Ha la pensione e la Legge 104, ma il padre deve ancora mantenerlo: cosa dice la legge

Un padre può essere obbligato a pagare gli alimenti al figlio anche dopo i trent’anni? E se il figlio ha già una pensione e la Legge 104? La risposta potrebbe non essere quella che ti aspetti. La vita familiare, quando si intreccia con la disabilità, assume contorni meno scontati di quanto si creda.

Esistono norme precise, ma spesso la realtà ha bisogno di essere letta tra le righe. Il cuore del problema non è solo economico: è anche umano, sociale, e profondamente emotivo. L’idea che i figli, una volta diventati adulti, non abbiano più bisogno dei genitori è radicata nel nostro immaginario.

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Ha la pensione e la Legge 104, ma il padre deve ancora mantenerlo: cosa dice la legge-trading.it

Ma cosa succede quando un figlio maggiorenne ha una disabilità riconosciuta e beneficia della Legge 104? In queste situazioni, non basta compiere diciott’anni per essere considerati autonomi, né è sufficiente ricevere una pensione di invalidità per dire che lo Stato si prende completamente cura di lui.

Molti genitori separati si trovano davanti a un dubbio che li tormenta: fino a quando dovranno versare il mantenimento? Il fatto che il figlio riceva un contributo economico pubblico sembra far pensare a un’esenzione, ma la legge italiana vede le cose diversamente. E non è un dettaglio da poco, soprattutto per chi, da anni, continua a fare sacrifici per sostenere un figlio con gravi difficoltà.

La disabilità cambia tutto: cosa dice davvero la legge

Secondo l’articolo 337-septies del Codice civile, i figli maggiorenni con handicap grave rientrano nelle stesse tutele previste per i minori. Questo significa che il padre separato non smette di essere tenuto al mantenimento, anche se il figlio è adulto e ha una propria pensione.

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Ma perché? La spiegazione è chiara: la pensione di invalidità ha uno scopo assistenziale e non è sufficiente per garantire una vita dignitosa. I bisogni di una persona con disabilità sono spesso superiori alla media: cure mediche, terapie, accompagnamento e strumenti per l’autonomia richiedono risorse che vanno oltre un assegno statale.

Le sentenze della giurisprudenza, come la n. 10423/2023 della Cassazione, ribadiscono questo principio: finché il figlio non raggiunge una reale autonomia personale ed economica, il genitore è tenuto a contribuire. Non esiste un’età precisa in cui l’obbligo cessa: il vero discrimine è la condizione di autosufficienza.

In pratica, un figlio maggiorenne con grave disabilità può continuare a ricevere il mantenimento anche a 30, 40 o più anni, se non è in grado di vivere senza assistenza. E questo vale anche se riceve sussidi o pensioni.

Questa realtà può sembrare pesante per molti padri separati, ma la legge protegge i soggetti più fragili, chiedendo a chi può, come i genitori, di non abbandonare il proprio ruolo, anche a distanza di anni.

Il dubbio, però, rimane aperto: è giusto che un padre continui a pagare quando lo Stato già interviene? O forse c’è bisogno di ripensare profondamente il modo in cui ci prendiamo cura, come comunità, di chi ha bisogno per tutta la vita? 

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