ENI continua a far parlare di sé tra gli investitori attenti al valore e al dividendo. Con una struttura tecnica in rafforzamento, un potenziale di crescita secondo gli analisti e una lunga tradizione nella distribuzione dei dividendi, il colosso energetico italiano si posiziona come uno dei titoli da monitorare con più attenzione nel panorama azionario nazionale. Ma è davvero sottovalutato o già in linea con il suo potenziale?
Non capita spesso che un titolo mantenga per anni un’identità così netta come ha fatto ENI. Per chi investe con un occhio al lungo termine, questa società rappresenta un punto di riferimento, complici le sue generose politiche di dividendo e una visibilità internazionale che pochi altri gruppi italiani possono vantare. Tuttavia, è proprio nei momenti di transizione dei mercati che emergono segnali da valutare con più attenzione.

Nelle ultime settimane, ENI ha dimostrato una certa solidità non solo nei numeri, ma anche nelle decisioni strategiche: il recente rimborso anticipato di un bond ibrido da 1 miliardo € è stato letto positivamente dagli analisti di Investing.com e MarketScreener, poiché migliora la leva finanziaria e il profilo di rischio. In parallelo, il titolo ha mantenuto una performance stabile in Borsa, resistendo alla volatilità dell’energia. La domanda però resta: è il momento giusto per entrare?
Analisi tecnica positiva e valutazioni che indicano sottovalutazione
Secondo i dati raccolti da TradingView e MarketScreener, ENI è attualmente quotata intorno ai 13,88 €. Gli analisti (ben 23 monitorati) indicano un target medio a 12 mesi pari a 14,76 €, con un massimo stimato di 18,00 € e un minimo di 11,00 €. Ciò significa che il titolo presenta un potenziale upside medio del +6,3%, ma che in scenario ottimista potrebbe guadagnare anche un +29,6%.
Le valutazioni fondamentali rafforzano l’idea di una possibile sottovalutazione. Il rapporto Prezzo/Valore contabile è di 0,79, indicando che il mercato sta prezzando ENI al di sotto del suo patrimonio netto contabile. Anche il multiplo EV/EBITDA a 4,07 è piuttosto contenuto, mentre il P/E a 16,71 è in linea con la media di settore. L’aspetto più debole riguarda il ritorno per gli azionisti, con un ROE del 4,83% e un ROA dell’1,79%, che riflettono una marginalità più bassa rispetto agli anni d’oro pre-pandemia.

Dal punto di vista tecnico, la struttura settimanale è saldamente impostata al rialzo. Le medie mobili esponenziali e semplici (a 10, 20, 50 e 200 periodi) indicano tutte un chiaro segnale di acquisto. Anche l’indicatore MACD si sta spostando verso un segnale positivo, e il RSI, fermo intorno a 54, suggerisce una forza crescente senza condizioni di ipercomprato. Secondo la sintesi tecnica di TradingView, l’indicazione prevalente è “Compra”.
Dividendi generosi e raccomandazioni positive degli analisti
Un altro elemento distintivo di ENI è il suo approccio costante al dividendo. Il prossimo stacco cedola è previsto per il 22 settembre 2025, con un pagamento di 0,26 € per azione due giorni dopo. Il rendimento TTM</strong attuale è pari al 7,33%, uno dei più alti tra i titoli del FTSE MIB. Analizzando la media degli ultimi cinque anni, il rendimento da dividendi si attesta attorno al 6,41%, senza alcuna interruzione anche durante gli anni più complessi come il 2020.
Sul fronte delle raccomandazioni, le banche d’affari si sono espresse con toni costantemente favorevoli. Negli ultimi 30 giorni, Goldman Sachs, Barclays e Intesa Sanpaolo hanno confermato il rating “Buy” o “Overweight”, con target compresi tra i 15,80 € e i 16 €. Anche se il numero di analisti che suggerisce di mantenere la posizione è maggiore (14 su 26), ben 11 consigliano l’acquisto, con 8 che si sbilanciano su un “Compra adesso”.
In sintesi, ENI si conferma come un titolo capace di unire rendimento da dividendi, segnali tecnici positivi e una valutazione ancora interessante rispetto ai fondamentali. La sua forza sta nella capacità di mantenere coerenza, anche quando il settore energetico attraversa fasi di turbolenza.