Come possiamo usare le criptovalute per proteggerci dall’inflazione? Quello di cui nessuno parla

É possibile utilizzare le criptovalute per preservare il capitale durante l’inflazione? In questo articolo rispondiamo a questa domanda.

Criptovalute ed inflazione hanno a che fare. Con l’inflazione che ha raggiunto i massimi da 40 anni e l’iperinflazione un problema costante in numerosi paesi, le stablecoin potrebbero fornire alle persone un modo per immagazzinare i propri soldi ed evitare la svalutazione?

Nell’arco di 12 mesi, gli investitori in criptovalute sono passati dalla speculazione sulle prossime “monete da 100X” alla ricerca Google di “cos’è il bear market delle criptovalute?” e “quanto dura un bear market?“. Questo cambio di mentalità è dovuto ai sentimenti ribassisti prevalenti nel mercato. E non si tratta solo di soldi parcheggiati nel mercato.

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I mercati ribassisti infondono paura. Demoralizzano gli investitori. Dimentica i dollari, stiamo vedendo in questi mesi centinaia di token non fungibili (NFT) e progetti DeFi che sembravano promettenti, svanire nel nulla. E così torna il sempre caro avvertimento — “le criptovalute sono una truffa, te l’avevo detto” di nostro cugino di secondo grado. Ma il mercato delle criptovalute non è il solo a subire questi ribassi. È correlato ai mercati TradFi (finanza tradizionale), che sono anch’essi in forte calo .

La ragione di tutto questo è l’aumento dell’inflazione e la necessità per la Federal Reserve statunitense di aumentare i tassi di interesse. A causa della pandemia, gli ultimi due anni sono stati difficili per le economie globali. Per stimolare l’economia e prevenire una chiusura totale, le banche centrali hanno spinto per delle politiche monetarie “facili”, aumentando l’offerta della valuta tradizionale. Ma vediamo bene come possiamo usare le criptovalute per avere un minimo di copertura da tutto ciò.

Criptovalute e Inflazione nell’economia globale

Di recente, l’inflazione al consumo negli Stati Uniti ha toccato il picco dei suoi ultimi 4 decenni a maggio 2022, raggiungendo l’8,6%, il più alto da dicembre 1981. Gli impatti negativi dell’inflazione si fanno sentire anche dai mercati finanziari tradizionali, con tutti gli 11 settori dell’S&P 500 che terminano in rosso da settimane. Se questo ti sembra già abbastanza, considera che in Turchia l’inflazione è salita a oltre il 70%.

Le tensioni economiche dei paesi dell’America Latina, causate dall’inflazione dilagante, non sono una buona notizia. La pandemia da COVID 19 e la crisi Ucraina-Russia li stanno letteralmente portando a terra. Si stima che l’Argentina sarà colpita da un incredibile 72,6% di inflazione nel 2022.

Allo stesso modo, la Nigeria soffre di un tasso di inflazione di quasi il 16,8%. Non solo la Naira, la loro valuta ufficiale, ha subito un duro colpo in termini di potere d’acquisto. La banca centrale ha addirittura alzato i tassi di interesse, nemmeno un mese dopo i massimi dell’inflazione. Comprensibilmente gli investitori stranieri stanno prelevando i propri fondi dalla Nigeria. Tutti questi numeri e queste metriche sono un semplice riflesso della realtà di base.

Il Regno Unito ha registrato un nuovo record di inflazione negli ultimi 40 anni – del 9,1% – dovuto all’aumento del costo della vita a sua volta causato dell’aumento dei prezzi di cibo ed energia. Il Canada sta affrontando un destino simile, avendo registrato il più alto tasso annualizzato di aumento dell’inflazione in oltre 40 anni.

Ci sono argomentazioni legittime secondo cui la realtà sia addirittura peggiore rispetto a queste stime, il che non fa che aumentare la profondità della disperazione economica e della crisi del costo della vita che i cittadini di tutto il mondo stanno affrontando. Possiamo tornare alla ragione principale dell’inflazione: il pompaggio di denaro – al di là del bisogno effettivo – in circolazione da parte dei governi.

Come si traduce questo in inflazione?

Più soldi nelle mani dei consumatori equivalgono a più reddito disponibile.

Semplice equazione, ma il problema qui è che l’offerta di beni e servizi rimane la stessa, ovvero più soldi pagano la stessa quantità di beni. Questa situazione è fatta su misura per le aziende, in modo da aumentare i prezzi delle merci in modo multiforme, facendo leva su una domanda pronosticabile.

Questo aumento dei prezzi si traduce in una diminuzione del valore del denaro, poiché la stessa quantità di denaro può ora acquistare meno prodotti e servizi.

Ma quella che stiamo affrontando oggi è una crisi globale senza precedenti: la catena di approvvigionamento – o supply chain – è interrotta in paesi come la Cina dal blocco del COVID. In più aggiungiamoci la crisi tra Russia e Ucraina che colpisce un importante esportatore di petrolio e generi alimentari.

E ora?

Sono necessari strumenti finanziari e veicoli di investimento che aiutino il denaro a mantenere il suo valore, mantenendo allo stesso tempo la liquidità al suo interno.

Per questa particolare esigenza, esploriamo una classe di attività nota come stablecoin, che potrebbe dare il via ad una nuova era di investimenti sostenibili.

Le stablecoin come copertura contro l’iperinflazione

Le stablecoin sono un tipo di criptovaluta i cui prezzi sono ancorati al prezzo di una certa valuta fiat (come euro, dollaro o yuan). Mantengono il proverbiale ancoraggio attraverso le garanzie, ovvero riserve di qualche tipo. Le riserve possono essere valute legali, altre criptovalute o persino materie prime come oro o argento.

Con oltre $150 miliardi di capitalizzazione di mercato, le stablecoin sono una possibile soluzione ai problemi che abbiamo discusso. La loro offerta è al di fuori del controllo di qualsiasi governo che protegga dalla svalutazione innata del denaro. Inoltre la stablecoin può essere utilizzata per condurre la maggior parte delle transazioni finanziarie a costi inferiori, in modo peer-to-peer e senza supervisione normativa.

Ora, come sconfiggiamo l’iperinflazione usando le stablecoin?

Nei paesi più colpiti dall’inflazione, come la Nigeria, abbiamo visto che la valuta perde potere d’acquisto. Usando le stablecoin invece, i cittadini possono convertire la valuta locale – Nairas – in USDT o USDC o altre ancora. I loro soldi non perderebbero valore a causa dell’inflazione nigeriana, e in più avrebbero il potenziale per crescere di valore.

Inoltre le stablecoin sostenute dal dollaro possono essere messe in staking o utilizzate nei protocolli DeFi per guadagnare di più.

I cittadini di alcuni paesi che soffrono di iperinflazione e svalutazione della valuta – come ad esempio l’Argentina – scelgono di convertire i loro pesos in Bitcoin. Ma ricordiamoci che le stablecoin offrono un’opzione meno volatile rispetto alla criptovaluta numero uno.

Stablecoin: la salvezza per chi non ha un conto in banca

Nonostante la recente crisi che circonda il depeg di UST e il crollo dell’ecosistema Terra, le stablecoin riflettono il potenziale per democratizzare veramente la finanza globale. 3 delle prime 10 criptovalute più capitalizzate sono stablecoin: USDT, USDC e BUSD. Questo offre a tutti la stessa possibilità di battere la volatilità della valuta locale e l’iperinflazione.

La percentuale di persone nel mondo che non ha accesso ad un conto in banca sta crescendo, e le stablecoin fungono da pass per entrare a far parte dell’economia globale decentralizzata. Quando questo avverrà, l’inclusione finanziaria potrebbe finalmente diventare una realtà.

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