Ascoltate bene, ci sono interessanti novità sulla tassa di soggiorno e sui tributi locali. Interessati tutti i cittadini.
Nuove disposizioni sui tributi regionali e locali sono in fase di atterraggio in Italia. Il Consiglio dei Ministri su iniziativa del MEF e del Ministero per gli Affari regionali e le Autonomie ha dato l’approvazione ad un Decreto che introduce diverse novità.

L’obiettivo del Decreto Legislativo è garantire agli enti territoriali più autonomia fiscale e semplificare gli obblighi per le imprese così come per i cittadini. Proprio come accade per i tributi statali il DL permette l’adempimento spontaneo per gli enti territoriali usando strumenti come premi per chi sceglie l’addebito diretto nel conto corrente, l’invio di lettere di compliance e avvisi bonari prima di procedere con l’accertamento e la possibilità di sfruttare la modalità agevolata di definizione per ottenere riduzioni di sanzioni e interessi.
Con riferimento ai tributi locali il DL prevede diverse novità, dal ravvedimento operoso anche dopo l’inizio delle verifiche alla riduzione delle sanzioni per l’omissione della dichiarazione fino alla maggiore flessibilità per le Regioni di gestire l’addizionale regionale IRPEF. All’interno di questo contesto di riscrittura di tutto il sistema di imposizione fiscale a livello territoriale si collocano anche novità sulla tassa di soggiorno e sulla TARI.
Ecco le novità su TARI e tassa di soggiorno
La tassa di soggiorno non verrà estesa ai piccolo Comuni almeno nella versione attuale del Decreto Legislativo. Di conseguenza l’ipotesi di un prelievo generalizzato sui turisti viene accantonata. L’imposta continuerà ad essere corrisposta solo per il soggiorno nelle località che già la prevedono. Contenti i turisti meno i piccoli centri che avrebbero potuto sfruttare la tassa di soggiorno per aumentare il bilancio comunale.

Una seconda novità molto importante riguarda la TARI, la tassa sui rifiuti. Nello specifico si fa riferimento ai locali accatastati come magazzini. Ebbene, per la Cassazione non è sufficiente che tale locale sia chiamato “magazzino” per escluderlo dal pagamento del tributo. La semplice classificazione catastale e la denominazione interna all’azienda non bastano per essere esenti dal versamento. Bisogna che l’area sia realmente funzionale e legata all’attività produttiva, così ha deciso la Cassazione con la sentenza numero 11476 del 1° maggio 2025.
Oltre alle novità citate è bene allargare il range delle informazioni legate alla TARI e alla tassa di soggiorno per informare i cittadini dell’intenzione di alcuni Comuni di aumentare gli importi. Un esempio è il Comune di Palermo. Un incremento che dovrà essere connesso, però, ad un miglioramento dei servizi di pulizia delle strade, dei mezzi di trasporto e dei siti monumentali e ad una sensibilizzazione circa il corretto smaltimento dei rifiuti.