Bit Origin avrebbe sorpreso il mercato con una mossa audace: acquisire Dogecoin per una tesoreria da 500 mln $, puntando a diventare leader fra le aziende “memecoin”. Analisi, rischi e strategia dietro una delle operazioni più discusse del 2025.
Nel settore delle criptovalute, dove innovazione e volatilità si fondono in un equilibrio spesso precario, emergono iniziative che attirano l’attenzione di mercati e investitori. Una di queste riguarda Bit Origin, società quotata al Nasdaq, che ha annunciato un piano per acquisire Dogecoin fino a un valore complessivo di 500 mln $. Una cifra che ha fatto parlare il mondo finanziario, anche perché ricorda l’approccio adottato da MicroStrategy con Bitcoin.

Tuttavia, qui la posta in gioco è diversa: si parla di una memecoin dall’alto potenziale mediatico ma con caratteristiche uniche nei meccanismi di circolazione e adozione. Il CEO Jinghai Jiang ha spiegato che l’obiettivo non è solo detenere un asset, ma integrarsi nel futuro dei pagamenti digitali, anche grazie alla visibilità che Dogecoin mantiene nel contesto Web3. La comunità osserva, i mercati reagiscono, ma la domanda resta: è una mossa strategica o un azzardo?
Strategia, cifre e modalità dell’operazione Bit Origin
Secondo quanto comunicato da Bit Origin, l’acquisizione della riserva in Dogecoin sarà realizzata attraverso un mix di equity (400 mln $ in azioni di classe A) e debito convertibile (100 mln $), con una prima tranche da 15 mln $ già finalizzata. Con questi fondi, l’azienda ha comprato oltre 40,5 milioni di DOGE a un prezzo medio di 0,2466 $ per token. Questo consente una conversione di circa 0,691 DOGE per azione, secondo i dati pubblicati da GlobeNewswire e confermati da Marketscreener. Il progetto è strutturato per aumentare progressivamente il rapporto DOGE/azione e creare una delle più grandi tesorerie Dogecoin tra le aziende quotate.

Tra i punti di forza evidenziati, c’è anche l’aspettativa che Dogecoin venga integrato nei sistemi di pagamento peer-to-peer, magari in sinergia con iniziative future legate alla piattaforma X (ex Twitter), che Elon Musk ha più volte indicato come potenziale supporto per il token. Intanto, il titolo Bit Origin ha registrato un +12 % dopo l’annuncio, con una volatilità che riflette l’interesse crescente del mercato per operazioni di questo tipo.
Rischi, prospettive e contesto di mercato
L’operazione non è priva di rischi. A differenza di Bitcoin, Dogecoin ha una capitalizzazione inferiore e un profilo più speculativo. Questo rende l’investimento soggetto a forti oscillazioni, soprattutto in assenza di una regolamentazione chiara sugli asset digitali detenuti in bilancio dalle aziende. Tuttavia, secondo fonti come Marketscreener e Crypto.news, il contesto sta evolvendo: la crescente attenzione verso gli ETF tematici e la spinta per l’adozione di cripto-pagamenti potrebbero favorire strategie come quella di Bit Origin. Inoltre, l’azienda mantiene ancora attività parallele nel mining di Bitcoin, diversificando così parte del proprio rischio. Secondo quanto emerge dalle analisi di AInvest e Investing.com, l’operazione è vista come un possibile punto di svolta per l’approccio aziendale alla gestione di liquidità in criptovalute. Gli analisti, pur cauti, riconoscono il potenziale di visibilità e marketing derivante dal legame con una memecoin iconica. In definitiva, Bit Origin mira a posizionarsi come apripista in un segmento ancora poco esplorato: quello delle tesorerie aziendali fondate su Dogecoin, puntando a coniugare finanza tradizionale e branding cripto con un solo strumento.