Nel mondo del collezionismo, i francobolli degli stati preunitari italiani continuano ad attrarre attenzione e valutazioni sorprendenti. Alcuni esemplari toccano cifre record alle aste, fino a 260.000 €.
Chi si avvicina al mondo dei francobolli italiani rari viene spesso attratto da nomi affascinanti come “Aquila Bicipite” o “Testa di Mercurio”, simboli iconici del periodo preunitario. Questi piccoli pezzi di carta raccontano un’Italia frammentata, ancora lontana dall’unificazione, ma già attiva nei suoi primi esperimenti postali. I francobolli del Regno Lombardo-Veneto, in particolare, sono tra i più noti e ricercati, grazie al loro valore storico, artistico e alla tiratura spesso limitata. I collezionisti e gli operatori di mercato seguono con attenzione le variazioni di prezzo, la rarità delle emissioni e la conservazione, che può influenzare in modo significativo la quotazione finale.

Esistono numerose fonti che trattano in modo dettagliato il valore dei francobolli emessi prima dell’Unità d’Italia. Alcune varianti sono rimaste in circolazione per un periodo brevissimo, rendendole oggi autentici tesori numismatici. Ma a dominare il mercato sono soprattutto due serie: la prima emissione ufficiale del Lombardo-Veneto e la successiva stampa destinata ai giornali, la famosa “Testa di Mercurio”.
La serie Aquila Bicipite del 1850: un esordio di valore
La prima emissione del Regno Lombardo-Veneto risale al 1° giugno 1850. Si tratta della celebre serie “Aquila Bicipite”, chiamata così per la presenza dello stemma austriaco a due teste, simbolo del legame con l’Impero Asburgico. La serie include cinque valori facciali ed è oggi tra le più ricercate. Secondo quanto riportato da MoneteRare e dai principali cataloghi specializzati, una serie nuova linguellata ben conservata può valere tra 21.000 € e 23.000 €. Alcuni esemplari particolarmente ben centrati o con colori vivaci sono stati venduti all’asta a oltre 25.000 €, soprattutto se accompagnati da certificati di autenticità.

Il mercato tiene conto di numerosi fattori, tra cui la qualità della gomma, l’assenza di pieghe, l’integrità dei margini e la presenza di errori di stampa o particolarità tipografiche, elementi che possono far lievitare sensibilmente il valore del francobollo.
La Testa di Mercurio del 1851: la serie più preziosa
Un anno dopo, nel 1851, viene emessa un’altra serie destinata ai giornali: la leggendaria “Testa di Mercurio”. Composta da quattro valori, questa emissione è caratterizzata da una stampa senza valore facciale e da una grafica innovativa per l’epoca. I colori principali sono nero, giallo, blu e rosso. A causa della funzione editoriale, questi francobolli venivano spesso distrutti dopo l’uso, rendendo rari gli esemplari sopravvissuti.
Secondo i dati più recenti riportati da fonti come Bolaffi e cataloghi internazionali, una serie nuova linguellata in perfette condizioni può raggiungere un valore superiore a 260.000 €. Anche singoli esemplari usati, se ben conservati, possono superare i 130.000 €. Si tratta quindi della serie filatelica italiana più costosa in assoluto.
La combinazione tra rarità, importanza storica e valore estetico rende la “Testa di Mercurio” un punto di riferimento per i collezionisti più esigenti. In un mercato in continua evoluzione, questi francobolli rappresentano una nicchia sempre viva e monitorata con attenzione dagli operatori più esperti.