Treasury USA, rendimenti al 4,25%: perché il bene rifugio N.1 al mondo potrebbe non essere più così sicuro secondo gli analisti?

I Treasury USA non sono più l’unico porto sicuro. Esperti da Wellington Management a JPMorgan indicano un cambio di paradigma a causa del rischio fiscale americano, spingendo gli investitori a esplorare nuove e sorprendenti alternative globali nel mercato del credito.

Il 2025 sta costringendo gli investitori a confrontarsi con una domanda che fino a pochi anni fa sarebbe stata impensabile: il Treasury USA è ancora il bene rifugio per eccellenza? Un coro crescente di analisti, da quelli di Wellington Management a quelli di colossi come JPMorgan e PIMCO, suggerisce che la risposta non è più così scontata. La combinazione di un debito pubblico statunitense in continua crescita, i declassamenti del rating da parte di agenzie come Fitch e Moody’s e il ritorno dei cosiddetti “bond vigilantes” (investitori che “puniscono” i governi indisciplinati esigendo rendimenti più alti) sta erodendo lo status di asset privo di rischio del debito americano.

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Treasury USA, rendimenti al 4,25%: perché il bene rifugio N.1 al mondo potrebbe non essere più così sicuro secondo gli analisti? – crypto.it

Questo nuovo scenario obbliga a riconsiderare le strategie di allocazione, aprendo la porta a un universo di investimenti obbligazionari più globale e diversificato, dove la sicurezza e il rendimento vanno cercati con maggiore selettività.

Le crepe nel rifugio USA e le alternative sovrane

Il principale fattore di preoccupazione è la sostenibilità fiscale degli Stati Uniti. L’enorme deficit, unito a tensioni geopolitiche e a una lenta ma costante tendenza alla de-dollarizzazione da parte di alcuni paesi, ha reso gli investitori più esigenti. Il mercato ora richiede un “premio per il rischio” più elevato per detenere Treasury a lunga scadenza. In questo contesto, gli esperti indicano diverse alternative sovrane per chi cerca sicurezza. I Bund tedeschi si confermano il benchmark “safe” dell’Eurozona, mentre i titoli di stato giapponesi (JGBs) sono tornati attraenti dopo la svolta della Bank of Japan. Anche i bond di paesi con rating elevato come Australia e Svizzera guadagnano popolarità.

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Le crepe nel rifugio USA e le alternative sovrane – crypto.it

Al di fuori del mondo obbligazionario, l’oro ha riaffermato il suo ruolo di bene rifugio primario, sovraperformando i bond governativi durante le fasi di maggiore incertezza. La conclusione degli analisti è che la costruzione di un portafoglio resiliente non può più prescindere da una diversificazione geografica che vada oltre gli Stati Uniti.

Opportunità nel credito: oltre i titoli di stato

La ricerca di alternative si estende anche al mercato del credito corporate, dove emergono opportunità specifiche. Secondo il report di Wellington Management, condiviso nelle sue linee generali anche da altri gestori, il credito europeo offre condizioni interessanti. In particolare, le obbligazioni finanziarie sono viste con favore: le banche del continente sono oggi ben capitalizzate, meno esposte alle tensioni commerciali USA-Cina e scambiano a valutazioni più contenute rispetto alle controparti americane. Anche i mercati emergenti offrono valore, ma con grande selettività: l’attenzione non è sui titoli di stato, ma su obbligazioni corporate di aziende solide con basso indebitamento e un business focalizzato sul mercato interno, come quelle dei settori utility e telecomunicazioni. Un’altra area segnalata come particolarmente interessante è quella delle obbligazioni convertibili. Questi strumenti ibridi offrono un “cuscinetto” protettivo grazie alla loro componente obbligazionaria, ma permettono al contempo di partecipare ai rialzi del mercato azionario, un profilo ideale per navigare un anno che si preannuncia ancora complesso e volatile.

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