di accumulare risparmi pur sapendo che l’alto costo della vita ostacolerà in ogni modo questo obiettivo. I soldi sul conto si potranno spendere come si desidera ma in realtà non è proprio così.

L’home banking permette di gestire i propri soldi comodamente da casa, tramite uno smartphone e una connessione in qualsiasi momento. La banca online permette di pagare bollette, predisporre bonifici e anche di effettuare investimenti. Gli sportelli fisici rimangono comunque importanti per prelevare e versare contanti. Tante operazioni, dunque, da poter effettuare molte delle quali finiscono nel mirino del Fisco o delle banche.
Non serve che gli spostamenti riguardino grosse somme di denaro, anche cifre piccole ma frequenti possono far scattare un campanello d’allarme con conseguenti accertamenti. Particolare attenzione va posta per i versamenti. Quei contanti depositati sul conto, infatti, sono un’enigma per il Fisco. Da dove arrivano? Questo il dubbio che l’Agenzia delle Entrate potrà sciogliere solo chiedendo chiarimenti al contribuente.
Controlli dei versamenti sul conto corrente
Tramite l’Anagrafe dei Rapporti finanziari che raccoglie dati di massa e un monitoraggio attento delle singole operazioni che per importo, frequenza e natura risultano sospetti il Fisco riceve informazioni sui contribuenti. L’Anagrafe, nello specifico, viene usato dalle banche per trasmettere periodicamente i dati aggregati dei rapporti finanziari all’AdE. Significa che per ogni conto il Fisco riceve un riepilogo che include i dati identificativi del titolare, il saldo del conto al 1° gennaio al 31 dicembre e l’importo totale degli accrediti e addebiti.

Una singola operazione, dunque, non scatena una segnalazione ma alimenta un dato complessivo che il Fisco confronterà con i redditi dichiarati dal contribuente. Se il reddito dichiarato, ad esempio, è di 22 mila euro ma dal conto risultano accrediti per 65 mila euro ecco che l’allarme scatterà. La banca dovrà procedere con la Segnalazione di Operazione Sospetta come da normativa antiriciclaggio.
La segnalazione non arriva al Fisco ma all’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia che dovrà analizzarla. Solo se il sospetto verrà ritenuto fondato allora l’AdE ne sarà informata. Un’operazione sospetta che innesca questi passaggi è, ad esempio, un versamento oltre i 15 mila euro non supportato da una giustificazione chiara e legata ad attività legali del cliente.
Anche somme più piccole, però, potrebbero far scattare la segnalazione se frequenti e ingiustificate. A destare sospetti anche operazioni frazionate, incoerenza con il profilo del cliente, operazioni a cifra tonda, conti di transito (cifre versate e subito prelevate) e l’assenza di una chiara finalità economica. Attenzione, infine, ai bonifici dall’estero o verso l’estero superiori a 5 mila euro.