Tesla al bivio: gli analisti sono spaccati tra chi la vede come un gigante dell’intelligenza artificiale e chi come una casa automobilistica sopravvalutata. I dati su valutazione, Full Self-Driving e concorrenza delineano un futuro ad altissimo potenziale e con rischi enormi.
Il titolo Tesla (TSLA) rimane uno dei più dibattuti e polarizzanti di Wall Street, con analisti che si schierano su fronti opposti, come dimostrano le recenti posizioni di Morgan Stanley (rialzista) e Guggenheim (ribassista). Al centro della contesa c’è una domanda fondamentale: Tesla è un produttore di auto che deve essere valutato come tale, o è un’azienda tecnologica la cui vera natura deve ancora manifestarsi pienamente?

Il campo di battaglia su cui si scontrano queste visioni è fatto di promesse rivoluzionarie come la guida completamente autonoma (Full Self-Driving o FSD), la rete di Robotaxi e i progetti di intelligenza artificiale come il robot Optimus. I dati finanziari attuali, con una quotazione che si attesta a 339,38 $ secondo le rilevazioni di Investing.com e TradingView, offrono una fotografia complessa, che si presta a interpretazioni radicalmente diverse a seconda della prospettiva adottata.
La Visione Rialzista: AI e un Futuro da Tech Giant
Per la fazione dei “bulls”, guidata da case d’investimento come Morgan Stanley, le vendite di auto sono solo il cavallo di Troia per costruire un ecosistema tecnologico ad altissimo margine. Il vero valore di Tesla, secondo questa tesi, risiede nel suo software e nelle sue capacità di intelligenza artificiale. Il software FSD non è visto come un optional per auto, ma come il potenziale nucleo di un business di abbonamenti con profitti simili a quelli dei giganti del software. La fase successiva, la rete di Robotaxi, potrebbe rivoluzionare la mobilità personale, generando ricavi ricorrenti.

Questa visione proiettata nel futuro è ciò che giustifica, per i rialzisti, le valutazioni stratosferiche e i target price più ottimistici, che secondo MarketScreener raggiungono un massimo di 650,00 $ per azione, con un potenziale di rialzo di oltre il 90%. A supporto di questa tesi vi è già oggi un’eccellente redditività, testimoniata da un ROE (Return on Equity) che si attesta intorno al 15,2%, a dimostrazione dell’efficienza con cui l’azienda genera profitti.
La Cautela Ribassista: Valutazione e Pressione Competitiva
Sul fronte opposto, i “bears” come gli analisti di Guggenheim o Bernstein richiamano alla cautela, ancorando la loro analisi ai fondamentali attuali del settore automobilistico. Il principale punto di attrito è la valutazione: con un rapporto Prezzo/Utili (P/E ratio) che supera 85x, Tesla è prezzata a multipli enormemente più alti rispetto a qualsiasi competitor. I ribassisti sostengono che tale valutazione sconti alla perfezione uno scenario futuro roseo e molto incerto, senza tenere conto dei rischi.
Tra questi, il più grande è la crescente concorrenza, sia dei produttori tradizionali in piena transizione elettrica, sia dei nuovi colossi cinesi come BYD, che sta innescando una guerra dei prezzi globale che potrebbe erodere i margini. Gli scettici, inoltre, sottolineano come le promesse sull’FSD siano state più volte posticipate. Il loro scetticismo si riflette nei target price più bassi, che arrivano fino a un minimo di 150,00 $. A rafforzare questa visione c’è la politica sui dividendi: Tesla non ne ha mai distribuiti, reinvestendo ogni profitto in una crescita che i “bears” ritengono sempre più costosa e rischiosa da sostenere.