Pensioni anticipate giù del 17%: 98.000 uscite e un dato sconvolgente su Opzione Donna

Le pensioni anticipate crollano nel primo semestre del 2025 sotto la soglia delle 100.000 uscite. Il Monitoraggio Inps evidenzia un forte calo dovuto alla stretta sui requisiti introdotta dal governo, mentre anche l’adesione a Opzione Donna tocca minimi storici.

Nel mondo previdenziale italiano, alcune dinamiche sembrano cambiare in silenzio ma con forza. Gli effetti delle riforme iniziano a mostrarsi con evidenza nei numeri, mentre le decisioni individuali riflettono una fiducia mutata nel sistema. Il comportamento degli italiani di fronte alle opportunità di uscita anticipata dal lavoro sta virando con decisione, spinto da modifiche normative e nuovi scenari di mercato del lavoro.

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Pensioni anticipate giù del 17%: 98.000 uscite e un dato sconvolgente su Opzione Donna – crypto.it

Da un lato la stretta sull’accesso alla Quota 103, dall’altro l’assenza di incentivi economici tangibili. Il risultato? Una significativa flessione delle domande e un cambio d’approccio che coinvolge anche le generazioni più vicine alla pensione. A ciò si aggiunge la revisione delle condizioni per il ricorso a Opzione Donna, che sta allontanando una fascia storicamente attiva e interessata alla misura.

Quota 103 e fine degli incentivi: gli effetti sulle uscite anticipate

Secondo quanto riportato dall’Inps e confermato da Il Sole 24 Ore, nel primo semestre del 2025 le pensioni anticipate sono scese a 98.356 unità, registrando un calo del 17,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il dato segna un ulteriore peggioramento rispetto al primo trimestre, quando la contrazione era già stata del 23%. Questo andamento segue una tendenza avviata nel 2023, con le uscite anticipate scese da 210.000 del 2022 a 151.000 nei primi nove mesi del 2024.

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Quota 103 e fine degli incentivi: gli effetti sulle uscite anticipate – crypto.it

La flessione è legata principalmente alla modifica delle regole sulla Quota 103, la quale prevede ora l’applicazione del metodo contributivo puro per chi decide di uscire a 62 anni con 41 anni di contributi. In assenza di bonus o agevolazioni economiche, l’attrattività della misura risulta fortemente ridotta. Inoltre, si osserva come il trattenimento in servizio di lavoratori over 50, meno incentivati all’uscita, stia influenzando positivamente i dati occupazionali complessivi.

Opzione Donna ai minimi storici e importi pensionistici medi

Le uscite con Opzione Donna sono crollate: nei primi sei mesi del 2025 sono state appena 1.134, contro le 3.590 dell’intero 2024. Di queste, ben 468 registrano un importo inferiore a 1.000 € mensili. Si tratta di un calo drastico che riflette la ridefinizione dei requisiti di accesso alla misura. Sempre secondo Inps, il totale delle pensioni liquidate nel primo semestre è stato di 397.691, con un importo medio mensile di 1.215 €. Le pensioni di vecchiaia si sono attestate a 117.901 con una media di 1.136 €, mentre le pensioni anticipate registrano il dato più alto con 2.076 € mensili medi su 98.356 uscite.

Infine, le pensioni di invalidità previdenziale sono state 23.996, con una media mensile di 810 €. La distanza tra le diverse categorie e la distribuzione tra i generi restano ancora marcate, ma il trend indica chiaramente un raffreddamento dell’interesse verso le modalità di uscita anticipata, in un contesto di normative più stringenti e benefit ridotti.

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