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Un ex miner di Bitcoin, TeraWulf, ha siglato un accordo multi-miliardario per l’hosting di intelligenza artificiale con il supporto strategico e finanziario di Google. L’operazione, che ha fatto schizzare il titolo in Borsa di oltre il 40%, segna una svolta per l’azienda e accende i riflettori sulla crescente competizione per l’energia tra AI e crypto.
La fame insaziabile di potenza di calcolo richiesta dall’intelligenza artificiale sta ridisegnando la mappa dell’infrastruttura digitale globale. In questo scenario in rapida evoluzione, una mossa a sorpresa ha catturato l’attenzione di Wall Street: TeraWulf, una società fino a ieri nota principalmente per il mining di Bitcoin, ha siglato un accordo epocale che la proietta al centro della rivoluzione AI, con un partner d’eccezione come Google.

L’operazione non è solo un contratto di hosting, ma una vera e propria alleanza strategica che evidenzia un trend di mercato sempre più chiaro. Le aziende dotate di grandi infrastrutture energetiche, nate per il mondo crypto, si stanno riconvertendo per servire il settore AI, molto più remunerativo e sostenibile. La reazione del mercato è stata esplosiva, premiando una trasformazione che potrebbe rappresentare un modello per l’intero settore.
Un accordo da 3,7 miliardi di dollari che trasforma un miner
Al centro dell’operazione ci sono due contratti decennali siglati da TeraWulf con la società di infrastrutture AI Fluidstack, per un valore iniziale di 3,7 miliardi di $. L’accordo prevede l’hosting di server dedicati all’intelligenza artificiale presso il data center Lake Mariner di TeraWulf, nello stato di New York, con opzioni che potrebbero estendere il valore totale fino a 8,7 miliardi di $. Ma il vero game-changer è il coinvolgimento di Google. Il colosso di Mountain View si è impegnato a fornire una garanzia finanziaria, un “backstop” da 1,8 miliardi di $, per coprire gli obblighi di Fluidstack, rendendo di fatto possibile l’intero progetto.

In cambio di questo supporto cruciale, Google ha ottenuto warrant che le conferiscono una quota iniziale dell’8% in TeraWulf. Successivamente, con l’espansione del progetto a un nuovo data center, Google ha aumentato il suo impegno finanziario a circa 3,2 miliardi di $, portando la sua potenziale quota di proprietà nell’ex miner di Bitcoin al 14%.
La reazione del mercato e la competizione per l’energia
L’annuncio di un partner del calibro di Google ha scatenato un’ondata di acquisti sul titolo TeraWulf, che in una sola seduta ha registrato un rally del +43%. La mossa ha spinto gli analisti a rivedere le proprie stime: Brett Knoblauch di Cantor Fitzgerald, ad esempio, ha immediatamente alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 7 $ a 11 $, confermando il rating “Overweight”. Questa operazione si inserisce in un contesto più ampio di forte competizione per le risorse energetiche.
L’espansione dei data center AI sta mettendo a dura prova le reti elettriche, costringendo molte società di mining, come appunto TeraWulf, a riconvertire parte della loro infrastruttura per servire il settore AI, che garantisce ricavi più stabili e prevedibili. Il vantaggio competitivo di TeraWulf risiede nelle caratteristiche dei suoi siti, come quello di Lake Mariner, dotato di infrastrutture elettriche ad alta capacità e sistemi di raffreddamento a liquido, ideali per supportare i carichi di calcolo ad alta densità richiesti dalle più moderne applicazioni di intelligenza artificiale.
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