Il prezzo dell’argento ha mostrato debolezza nell’ultima settimana, scivolando intorno a 37 $ per oncia mentre aumentano timori sulla domanda industriale e nuove tariffe commerciali.
L’argento ha vissuto una fase volatile, non riuscendo a seguire il rally dell’oro nonostante un contesto macroeconomico favorevole. Il metallo bianco ha perso circa il 3 % nell’ultima settimana, con il prezzo spot attestato attorno ai 37,10 $. Tra i fattori che hanno inciso sulla dinamica ribassista si segnalano una domanda industriale in calo, in particolare da parte della Cina, e un contesto commerciale globale che si è fatto più incerto a causa delle nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti su importazioni di semiconduttori e componenti high-tech da Corea del Sud, Brasile e Vietnam.

La divergenza rispetto all’oro si riflette nell’aumento del rapporto Gold/Silver, che ha raggiunto quota 89,4 secondo i dati di FXEmpire, indicando una crescente preferenza degli investitori per asset considerati rifugio rispetto a quelli legati alla produzione. Inoltre, la debolezza del renminbi e le incertezze legate alla transizione energetica hanno contribuito ad aumentare la volatilità sui metalli industriali, inclusa l’argento. Tuttavia, alcuni osservatori segnalano che il comparto resti strategico nel medio periodo, grazie all’esposizione all’elettronica, ai veicoli elettrici e al fotovoltaico.
Prezzo attuale, andamento settimanale e derivanti pressioni macro
Secondo fonti come Reuters e FXStreet, il prezzo dell’argento ha aperto la settimana con una leggera pressione ribassista, toccando un minimo intraday a 36,78 $, per poi recuperare parzialmente e chiudere a 37,11 $ venerdì 1° agosto. La perdita settimanale è stata del –2,99 %, con scambi aumentati in corrispondenza della pubblicazione di dati macroeconomici statunitensi sopra le attese, che hanno rafforzato il dollaro. L’indebolimento della domanda cinese è stato citato da MarketWatch come uno dei principali catalizzatori negativi, con un impatto diretto sulla fiducia degli operatori legati alla manifattura e ai semiconduttori.

Il quadro tecnico evidenzia un indebolimento della spinta rialzista osservata a luglio, con l’RSI che torna sotto quota 50 e le medie mobili a 20 e 50 periodi che iniziano ad appiattirsi. FXEmpire individua i principali livelli di supporto a 36,20 $ e 35,50 $, mentre la resistenza più vicina si colloca a 37,80 $. La volatilità implicita resta moderata, ma in rialzo rispetto alla media mensile, con possibilità di ulteriori movimenti direzionali in caso di novità sul fronte geopolitico o valutario.
Visioni degli analisti e prospettive di medio termine
Nel report settimanale di Client Associates, aggiornato al 2 agosto, viene indicato un potenziale di rivalutazione tra il 15 % e il 20 % nei prossimi 12‑24 mesi, supportato da una combinazione di offerta stabile e domanda prevista in ripresa nel comparto green. Secondo BullionVault, la media delle stime per fine 2025 è di 41,18 $, con un massimo di 43,20 $ e un minimo di 36,10 $. Considerando la quotazione attuale di 37,10 $, il metallo risulta sottovalutato del 10,9 % rispetto al prezzo obiettivo medio, con un potenziale di rialzo massimo del 16,4 %.
Tra gli esperti consultati, anche Mitrade segnala l’interesse crescente verso l’argento come hedge alternativo rispetto ai tassi reali in calo, ma avverte che il trend resta fragile nel breve termine. La stagionalità positiva tipica di agosto potrebbe fornire un supporto tecnico, ma molto dipenderà dalle prossime mosse della Federal Reserve e dall’evoluzione dei dati sull’inflazione USA. Gli analisti restano divisi: il 57 % mantiene una raccomandazione “Neutral”, mentre il 29 % propende per un orientamento “Buy” e il restante 14 % per un posizionamento “Underperform”.