Cardano sotto attacco: 5 domande che metterebbero in dubbio la sua trasparenza

Charles Hoskinson sarebbe finito sotto accusa per la presunta gestione occulta di 225 milioni $ in ADA. Le accuse scuotono la fiducia nella trasparenza di Cardano e mettono in discussione il reale controllo sui fondi dell’ICO. La risposta del fondatore non si è fatta attendere.

Nel mondo delle criptovalute, dove tutto dovrebbe essere tracciabile e trasparente, ci sono vicende che sembrano uscire da un’altra epoca. L’ultima riguarda Charles Hoskinson, fondatore di Cardano, e un’accusa pesante: aver spostato in silenzio 318 milioni di ADA (circa 619 milioni $), fondi originariamente associati alla ICO del progetto. A lanciare l’attacco è Masato Alexander, noto influencer del mondo crypto su X, che parla apertamente di una gestione opaca e non autorizzata.

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Cardano sotto attacco: 5 domande che metterebbero in dubbio la sua trasparenza – crypto.it

Secondo quanto riportato da Crypto Times e AMBCrypto, Alexander sostiene che Hoskinson abbia avuto accesso a chiavi speciali che gli avrebbero permesso di recuperare token non riscattati, venduti inizialmente tramite Attain Corp, una società attiva prima della nascita ufficiale di Emurgo. Il nodo? Questi token sarebbero stati destinati a investitori giapponesi che oggi si sentono traditi. La polemica si accende su un punto centrale: chi ha il diritto di decidere cosa farne di quei fondi dormienti?

La difesa di Hoskinson e le minacce legali

La reazione di Charles Hoskinson non si è fatta attendere. In un post pubblico, ha definito le accuse “completamente false”, spiegando che i token non riscattati sono stati gestiti secondo le regole. Dopo un hard fork, i voucher ADA sono diventati inutilizzabili. Il team, a suo dire, ha creato un sistema per ridistribuirli ai legittimi acquirenti per tre anni. Il resto è stato trasferito a un account custodiale legato al token generation event.

Visibilmente contrariato, Hoskinson ha aggiunto: “Se continui a insinuare che IO abbia rubato fondi, ti farò causa. Questo è il mio ultimo avvertimento”, rivolgendosi direttamente ad Alexander. Il messaggio, ripreso integralmente da AMBCrypto, è chiaro: la questione rischia di passare dalle aule dei social a quelle dei tribunali.

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La difesa di Hoskinson e le minacce legali – crypto.it

A sostegno della sua versione è intervenuto anche Jonathan Morgan, analista indipendente citato nella stessa fonte, secondo cui l’operazione non ha violato né i principi della decentralizzazione né il consenso della rete. Morgan sottolinea che oltre 90% dei fondi è stato restituito e il saldo residuo — tra 18 e 24 milioni di ADA — è stato destinato allo sviluppo della community tramite IntersectMBO, un’iniziativa interna a Cardano per migliorare la governance.

Cardano tra fiducia, controllo e decentralizzazione

La questione ha riacceso un dibattito annoso: quanto è realmente decentralizzato un progetto blockchain quando alcune decisioni possono essere prese da singoli individui? Su Reddit e X la community si divide. C’è chi sostiene che i fondi andassero comunque usati e che la gestione sia stata corretta. Altri, invece, vedono in questo episodio un rischio sistemico, una falla nella fiducia che regge l’intero impianto delle criptovalute.

Il caso solleva interrogativi scomodi. Anche se tecnicamente legittima, la mossa ha toccato un nervo scoperto: la governance opaca e la possibilità che, in nome della praticità, si deroghi ai principi. La pretesa che tutto sia automatizzato, verificabile e impersonale si infrange quando le chiavi restano nelle mani di pochi. E così, quella che doveva essere una semplice gestione di fondi dimenticati si trasforma nell’ennesima prova di quanto, in ambito crypto, la fiducia sia ancora una componente centrale — e fragile.

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