Il cambio euro/dollaro torna al centro dell’attenzione degli investitori dopo una settimana ricca di eventi macroeconomici e segnali politici. I dati sull’inflazione USA, la tregua commerciale tra Washington e Pechino e gli ultimi commenti della BCE hanno mosso il mercato, riportando l’EUR/USD sopra 1,12. In un contesto ancora incerto, i movimenti recenti meritano di essere analizzati a fondo per capire se si tratta di un rimbalzo momentaneo o dell’inizio di una nuova fase di forza per l’euro.
Nelle ultime settimane, il cambio EUR/USD è stato influenzato da una combinazione di fattori economici e geopolitici che hanno modificato sensibilmente le prospettive per la moneta unica. Dopo mesi di lateralità, il cross ha registrato un’accelerazione, toccando un massimo settimanale a 1,1214 (fonte: BCE).

Tra i driver principali si segnalano l’inflazione statunitense più bassa delle attese, l’accordo commerciale tra USA e Cina, e una maggiore fiducia nei confronti della Banca Centrale Europea. La reazione del mercato, in questo contesto, si è tradotta in una spinta dell’euro, sostenuta anche da flussi speculativi e dal raffreddamento dell’appeal del dollaro come bene rifugio.
Inflazione USA, tregua commerciale e posizionamento BCE
Il primo catalizzatore di rilievo è arrivato martedì 13 maggio, con i dati del CPI statunitense che hanno sorpreso gli analisti: +0,2% mese su mese e +2,3% anno su anno, entrambi sotto le attese. Questo rallentamento ha spinto il mercato a rivedere le aspettative sui tassi della Federal Reserve, con una probabilità crescente di un primo taglio entro il terzo trimestre del 2025. Un dollaro più debole, quindi, ha facilitato il recupero dell’euro, che in quel momento si trovava in area 1,11.
Il giorno precedente, un altro evento aveva già migliorato il sentiment: la tregua sui dazi tra Stati Uniti e Cina, annunciata come “temporanea ma costruttiva”, ha ridotto la pressione sui beni rifugio, penalizzando indirettamente il dollaro e favorendo asset più rischiosi. La notizia ha avuto un impatto immediato sul cambio, che ha guadagnato quasi lo 0,5% nella sola giornata del 12 maggio (fonte: The Guardian, Reuters).

A questo scenario si è aggiunta, il 14 maggio, una dichiarazione del membro del consiglio direttivo della BCE Joachim Nagel, che ha confermato la disponibilità dell’istituto a “proseguire con una politica monetaria coerente, ma sensibile ai dati”. Le parole di Nagel sono state interpretate come un segnale di flessibilità, ma anche di stabilità, confermando il supporto all’euro da parte della politica monetaria europea.
Livelli tecnici, proiezioni degli analisti e prospettive sul breve
Dal punto di vista tecnico, l’EUR/USD ha superato la soglia psicologica di 1,12, trovando una resistenza significativa in area 1,1220 e un supporto a 1,1160. Le medie mobili su base settimanale (fonte: TradingView) indicano una tendenza moderatamente rialzista, mentre l’RSI a 64 segnala che il mercato non è ancora in ipercomprato. L’indicazione generale degli indicatori è “Compra moderato”, con un rafforzamento possibile in caso di rottura stabile sopra 1,1230.
Secondo le previsioni di MUFG Research, aggiornate al 16 maggio, il cross EUR/USD è atteso a 1,1200 entro fine trimestre, con un potenziale incremento a 1,1500 nel Q3 e fino a 1,1800 nel Q4, supportato da una politica monetaria più espansiva da parte della Fed e da un progressivo miglioramento delle condizioni economiche nell’area euro.
Il cambio ha chiuso la settimana a quota 1,1194, in lieve ritracciamento rispetto ai massimi, ma comunque ben sopra i livelli medi di aprile (1,1050–1,1100). Gli analisti di FXStreet e ING segnalano che, in assenza di nuove sorprese macroeconomiche, il canale preferenziale rimane quello rialzista, con l’euro favorito da un contesto macro meno sbilanciato rispetto ai mesi precedenti. Una situazione da seguire con attenzione, anche alla luce delle prossime mosse delle banche centrali.