Il titolo Campari sta attraversando un momento tecnico difficile, ma i fondamentali raccontano un’altra storia. Nonostante la pressione al ribasso, gli analisti continuano a vedere potenziale di crescita. I dati di mercato, le valutazioni e l’andamento degli indicatori rivelano un quadro più complesso e interessante di quanto sembri a prima vista.
Negli ultimi giorni, Campari è finita sotto i riflettori dopo l’annuncio della cessione dei brand Cinzano e Frattina per un valore di 100 milioni €, con l’obiettivo di snellire il portafoglio e concentrarsi sui marchi principali. La decisione è stata accolta con interesse dagli investitori, ma l’effetto sul titolo è stato contenuto. Il titolo continua a mostrare debolezza tecnica, penalizzato da una tendenza negativa che si trascina da diverse settimane.

Tuttavia, alcuni indicatori suggeriscono che la situazione potrebbe cambiare. I fondamentali restano solidi, il multiplo EV/EBITDA è inferiore alla media storica e alcuni analisti vedono una sottovalutazione significativa rispetto al prezzo corrente. La domanda quindi è: si tratta solo di una correzione tecnica, oppure il titolo sta perdendo appeal anche sul lungo termine? Per rispondere servono dati concreti e un’analisi dettagliata, tra valutazioni fondamentali, segnali tecnici e previsioni aggiornate degli analisti.
Multipli contenuti e potenziale di rivalutazione secondo gli analisti
L’analisi dei fondamentali di Campari mostra numeri interessanti. Il P/E ratio è pari a circa 34,3×, leggermente inferiore alla sua media storica di 37,6×, mentre il Price/Book si attesta intorno a 1,8×, in linea con la media del settore. Ancora più rilevante è il dato sull’EV/EBITDA, che oggi si attesta intorno a 13,4×, molto più basso rispetto al livello medio di oltre 20× registrato negli ultimi anni. Questo suggerisce che il titolo possa essere sottovalutato rispetto al suo potenziale storico. Anche dal punto di vista della redditività, Campari mantiene margini solidi: il ritorno sull’equity è al 9,2 % e il ROA al 4,3 %.

La leva finanziaria è sotto controllo, con un rapporto debito/EBITDA pari a 2,27×. Il fair value secondo Alpha Spread è di 11,45 €, il che implicherebbe un upside di quasi il 50 % rispetto agli attuali 5,74 €. Il consenso raccolto da MarketScreener conferma questa visione: il prezzo obiettivo medio è 6,88 €, con un target massimo a 10,50 € e minimo a 3,80 €, delineando una possibile rivalutazione media del 24 %.
Segnali tecnici deboli ma con potenziale di inversione
Dal punto di vista tecnico, il titolo Campari continua a inviare segnali negativi. Su timeframe settimanale, 14 medie mobili su 15 indicano vendita, con RSI stabile intorno a 43 e oscillatori come MACD e Momentum in posizione neutra o ribassista. Il quadro peggiora ulteriormente sul mensile: tutti gli indicatori principali segnalano “Vendi adesso”, con RSI in zona debole (29) e MACD negativo. Anche i valori di Hull e Ichimoku si trovano sotto le soglie tecniche, a conferma di un sentiment ribassista. Tuttavia, in timeframe giornaliero si iniziano a intravedere primi segnali di stabilizzazione: 2 oscillatori indicano “Compra” e 8 sono neutri. La pressione ribassista si è attenuata, ma non abbastanza per invertire il trend. Il consenso degli analisti resta favorevole: 21 coperture attive, con giudizi stabili da parte di HSBC, BNP Paribas ed Equita. L’eventuale consolidamento sopra i 5,80 € potrebbe cambiare lo scenario tecnico, innescando nuovi flussi di acquisto nel medio termine. Intanto, la strategia di concentrazione su brand core e la solidità dei multipli fanno di Campari un titolo da monitorare con attenzione.