Titoli alimentari a confronto: 6 numeri sorprendenti che potrebbero premiare chi punta su queste azioni

Titoli alimentari italiani sotto la lente: un settore spesso trascurato ma ricco di potenziale nascosto. Newlat e Orsero si distinguono per efficienza e valutazioni interessanti. E mentre alcuni puntano tutto sul dividendo, altri sorprendono per la redditività fuori scala. Ecco cosa dicono davvero i numeri.

In un listino dominato da banche, energia e tecnologia, il settore alimentare resta spesso ai margini dell’interesse generale. Eppure, proprio tra le aziende che operano nel comparto food & beverage si nascondono alcune delle opportunità più solide per chi cerca valore e stabilità. Titoli con P/E inferiori a 10, dividendi interessanti e business resilienti, capaci di affrontare i cicli economici senza grandi scossoni. È un settore dove spesso conta più la costanza dei risultati che l’euforia dei rally.

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Titoli alimentari a confronto: 6 numeri sorprendenti che potrebbero premiare chi punta su queste azioni – crypto.it

Ma anche qui non mancano sorprese, con nomi poco noti che mostrano ROE da leader di mercato e valutazioni basse rispetto al potenziale reale. Una panoramica sulle società italiane del comparto alimentare rivela differenze nette nei fondamentali, ma anche due nomi che sembrano emergere su tutti.

Newlat Food e Orsero: due modelli diversi per investitori diversi

Tra i titoli che emergono per forza dei numeri, Newlat Food spicca in modo evidente. La società mostra un ROE del 47,40%, il più alto tra le realtà del settore, a fronte di un P/E contenuto di 5,33, segnale chiaro di sottovalutazione. Il titolo, pur non distribuendo dividendi, si propone come ottimo investimento per chi cerca crescita e capital gain, soprattutto alla luce di un beta di 0,18 che indica bassa volatilità. Questo la rende una scelta adatta anche a chi vuole contenere il rischio senza rinunciare a rendimenti potenziali superiori.

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Newlat Food e Orsero: due modelli diversi per investitori diversi – crypto.it

Di natura diversa ma altrettanto interessante è il profilo di Orsero. La società, attiva nella distribuzione di prodotti ortofrutticoli, offre un mix equilibrato tra valutazioni corrette e rendimento da dividendo. Il P/E è pari a 9,24, mentre il P/BV si attesta a 0,97, in linea con il valore contabile. Il ROE del 10,52% è solido, e il dividendo al 3,57%lo rende un’opzione più orientata al rendimento passivo. Anche qui la volatilità è contenuta (beta 0,42), e il profilo risulta ideale per chi cerca un titolo difensivo ma non privo di prospettive.

Altri titoli del food: difensivi sì, ma con alcune riserve

Guardando al resto del settore, emergono profili più conservativi ma meno convincenti in termini di performance. Enervit, ad esempio, vanta un dividendo del 4,97% e una volatilità bassissima (beta 0,09), ma ha un P/E di 13,90 e un P/BV di 1,77, che rendono il titolo piuttosto caro rispetto ai fondamentali. Anche Valsoia, con un P/E di 14,28 e unbeta di 0,02, appare interessante per la stabilità, ma poco appetibile in ottica value. Il dividendo del 3,47% può attirare investitori a caccia di cedole, ma la redditività complessiva (ROE 9,15%) è sotto la media del comparto.

Infine, Centrale del Latte d’Italia rappresenta una scommessa più speculativa. La sottovalutazione patrimoniale (P/BV 0,62) è evidente, ma il ROE modesto (6,41%), l’assenza di dividendi e una capitalizzazione di appena 43 milioni € pongono interrogativi sulla reale sostenibilità del business nel medio periodo.

In sintesi, tra Newlat Food e Orsero si possono individuare due approcci complementari: uno orientato alla crescita pura, l’altro più adatto a chi cerca dividendi regolari e stabilità. Due strategie diverse, ma entrambe costruite su fondamentali solidi in un settore che, silenziosamente, continua a offrire opportunità concrete.

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