Il via libera del CIPESS al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto ha portato il titolo Webuild a chiudere la seduta del 7 agosto a 4,17 €, in rialzo del 2%. Secondo le stime degli analisti, l’impatto dell’opera potrebbe tradursi in un valore compreso tra 350 e 500 milioni €, con effetti rilevanti sul backlog e sulla redditività della società.
Negli ultimi giorni, il mercato ha puntato i riflettori su titoli legati a grandi opere infrastrutturali, dove le attese sugli sviluppi futuri si intrecciano con le valutazioni tecniche e fondamentali. In questi casi, l’analisi dei target price, delle medie mobili e degli indicatori di momentum si combina con i dati ufficiali forniti dalla società e con le stime delle principali case di investimento. L’obiettivo non è solo valutare la sottovalutazione o sopravvalutazione di un titolo, ma anche comprendere l’impatto strategico di nuovi contratti sul backlog e sui margini operativi.

Il caso Webuild è emblematico: il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria è un progetto di forte visibilità, ma anche complesso dal punto di vista tecnico e normativo. Il via libera del CIPESS rappresenta un passaggio cruciale, anche se l’avvio dei lavori resta subordinato al parere della Corte dei Conti e alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. L’attesa si riflette nelle oscillazioni di borsa e nei commenti degli analisti, che integrano nelle loro stime possibili anticipi, variazioni del book ordini e margini di redditività futuri.
Impatto del Ponte sullo Stretto e prospettive industriali
Secondo Equita Sim, il contratto del Ponte sullo Stretto, dal valore complessivo di 10,6 miliardi €, affidato al consorzio Eurolink (di cui Webuild detiene circa il 60%), potrebbe generare per il gruppo un valore compreso tra 350 e 500 milioni €, pari fino al 12% della capitalizzazione attuale. Kepler Cheuvreux stima un incremento pro-rata dell’11% del backlog, che arriverebbe così a circa 50 miliardi € a fine semestre, con un EBITDA margin a doppia cifra e anticipi tra 500 e 700 milioni € già entro fine 2025. La creazione di valore attesa si colloca tra 200 e 300 milioni €, con possibili benefici di cassa già nel breve periodo.

Il titolo ha reagito positivamente in borsa, spinto dall’ottimismo per un’opera considerata strategica e di lungo periodo. Tuttavia, permangono aspetti legali e tecnici: la società Stretto di Messina ha chiarito che eventuali penali in caso di interruzione non supererebbero il 5% del valore residuo dei lavori, per un massimo di circa 400 milioni €, ridimensionando le stime più pessimistiche. Il progetto esecutivo, basato sul disegno del 2011 con successive modifiche, dovrà comunque affrontare verifiche tecniche e aggiornamenti.
Valutazioni di mercato, analisi tecnica e target degli analisti
Dati di MarketScreener indicano un prezzo obiettivo medio di 4,36 €, con un massimo di 4,60 € (+10,4% rispetto alla chiusura di 4,17 €) e un minimo di 4,10 € (-1,6%). Secondo TipRanks, il titolo mostra un RSI su livelli neutro-positivi e un MACD in territorio favorevole, sostenuto da un momentum crescente. L’analisi settimanale segnala un trend moderatamente stabile, con supporti in area 4,05-4,10 € e resistenze vicine a 4,20-4,25 €.
Sul piano dei fondamentali, i dati pubblicati da Reuters e Investing.com collocano Webuild su multipli in linea con il settore: il P/E è contenuto, il Price/Book riflette l’intensità capital-intensiva del business, mentre il ROE e il ROA risultano coerenti con un profilo industriale ad alto assorbimento di capitale. L’eventuale acquisizione definitiva del contratto, unita agli anticipi stimati tra fine 2025 e inizio 2026, potrebbe migliorare la posizione finanziaria e incrementare la redditività operativa, elementi già considerati nelle proiezioni di Equita Sim e Kepler Cheuvreux.
Il potenziale di Webuild deriverebbe dall’aumento del backlog, dal valore diretto del progetto, dal miglioramento dei margini, dal momentum tecnico favorevole e da stime di consenso rialziste fino a +10,4%.