Bitcoin e altre 3 crypto sotto pressione: il motivo sorprendente dietro l’improvvisa debolezza potrebbe essere questo

Uno scandalo che non ha nulla a che fare con le crypto, ma che potrebbe spostare miliardi: l’effetto Epstein scuote la fiducia nei mercati digitali. Il coinvolgimento di Musk e Trump riaccende il dibattito sulla reputazione, la trasparenza e le influenze esterne nel mondo crypto. Ma quanto pesa davvero la narrativa mediatica sul prezzo di Bitcoin ed Ethereum?

In un contesto sempre più complesso e reattivo, il mercato delle criptovalute sembra rispondere in modo sempre meno razionale ai soli dati tecnici. Il recente ritorno sulla scena dei cosiddetti “file Epstein”, con presunti collegamenti a figure di spicco come Elon Musk e Donald Trump, ha riportato alla luce un aspetto spesso sottovalutato: la correlazione tra la fiducia percepita e il comportamento degli investitori.

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Bitcoin e altre 3 crypto sotto pressione: il motivo sorprendente dietro l’improvvisa debolezza potrebbe essere questo – crypto.it

Se da un lato non esiste alcun legame diretto tra le criptovalute e l’inchiesta in questione, dall’altro la risonanza globale di tali vicende può generare effetti tangibili sui mercati. La narrativa dominante – fatta di sospetti, reputazioni in gioco e turbolenze politiche – ha il potere di spingere gli investitori verso asset ritenuti più sicuri, penalizzando il settore crypto.

L’impatto mediatico e la reazione del mercato

Secondo gli analisti di Santiment, le menzioni negative collegate al termine “Epstein” sui social sono aumentate del 1.200% in meno di una settimana, generando una correlazione con l’aumento della volatilità su Bitcoin. In parallelo, le whale hanno ridotto temporaneamente le loro posizioni attive, come confermato da IntoTheBlock. Questo suggerisce una fase di cautela indotta non da fattori macroeconomici o regolatori, ma da un contesto reputazionale inquinato.

impatto mediatico
L’impatto mediatico e la reazione del mercato – crypto.it

Emerge quindi un trend sempre più rilevante nel 2025: la percezione del rischio narrativo. In altre parole, non basta più analizzare grafici e volumi: occorre interpretare il sentiment generale, alimentato da media, influencer e scandali. Anche asset come Ethereum e XRP hanno mostrato correzioni lievi ma sincronizzate, segnale che il settore si muove in blocco di fronte a notizie percepite come minaccia sistemica.

Previsioni degli analisti: tra rimbalzo e incertezza

Nonostante la recente debolezza, le previsioni degli analisti restano in gran parte ottimiste. Secondo Galaxy Digital, Bitcoin potrebbe toccare quota 180.000 $ entro il primo semestre del 2026, spinto dall’adozione istituzionale e dalla domanda legata agli ETF. Ethereum, invece, mostra un potenziale di recupero verso i 4.200 $, secondo gli analisti di CryptoQuant, grazie all’efficienza della rete dopo il passaggio a Proof of Stake. Anche XRP mantiene buone prospettive, con target a 1,20 $ nel breve termine indicato da CoinShares, in seguito alla stabilizzazione legale e agli investimenti su RLUSD. Infine, Dogecoin rimane una scommessa speculativa ma con slancio emotivo: secondo BitBank, potrebbe oscillare tra 0,14 $ e 0,22 $ se supportata da Elon Musk nel contesto X/Twitter. In sintesi, il mercato crypto nel 2025 si conferma fragile sotto il profilo narrativo, ma ancora in possesso di fondamentali che potrebbero supportare un nuovo ciclo rialzista – a patto che il rumore di fondo non prenda il sopravvento sulla sostanza.

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