Coinbase avrebbe potuto investire l’80% in Bitcoin? 5 motivi per cui Armstrong avrebbe rifiutato la strategia Saylor

Brian Armstrong rifiuta la strategia Bitcoin di Saylor: perché Coinbase ha detto no a un investimento miliardario sul BTC. Una decisione controcorrente che riapre il dibattito sull’uso delle criptovalute nei bilanci aziendali.

Quando si parla di aziende quotate che investono in Bitcoin, il nome di Michael Saylor e della sua MicroStrategy è inevitabilmente il primo che viene in mente. Tuttavia, anche il colosso degli exchange Coinbase ha valutato questa opzione. Lo ha rivelato il CEO Brian Armstrong, spiegando perché la società ha deciso di non seguire la stessa strada. Un confronto interessante tra due visioni opposte sull’utilizzo delle criptovalute come asset di bilancio. La prima, fondata su un’aggressiva strategia di accumulo speculativo, mira a sfruttare ogni potenziale rialzo del Bitcoin per aumentare il valore patrimoniale.

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Coinbase avrebbe potuto investire l’80% in Bitcoin? 5 motivi per cui Armstrong avrebbe rifiutato la strategia Saylor – crypto.it

L’altra, invece, adotta un approccio più cauto, legato alla prudenza finanziaria, alla stabilità operativa e alla diversificazione degli investimenti, ritenendo troppo rischioso vincolare il destino di un’intera società all’andamento di un solo asset digitale. Ma cosa c’è davvero dietro questa scelta così radicalmente diversa? E quali sono le implicazioni di lungo termine?

Perché Coinbase ha rifiutato il “modello Saylor”

Durante una recente sessione di Q&A su X (ex Twitter), Armstrong ha ammesso che Coinbase ha più volte valutato la possibilità di destinare una parte consistente del proprio bilancio a Bitcoin, arrivando addirittura a ipotizzare un investimento dell’80% delle riserve. Tuttavia, secondo quanto riportato da Bloomberg, il team dirigente ha preferito mantenere un profilo più conservativo, temendo che una simile esposizione potesse minare la stabilità aziendale, soprattutto negli anni iniziali.

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Perché Coinbase ha rifiutato il “modello Saylor” – crypto.it

La riflessione non è solo contabile: secondo Alesia Haas, Chief Financial Officer di Coinbase, l’obiettivo della piattaforma è supportare i propri utenti, non competere con loro. In altre parole, Coinbase non vuole trasformarsi in un hedge fund crypto, ma restare un’infrastruttura neutrale e affidabile. Questo spiega perché, pur detenendo oggi circa 1,3 miliardi di $ in asset digitali, l’exchange preferisca una gestione diversificata, senza puntare tutto su un solo asset.

MicroStrategy, Bitcoin e due visioni opposte

Il confronto con la strategia di MicroStrategy è inevitabile. La società di Saylor ha infatti acquistato oltre 15.000 BTCsolo nell’ultimo trimestre, per un controvalore di circa 1,42 miliardi di $, portando le riserve complessive a 553.555 BTC. Una strategia che ha trasformato l’azienda in una sorta di cassaforte digitale, legando completamente il suo valore di mercato all’andamento del Bitcoin. Secondo quanto riportato da Crypto.news, Saylor ha definito il BTC “il bene rifugio del XXI secolo” e non ha intenzione di fermarsi.

Coinbase, invece, ha scelto un modello più prudente, che guarda alla sostenibilità a lungo termine. Come ha sottolineato Coindesk, l’azienda è già profondamente integrata nel mondo crypto e non ha bisogno di ulteriori esposizioni speculative per dimostrare la propria leadership. Mantenere equilibrio tra operatività, redditività e stabilità patrimoniale sembra essere la priorità per Armstrong e il suo team.

Questa divergenza di strategie evidenzia due approcci distinti alla criptofinanza aziendale: da un lato, l’investimento massivo come leva per aumentare il valore azionario; dall’altro, l’uso mirato degli asset digitali come risorsa gestionale, senza stravolgere la natura del business. Entrambe le scelte comportano rischi e opportunità, ma quella di Coinbase, almeno per ora, è un chiaro segnale di cautela.

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