Piaggio potrebbe offrire un eccellente 30% di potenziale dopo un semestre tra i peggiori dell’ultimo decennio e il dividendo ridotto

Piaggio chiude il primo semestre 2025 con ricavi in calo del 13,9 % e utile netto giù del 42,2 %. L’acconto sul dividendo scende a 0,04 €, contro gli 0,115 € dello scorso anno. Le incertezze globali e la frenata della domanda nel settore due ruote pesano sul titolo.

Termini come crescita negativa, dividendo in riduzione, utile netto e sottovalutazione tecnica sono tornati centrali nel dibattito finanziario riguardante il comparto automotive. In particolare nel segmento delle due ruote, ha subito forti pressioni legate alla frenata dei consumi in Europa e all’introduzione di nuovi dazi in mercati chiave. In questo contesto, Piaggio, pur mantenendo margini operativi elevati, ha registrato un forte rallentamento dei ricavi e della redditività.

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Piaggio potrebbe offrire un eccellente 30% di potenziale dopo un semestre tra i peggiori dell’ultimo decennio e il dividendo ridotto – crypto.it

Gli investitori osservano con attenzione anche le manovre societarie della holding Omniaholding, controllata dai fratelli Colaninno, che nelle ultime settimane ha rafforzato la propria esposizione in Piaggio e Immsi. Il momento delicato per il settore e la volatilità dei mercati spingono gli operatori a monitorare con attenzione anche il posizionamento competitivo del gruppo, i dati trimestrali futuri e le dinamiche di distribuzione del dividendo atteso. L’attenzione è rivolta anche all’evoluzione della domanda nei paesi emergenti, all’eventuale risposta del management e alle prossime strategie di investimento dei principali azionisti.

Dati finanziari e strategia dei principali azionisti

Nel primo semestre 2025, Piaggio ha registrato un fatturato consolidato pari a 852,5 milioni €, in calo del 13,9 % rispetto allo stesso periodo del 2024. L’utile netto è sceso a 30,1 milioni €, in flessione del 42,2 %. Secondo i dati ufficiali, il margine operativo lordo è stato di 147,1 milioni €, anch’esso in discesa rispetto ai 173 milioni dell’anno precedente. Questo ha avuto un impatto diretto sul dividendo: l’acconto distribuito è stato di soli 0,04 € per azione, contro gli 0,115 € dello scorso anno.

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Dati finanziari e strategia dei principali azionisti – crypto.it

Sul piano strategico, i fratelli Colaninno, attraverso la holding Omniaholding, hanno acquisito 450.000 azioni Piaggio e 10 milioni di azioni Immsi, salendo complessivamente al 30 % del capitale della seconda. Omniaholding ha chiuso il 2024 con un fatturato consolidato in calo da 2 a 1,74 miliardi €, e un utile sceso da 52 a 27 milioni €, con un indebitamento finanziario netto aumentato a 973 milioni €. Il patrimonio netto della holding è salito a 154 milioni €, in parte grazie alla rivalutazione delle partecipazioni.

Valutazioni di mercato, quadro tecnico e dividendo atteso

Consultando i dati di Marketscreener, la quotazione attuale di Piaggio è circa 1,89 €. Il prezzo obiettivo medio indicato dagli analisti è di 2,15 €, con un minimo di 1,90 € e un massimo di 2,45 €. In confronto alla quotazione attuale, il potenziale di rivalutazione risulta compreso tra 0 % e +30 %, con uno scenario centrale di circa +14 %, allineato alla media dei target stimata nel range.

Dal punto di vista tecnico (fonte TipRanks), il titolo mostra un andamento contrastato: il MACD indica un possibile segnale ribassista, mentre l’RSI si trova in una zona neutra, attorno a quota 50. Il prezzo è vicino alla media mobile a 200 giorni, suggerendo un possibile punto di equilibrio tecnico. Il consenso complessivo è “Hold”, in attesa di segnali più chiari da parte del mercato.

Per quanto riguarda il dividendo atteso, il rendimento stimato per il 2025 è intorno al 2,1 %, in calo rispetto alla media quinquennale del 3,4 %. La società ha sempre distribuito il dividendo negli ultimi cinque anni, ma l’importo è variato sensibilmente in funzione dell’utile netto consolidato. L’ultima riduzione evidenzia la volontà di rafforzare la struttura patrimoniale nel medio periodo.

Le prospettive per i prossimi mesi dipenderanno anche dalla tenuta della domanda in Europa e dall’evoluzione dei margini nei mercati internazionali, in particolare in Asia.

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