Una comunicazione ufficiale, recapitata senza preavviso, arriverà in milioni di case italiane a partire da settembre. All’interno non ci sarà una cartella esattoriale o una richiesta di pagamento, ma qualcosa di inaspettato: un QR Code personale che può aprire l’accesso a un sistema di servizi pubblici pensato per aiutare i giovani a entrare o rientrare nel mondo del lavoro. Una busta semplice, ma con un potenziale capace di incidere sulla vita di chi la riceve e, in prospettiva, sull’intero equilibrio previdenziale del Paese.
La scena è quella di una mattina qualsiasi: il postino suona, la busta è lì sul tavolo. Sul fronte, il logo dell’INPS. Niente avvisi, nessun contatto precedente, solo un plico ufficiale che desta curiosità e un filo di apprensione.

All’apertura, la sorpresa: nessun debito da saldare, nessuna scadenza incombente, ma un invito silenzioso a fare un passo nel proprio futuro professionale.
Dentro, un QR Code personalizzato che, inquadrato con lo smartphone, porta dritti a un’area dedicata dell’App MyINPS, un ambiente digitale costruito per orientare e supportare chi vuole trovare, cambiare o consolidare un lavoro.
Un ponte diretto verso opportunità concrete
Quella che a prima vista può sembrare una semplice iniziativa digitale è, nei fatti, una campagna nazionale senza precedenti. Oltre quattro milioni di lettere raggiungeranno famiglie in tutta Italia, e i destinatari non saranno solo disoccupati o NEET. La platea comprende anche studenti che vogliono prepararsi al salto nel mondo del lavoro, giovani occupati che cercano un’evoluzione professionale e chi, per vari motivi, non ha mai avuto un’occupazione formale.

Accedendo tramite il QR Code, si entra in un portale che ospita più di cinquanta servizi: corsi di formazione, consulenze personalizzate, strumenti per scrivere o migliorare il curriculum, segnalazioni di tirocini e apprendistati, fino ad arrivare a simulazioni di colloqui. Non è un elenco dispersivo, ma un sistema che filtra contenuti e opportunità in base al profilo dell’utente.
L’INPS si muove così in un ruolo insolito, diventando facilitatore diretto di percorsi professionali e unendo le proprie banche dati a quelle del Ministero del Lavoro, delle Regioni e dei centri per l’impiego. Un modo per abbattere le barriere burocratiche che spesso scoraggiano proprio chi avrebbe più bisogno di orientamento.
Giovani al centro per garantire il domani
Dietro questa operazione c’è anche una logica economica e previdenziale. “Non c’è sostenibilità previdenziale senza l’inclusione dei giovani nel mercato del lavoro”, ha dichiarato il presidente dell’INPS, Gabriele Fava. In Italia, il tasso di disoccupazione giovanile resta tra i più alti in Europa, e ogni giovane inattivo significa un contributo in meno per il sistema pensionistico.
Per questo, accanto alla campagna di invii, partiranno progetti di educazione previdenziale nelle scuole e università, con l’obiettivo di insegnare fin da subito l’importanza della contribuzione regolare e della pianificazione a lungo termine. L’iniziativa non si limita quindi a creare occupazione nel breve periodo, ma mira a costruire basi solide per il futuro collettivo.
Il binomio tra ingresso nel lavoro e tenuta del sistema previdenziale diventa così evidente: ogni lettera consegnata è un seme piantato non solo per la carriera di un singolo, ma per la stabilità economica del Paese. Resta da capire se la risposta sarà all’altezza, ma la strategia è chiara: avvicinare i giovani al lavoro è anche un investimento sulla sicurezza di tutti.
In un’Italia dove spesso le comunicazioni ufficiali generano timore, l’arrivo di queste buste potrebbe segnare un’inversione di tendenza. Dal timore di un debito alla possibilità di un’opportunità, il salto è breve, ma può essere decisivo.