Quando il tuo cane fa stalking e a pagarne sei tu: condannato per abbaiare troppo

Abbaia di continuo, disturba i vicini giorno e notte, ma tu pensi che sia solo un cane che “fa il suo mestiere”? Attenzione: potresti finire davanti a un giudice. Una recente sentenza italiana parla chiaro: stalking condominiale può essere causato anche dal comportamento del proprio animale domestico. E le conseguenze legali, per il proprietario, non sono affatto leggere.

La presenza degli animali da compagnia è ormai parte integrante della quotidianità in molte case italiane. Secondo Eurispes, oltre il 40% degli italiani vive con un amico a quattro zampe. Tuttavia, questa convivenza, quando si svolge in un contesto condominiale, può diventare complessa, se non addirittura esplosiva. Non tutti i cani sono ben educati, e non tutti i padroni sono consapevoli delle implicazioni del loro comportamento. Così, tra abbai, odori sgradevoli, spazi comuni danneggiati e paura di aggressioni, può nascere un conflitto destinato a finire in tribunale.

Cane che abbaia e ringhia
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In alcuni casi, i disagi causati da un animale lasciato solo per ore possono trasformarsi in un vero e proprio incubo per i vicini. L’esasperazione diventa abitudine, e la serenità domestica un ricordo lontano. Ed è proprio in questi contesti che la legge interviene, anche con sanzioni severe.

Quando il tuo cane fa stalking e a pagarne sei tu: la sentenza che cambia le regole in condominio

Nel cuore della Toscana, un professore è finito sotto processo per una situazione che, a prima vista, potrebbe sembrare solo una questione di convivenza difficile. I suoi tre cani labrador venivano regolarmente lasciati da soli in giardino, abbaiando senza sosta a qualsiasi ora. I vicini, esasperati, avevano provato ogni soluzione: finestre insonorizzate, tappi per le orecchie, perfino consulti con medici per gestire l’ansia. Nulla è bastato.

Cane con il padrone
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Alla fine, non hanno avuto altra scelta che cambiare casa. Questo elemento è stato determinante: il giudice ha riconosciuto che l’alterazione delle abitudini di vita delle vittime, causata dalla condotta del vicino, rientrava nella fattispecie prevista dall’art. 612 bis del Codice Penale, ovvero il reato di atti persecutori. Si è parlato chiaramente di stalking condominiale, anche se il termine non esiste formalmente nella legge.

La condanna ha comportato non solo la reclusione per il proprietario, ma anche l’obbligo di risarcire i danni psicologici ai vicini. Un precedente importante, che pone l’accento sulla responsabilità penale di chi possiede un cane e non si prende cura del suo comportamento.

Il futuro della convivenza condominiale passa da qui: il patentino per padroni di cani problematici

Di fronte a episodi come questo, alcune istituzioni stanno provando a intervenire con strumenti preventivi. In Lombardia, ad esempio, è in discussione una legge che prevede un patentino per i proprietari di cani potenzialmente pericolosi. Non un semplice attestato simbolico, ma un percorso obbligatorio fatto di corsi teorici, prove pratiche e una valutazione dell’interazione tra cane e padrone.

L’obiettivo è chiaro: prevenire le situazioni critiche prima che degenerino. Milano ha già adottato dal 2020 un “Patentino Cane Speciale”, ma la nuova proposta lombarda vuole fare un passo in più, estendendo la norma e rendendola più incisiva.

La cultura della convivenza civile passa anche da qui. Amare un animale significa anche assumersi delle responsabilità concrete, soprattutto quando si vive in uno spazio condiviso come un condominio. È sufficiente lasciarlo solo e non educarlo adeguatamente perché, senza accorgersene, si finisca per commettere un reato, con conseguenze pesanti.

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