Un massimo storico raggiunto proprio questa settimana, una valutazione ancora interessante e un dividendo tornato ad attrarre l’attenzione degli investitori: qualcosa sta cambiando per questo titolo azionario. Nonostante un settore poco seguito, le performance recenti hanno spinto DBA Group sotto i riflettori di operatori attenti al valore. Tra segnali tecnici positivi e fondamentali in miglioramento, il titolo inizia a far parlare di sé con una certa insistenza. Ma c’è davvero margine per un ulteriore rialzo, oppure la corsa è già finita?
In un contesto di mercato sempre più selettivo, anche i titoli meno blasonati iniziano a guadagnarsi una nuova attenzione. È il caso di DBA Group, società italiana attiva nel settore delle infrastrutture digitali e dei servizi di ingegneria, che ha recentemente segnato il suo massimo storico a 4,18 €. Con un dividendo in ripresa, un rating tecnico favorevole e margini operativi in miglioramento, il titolo si trova in un momento chiave.

L’interesse degli analisti si concentra ora sul potenziale ancora inespresso, anche se i volumi contenuti potrebbero rappresentare un limite per alcuni investitori istituzionali. È quindi un buon momento per considerarlo in ottica di valore e rendimento?
Valutazioni, rendimento e potenziale secondo i dati fondamentali
Secondo i dati estratti da MarketScreener, il titolo tratta oggi su un prezzo/utile (P/E) di 15,11, dopo essere sceso da livelli molto più elevati nei primi anni di quotazione. I multipli restano più alti della media del settore, ma vanno letti in parallelo a una forte crescita degli utili e a un’espansione della marginalità: il margine operativo ha toccato il 10,19%, mentre il margine netto è salito al 2,43%, pur restando sotto la media di comparto. Il prezzo/valore contabile è 1,86, in miglioramento.
Il dividendo annuale distribuito nel 2024 è stato pari a 0,13 € per azione, con un rendimento del 3,13%. La distribuzione è tornata regolare dal 2022 dopo anni di assenza e l’incremento rispetto all’anno precedente è stato significativo. I dati storici evidenziano un payout crescente e una politica di ritorno agli azionisti sempre più stabile.

Il target price medio degli analisti (fonte: MarketScreener) è 4,70 €, con una forchetta tra 4,40 € e 5,00 €. Questo implica un potenziale di rialzo medio del 12,44% rispetto ai livelli attuali. Da notare che entrambe le valutazioni disponibili suggeriscono un “compra adesso” e nessun analista coprente ha al momento raccomandazioni negative. La valutazione si mantiene su livelli ancora interessanti, considerando il momento favorevole per il business e l’evoluzione dei risultati trimestrali.
Segnali tecnici, volumi e rischi da non sottovalutare
L’analisi tecnica settimanale (fonte: TradingView) indica una situazione positiva: la maggior parte delle medie mobili (14 su 15) suggerisce “compra”, mentre tra gli oscillatori prevale il segnale neutro con 2 indicazioni di vendita e 2 di acquisto. Questo quadro suggerisce un equilibrio con lieve pressione al rialzo, coerente con la fase di consolidamento sopra quota 4 €.
Il volume medio degli scambi, pari a circa 4.000 azioni negli ultimi tre mesi, resta contenuto. Ciò rende il titolo potenzialmente manovrabile, con un rischio maggiore per chi cerca ingressi o uscite rapide e su ampi quantitativi. Tuttavia, per investitori pazienti orientati al lungo termine, questo aspetto può risultare secondario, specie in presenza di fondamentali solidi.
A livello di momentum, l’ultimo trimestre ha mostrato un’accelerazione notevole della performance borsistica. Il superamento dei precedenti massimi ha spinto il titolo in una zona tecnica inesplorata, rafforzando l’interesse degli investitori attivi. Il fatto che il rating degli analisti resti positivo e che il titolo abbia migliorato i propri parametri finanziari (margini, utile netto, dividendi) negli ultimi esercizi, lo colloca come uno dei titoli più interessanti del segmento small cap italiano per il 2025.