Queste 3 aziende coreane potrebbero offrire il miglior rendimento del 2025 grazie a una legge cripto ancora sottovalutata

La Corea del Sud potrebbe rivoluzionare il settore cripto con una legge che punta a regolamentare le stablecoin e rafforzare la supervisione del mercato. Il Digital Asset Basic Act, promosso dal Partito Democratico sotto la guida del presidente Lee Jae-myung, promette trasparenza, stabilità e protezione per investitori e innovatori. Un’iniziativa che mira a far diventare il Paese un modello globale nella regolamentazione degli asset digitali.

Per chi segue l’evoluzione normativa legata agli asset digitali, il nome della Corea del Sud non suonerà nuovo. Ma con il recente annuncio del Digital Asset Basic Act, la posta in gioco si alza notevolmente. La proposta, avanzata formalmente dal Partito Democratico a inizio giugno, introduce un sistema completo di regole per criptovalute e stablecoin ancorate al won. Un disegno di legge che non nasce dal nulla: il presidente Lee Jae-myung lo aveva promesso in campagna elettorale, e oggi si traduce in un progetto articolato, che punta a coniugare sovranità monetaria, innovazione tecnologica e tutela degli utenti.

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Queste 3 aziende coreane potrebbero offrire il miglior rendimento del 2025 grazie a una legge cripto ancora sottovalutata – crypto.it

Il testo prevede l’obbligo di licenza per chi intende emettere stablecoin coreane, con requisiti precisi: un capitale minimo di ₩500 milioni (circa 367 000 $), riserve di liquidità pronte a coprire eventuali crisi e l’approvazione formale della Financial Services Commission (FSC). È proprio quest’ultima l’ente chiamato a esercitare i poteri di vigilanza e sanzione, affiancata da nuovi organismi come il Digital Asset Committee e la Digital Asset Industry Association. In questo scenario, le stablecoin non sarebbero più strumenti “grigi” in un limbo normativo, ma monete digitali riconosciute, sicure e legate direttamente alla valuta nazionale.

Un cambio di paradigma per le stablecoin e i mercati cripto

L’intento è chiaro: ridurre la dipendenza da stablecoin ancorate al dollaro come USDT e USDC, che da sole hanno mosso oltre ₩57 trilioni (circa 42 miliardi $) solo nel primo trimestre del 2025. Offrire un’alternativa coreana significa rafforzare il controllo interno sul sistema finanziario digitale, riducendo rischi sistemici e promuovendo una finanza decentralizzata ma regolamentata. Il quadro normativo non riguarda solo gli emittenti: anche gli exchange dovranno adeguarsi, sottoponendosi a controlli continui e a standard più elevati di trasparenza.

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Un cambio di paradigma per le stablecoin e i mercati cripto – crypto.it

Il primo segnale concreto è arrivato dai mercati finanziari: le azioni di KakaoPay, importante operatore fintech coreano, sono balzate del +18 % nelle ore successive all’annuncio della legge. Un chiaro indizio di come gli investitori stiano leggendo questa mossa non come una stretta, ma come un’opportunità. Lo stesso Eric Balchunas di Bloomberg ha sottolineato come la Corea stia tracciando una strada che potrebbe ispirare anche Paesi occidentali, spesso ancora in ritardo su questi temi.

Sfide normative e ambizioni di leadership globale

Non mancano tuttavia le perplessità. La Bank of Korea ha espresso riserve sull’effetto che una diffusione massiccia delle stablecoin potrebbe avere sulla politica monetaria, temendo una perdita di efficacia degli strumenti tradizionali. Un punto critico, che il legislatore dovrà bilanciare attentamente. Ma secondo il sito AInvest, il modello coreano presenta caratteristiche innovative: centralizza i controlli in un’unica authority, ma senza scoraggiare l’iniziativa privata. L’obiettivo dichiarato è quello di diventare leader nel campo della regolamentazione digitale in Asia e non solo.

Il Digital Asset Basic Act non è ancora legge, ma è già un riferimento. Se approvato, potrebbe segnare una svolta epocale, fornendo una struttura stabile e completa per un settore che finora ha navigato tra incertezze e sperimentazioni. E mentre il mondo guarda a Washington o Bruxelles, Seul si candida silenziosamente a diventare capitale della finanza digitale del futuro.

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