Gli automobilisti quanto devono essere preoccupati dal rialzo settimanale del petrolio?

Con un balzo settimanale che ha sorpreso anche gli analisti più attenti, il crude oil torna al centro dell’interesse dei mercati. Sospinto da dinamiche geopolitiche e segnali tecnici favorevoli, il petrolio potrebbe influenzare direttamente il portafoglio degli automobilisti italiani. Ma l’aumento è strutturale o solo temporaneo? Un’analisi attenta dei dati più recenti può offrire spunti utili per chi teme rincari imminenti alla pompa.

Tra tensioni internazionali e domanda stagionale, il petrolio continua a mostrare una tendenza positiva. Gli investitori più esperti sanno che i rally di breve periodo possono essere passeggeri, ma alcuni segnali non vanno sottovalutati. Quando gli indicatori tecnici si allineano con i fondamentali, si crea un contesto favorevole per l’ascesa dei prezzi. La domanda è: fino a che punto può salire? E, soprattutto, quali saranno le ripercussioni sui prezzi dei carburanti in Italia?

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Gli automobilisti quanto devono essere preoccupato dal rialzo settimanale del petrolio? – crypto.it

In un momento in cui la stagionalità spinge la domanda, ogni oscillazione si traduce in effetti tangibili sulle spese quotidiane. Per chi si sposta spesso in auto, comprendere l’andamento del crude oil non è solo una questione di mercati, ma una voce concreta nel bilancio familiare. A partire dalle dinamiche di questi giorni, è possibile fare luce su cosa aspettarsi a breve e medio termine.

Analisi tecnica e segnali stagionali sul crude oil

Gli indicatori tecnici sul crude oil (WTI) mostrano una configurazione piuttosto chiara. Il Relative Strength Index si attesta a 78,7, ben oltre la soglia di ipercomprato, mentre il MACD conferma un incrocio rialzista. La media mobile a 10 e 20 periodi punta verso l’alto, con 14 segnali tecnici settimanali che suggeriscono “Compra adesso”. Gli oscillatori, pur meno netti, indicano un momentum favorevole.

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Analisi tecnica e segnali stagionali sul crude oil – crypto.it

Dal punto di vista stagionale, secondo quanto riportato da TradingView, il 2025 si presenta in linea con la media degli ultimi anni, con una performance attuale di circa +0,6% dalla media storica. Questo valore, seppur inferiore al +58% registrato nel 2021, suggerisce una tendenza ordinata, coerente con la spinta estiva della domanda. Il grafico mostra un comportamento simile al 2022, altro anno di consolidamento moderato.

Notizie recenti, stime degli analisti e conseguenze sui carburanti

Secondo Reuters, l’ultima settimana è stata caratterizzata da un mix di fattori: scorte USA inferiori alle attese, incremento della domanda globale e tensioni geopolitiche tra Israele e Iran. Tutto ciò ha spinto il WTI fino a 77 $ al barile, con una variazione settimanale vicina all’8%.

Le stime raccolte da MarketScreener indicano un prezzo obiettivo medio di 85 $, con un range tra 78 $ e 95 $. Alla luce delle quotazioni attuali, intorno ai 72–73 $, il petrolio risulta quindi ancora sottovalutato, ma solo lievemente. Secondo le previsioni di JP Morgan, il WTI dovrebbe stabilizzarsi nella fascia 65–80 $ entro fine anno, suggerendo un potenziale upside contenuto.

Per gli automobilisti, il rischio immediato è un aumento moderato dei prezzi alla pompa. Storicamente, ogni incremento di 1 $ nel prezzo del greggio si traduce in 1,5–2 centesimi al litro in più per benzina e diesel. Se il WTI dovesse stabilizzarsi sopra i 75 $, è lecito aspettarsi un rincaro tra i 3 e i 5 centesimi al litro nelle prossime settimane. Nulla di drammatico, ma sufficiente per incidere sui costi quotidiani, soprattutto per chi utilizza l’auto frequentemente.

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