Azimut ha registrato un mese da record con 2,1 miliardi € di raccolta organica e una valutazione che, secondo più analisti, sarebbe ancora sottovalutata. Il titolo beneficia di fondamentali solidi e segnali tecnici favorevoli, mentre la società aggiorna al rialzo gli obiettivi 2025.
Nel settore del risparmio gestito, Azimut continua a distinguersi per capacità di raccolta, espansione internazionale e redditività. I dati di luglio 2025 evidenziano un’accelerazione importante sul fronte della raccolta netta, con flussi che si traducono in crescita delle masse gestite e obiettivi strategici rivisti. A supporto di queste dinamiche, si evidenzia anche il rafforzamento delle attività nei mercati emergenti, in particolare attraverso l’acquisizione di partecipazioni in realtà locali ad alto potenziale.

Il gruppo, inoltre, prosegue l’integrazione di nuove soluzioni di investimento nei comparti private markets e infrastrutture, segmenti sempre più centrali nella strategia a medio termine. Accanto ai dati operativi, le valutazioni fondamentali e gli indicatori tecnici forniscono elementi utili per inquadrare la posizione attuale del titolo. Il tutto si riflette anche nei giudizi degli analisti, che fissano target differenziati ma coerenti con un possibile scenario di sottovalutazione.
Luglio da record, masse ai massimi e guidance al rialzo
Azimut ha chiuso luglio con una raccolta netta di 2,9 miliardi €, di cui 2,1 miliardi € provenienti da flussi organici. Secondo Bluerating e Citywire, si tratta del miglior risultato mensile nella storia del gruppo. Da inizio anno, la raccolta raggiunge quota 11,9 miliardi €, portando la società a rivedere al rialzo l’obiettivo 2025 a un range tra 28 e 31 miliardi €, come confermato da We-Wealth e Reuters.

Le masse gestite totali hanno toccato i 117,6 miliardi €, con una crescita del 9,4 % rispetto a inizio anno. Nel primo semestre l’utile netto è stato pari a 240 milioni €, mentre quello ricorrente ha raggiunto i 234 milioni €, con un incremento del 18 % rispetto al 2024. Secondo quanto dichiarato dal CEO Alessandro Zambotti, la spinta è arrivata dalla domanda istituzionale e discretionary in Italia, e dal closing positivo del fondo IXC3. All’estero, Azimut ha consolidato la sua presenza con risultati significativi a Monaco, Singapore e con l’acquisizione di una quota in Red Med Capital in Marocco.
Target price, multipli fondamentali e segnali tecnici
Secondo Marketscreener, il prezzo obiettivo medio di Azimut è pari a 30,91 €, con un target massimo di 35,00 € e un minimo di 25,90 €. Con la quotazione attuale attorno a 29,80 €, ciò implica una sottovalutazione di circa il 3,7 % rispetto al target medio, un potenziale del +17,4 % rispetto al massimo, e un margine negativo del ‑13,1 % rispetto al minimo.
Sotto il profilo dei multipli, StockAnalysis e Simply Wall St riportano un P/E trailing pari a 8,7× e un forward a 9,1×, nettamente inferiori alla media settoriale europea. Il price/book è di 2,1× e l’EV/EBITDA oscilla tra 4,4× e 5,4×. Il dividend yield stimato è del 6 %, con payout stabile. Il valore intrinseco stimato è di 34,63 €, implicando una sottovalutazione del 16 % rispetto alle quotazioni attuali.
Dal punto di vista tecnico, il titolo mostra un RSI intorno a 61,8 e un pattern positivo sulle medie mobili, con la 50 giorni (27,79 €) sopra la 200 giorni (25,47 €). Secondo TradingView, il trend settimanale resta impostato al rialzo. Inoltre, Deutsche Bank ha recentemente aggiornato il rating su Azimut a “Buy”, evidenziando il potenziale legato al piano TNB e alla crescita delle masse negli Stati Uniti, che con oltre 50 miliardi $ diventano il secondo mercato del gruppo.