Buzzi in altalena a Piazza Affari dopo il taglio delle stime per il 2025. Nonostante la frenata negli USA, il colosso del cemento poggia su una cassa solida e multipli a sconto, ma gli analisti, dopo il recente recupero del titolo, vedono ora un potenziale di rialzo più limitato.
Una settimana di forte volatilità per Buzzi, che dopo la pubblicazione dei conti semestrali ha vissuto sedute di forti ribassi alternate a decisi recuperi. Questo andamento “in altalena” è la fotografia perfetta di un mercato che sta soppesando attentamente le luci e le ombre emerse dall’ultima trimestrale del colosso del cemento, in un vero e proprio braccio di ferro tra investitori rialzisti e ribassisti.

Da un lato, il mercato ha punito severamente il taglio della guidance per l’intero 2025, causato principalmente dalla debolezza del cruciale mercato USA. Dall’altro, ha trovato rassicurazione nella solidità finanziaria del gruppo, testimoniata da una cassa abbondante e da un recente upgrade del rating da parte di S&P. Il risultato è un quadro complesso, dove una valutazione attraente si scontra con prospettive di crescita ora più incerte.
La frenata USA pesa sui conti, ma la cassa rassicura
Il principale fattore che ha innescato le vendite sul titolo Buzzi è stata la revisione al ribasso delle stime per il 2025. Il management prevede ora un EBITDA ricorrente tra 1,1 e 1,2 miliardi di €, inferiore al dato del 2024. Questa revisione è stata causata dalla debolezza del mercato nordamericano, un rallentamento legato all’impatto dei tassi di interesse elevati sul settore immobiliare e delle grandi opere. Tuttavia, a frenare i ribassi è intervenuta l’eccezionale solidità del bilancio. Al 30 giugno 2025, Buzzi vantava una posizione finanziaria netta (cassa) positiva per 691,1 milioni di €, anche dopo aver pagato dividendi e sostenuto investimenti.

Questa forza è stata certificata da S&P Global Ratings, che ha migliorato il rating a ‘BBB+’. Un rating ‘BBB+’ posiziona Buzzi nella fascia medio-alta della qualità del credito (investment grade), comunicando al mercato un basso profilo di rischio. A questo si aggiunge una politica di dividendi costantemente in crescita, con un rendimento atteso dell’1,59% e pagamenti sempre distribuiti.
Valutazione a sconto e prospettive degli analisti
Dopo la recente volatilità, il titolo Buzzi si presenta con una valutazione interessante. Con una quotazione di chiusura di 44,10 €, scambia a un rapporto Prezzo/Utili (P/E ratio) di appena 8,8x e con un multiplo EV/EBITDA di soli 4,2x. In particolare, quest’ultimo è molto apprezzato perché fornisce una misura della redditività operativa non distorta da decisioni contabili o dalla struttura del debito. Questi numeri, uniti a un solido ROE del 14,4%, indicano una valutazione a sconto. Tuttavia, le prospettive degli analisti, secondo i dati di MarketScreener, si sono fatte più caute. Il prezzo obiettivo medio si attesta a 45,70 €, implicando un potenziale di rialzo ora più contenuto, pari al +3,63%. La forbice delle stime è stretta, con un target massimo a 52,00 € (+17,91%) e un target minimo a 44,00 € (-0,23%), suggerendo un rischio di ribasso limitato. Analisti come quelli di Banca Akros, inoltre, notano come Buzzi non sarebbe un beneficiario diretto di un’eventuale ricostruzione dell’Ucraina, a differenza del competitor Cementir.