MARR, leader italiano nella distribuzione di prodotti alimentari al settore della ristorazione, attira nuovamente l’attenzione degli investitori. Con un target medio di 12,58 € e un rendimento da dividendo superiore al 6%, il titolo mostra segnali interessanti di sottovalutazione. Tuttavia, i dati tecnici recenti e la debolezza sui margini suggeriscono cautela nel breve periodo. Un’analisi approfondita può aiutare a capire se ci si trova di fronte a un’occasione concreta o a un rimbalzo illusorio.
Nel panorama del foodservice italiano, MARR rappresenta una realtà consolidata, capace di resistere alle crisi e di riposizionarsi con agilità. Negli ultimi quindici giorni, l’azienda ha completato l’incorporazione di due controllate – New Catering e Frigor Carni – all’interno del gruppo, operazione che punta a semplificare la struttura operativa e ridurre i costi gestionali. Tuttavia, il mercato sembra ancora in fase di assestamento: il prezzo del titolo si muove in area 9,25 €, molto lontano dai massimi storici.

Secondo sei analisti monitorati da TradingView, la valutazione media resta favorevole. Il target price medio è 12,58 €, con una stima minima a 11,00 € e una massima a 14,30 €, corrispondente a un potenziale upside fino a +54,59%. Tre analisti consigliano “Compra adesso” e nessuno ha emesso raccomandazioni di vendita. Questo posizionamento conferma la fiducia nel valore a lungo termine dell’azienda, nonostante il sentiment tecnico di breve sia ancora debole.
Valutazioni favorevoli, ma redditività da monitorare
I multipli di MARR mostrano una valutazione interessante. Il P/E è pari a 15,83, un valore moderato rispetto al settore, mentre il Price to Cash Flow si attesta a 10,14. Il EV/EBITDA di 11,26 indica una capitalizzazione in linea con la generazione di valore attesa. Tuttavia, la performance reddituale evidenzia alcune criticità.
Il ROE si è attestato all’11,02% nel 2024, in calo rispetto ai livelli pre-pandemia. Il ROA è fermo al 3,40% e i margini netti risultano negativi: il margine lordo è a -1,47%, mentre quello netto tocca il -0,67%. Una situazione che riflette l’impatto del calo dei consumi nel fuori casa e dei costi logistici, ma anche un possibile punto di minimo. Se nei prossimi trimestri i margini torneranno positivi, la valutazione attuale potrebbe rivelarsi particolarmente conveniente.

MARR continua comunque a generare cassa e ha mantenuto dividendi stabili e crescenti: l’ultimo è stato di 0,60 € per azione (pagato il 21 maggio 2025), con un dividend yield del 6,39%. Negli ultimi cinque anni, la media si attesta attorno al 4,8% annuo, senza interruzioni, neanche nei periodi più turbolenti.
Segnali tecnici deboli, ma consenso favorevole
L’analisi tecnica settimanale suggerisce prudenza. Secondo i dati più recenti, il quadro complessivo è orientato al “Vendi”. Le medie mobili a 10, 20, 50, 100 e 200 giorni indicano tutte “Sell”, mentre solo alcune brevi (Stocastico e MACD) danno timidi segnali di acquisto. L’RSI è a 39,95, ancora in area neutra ma vicino alla soglia di ipervenduto. L’MACD negativo (-0,24) conferma una perdita di momentum.
La pressione ribassista, iniziata nel 2023, ha portato il titolo sotto i principali supporti tecnici. Le medie mobili a 50 e 200 giorni, rispettivamente a 10,34 € e 12,92 €, rappresentano i primi livelli di resistenza in caso di rimbalzo. Per ora, il titolo resta ancorato sotto la soglia psicologica dei 10 €, e solo un segnale operativo forte (trimestrale o nuova guidance) potrebbe invertire il trend.
Gli analisti, però, mantengono una visione positiva a medio termine. La debolezza tecnica si scontra con una valutazione ancora interessante e un dividendo regolare che premia l’attesa.