Amplifon in caduta libera: −25,4 % in un mese, ma il rimbalzo potrebbe superare il 40 %

Il mese di luglio si è chiuso con un crollo inatteso per Amplifon: il titolo ha perso oltre il 25 %, segnando uno dei peggiori ribassi mensili nella sua storia recente. Il quadro tecnico e fondamentale si è deteriorato visibilmente, attirando l’attenzione di analisti e investitori.

Negli ultimi anni, Amplifon ha mantenuto una posizione di forza nel segmento dei dispositivi acustici, beneficiando di una crescita regolare dei ricavi e dell’espansione internazionale. Tuttavia, la performance recente ha messo in evidenza una fase di debolezza tecnica e di revisione delle attese sugli utili, con ripercussioni immediate sul prezzo del titolo. Nelle ultime settimane, il mercato ha reagito duramente ai risultati del secondo trimestre 2025 e alla revisione al ribasso della guidance annuale.

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Amplifon in caduta libera: −25,4 % in un mese, ma il rimbalzo potrebbe superare il 40 % – crypto.it

Questo ha provocato un’ondata di vendite che ha portato il titolo ai minimi degli ultimi quattro anni. In questo contesto, parole come rendimento deludente, target rivisto e momentum negativo sono entrate nel lessico degli analisti. La pressione ribassista è confermata anche da una combinazione di indicatori tecnici e metriche fondamentali in peggioramento, come si evince chiaramente dagli strumenti di analisi mensile e settimanale.

Un crollo raro nella storia del titolo

Nel solo mese di luglio, Amplifon ha registrato un ribasso pari al −25,4 %, che in alcuni momenti intraday ha superato anche il −27 %. Secondo i dati storici, negli ultimi dieci anni una simile variazione mensile negativa non si era mai verificata. Solo durante la fase pandemica del marzo 2020 si era osservato un ribasso comparabile. Il sell-off è stato innescato dalla revisione al ribasso della guidance per l’anno in corso: i ricavi attesi sono stati ridotti a un incremento del +3 %, mentre il margine operativo è sceso al 23 %, contro attese precedenti superiori al 25 %. A ciò si è aggiunto un utile netto trimestrale in calo del 8,7 % a 147,3 M €, secondo quanto riportato da Reuters.

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Un crollo raro nella storia del titolo – crypto.it

Il mercato ha reagito con forza a queste comunicazioni, interpretandole come segnale di un possibile rallentamento strutturale. Amplifon ha infatti indicato come fattori penalizzanti l’inflazione sanitaria negli Stati Uniti, la concorrenza crescente da parte di operatori digitali e l’aumento dei costi operativi in alcuni mercati europei. Questi elementi, combinati, hanno inciso profondamente sulle prospettive del gruppo.

Indicatori tecnici e fondamentali in allerta

Le analisi tecniche aggiornate su timeframe mensile e settimanale mostrano un consenso netto: “Vendi adesso”. Tutti i principali indicatori tecnici – dalle medie mobili semplici ed esponenziali (da 10 a 200 periodi) fino al MACD, RSI e Momentum – sono orientati in senso ribassista. Sul mensile, 14 su 14 medie mobili danno segnale di vendita. Gli oscillatori confermano: nessun segnale di acquisto, con due “Vendi” e nove “Neutro”. Sul settimanale, lo scenario si aggrava: 17 segnali di vendita, con uno solo di acquisto. Il Relative Strength Index è in area iper-venduto, mentre i livelli di supporto sono stati infranti.

Dal punto di vista dei fondamentali, le valutazioni risultano ancora impegnative. Il Price/Earnings è in contrazione ma resta sopra la media storica, il Price/Book è pari a 5,6x, e il margine di profitto lordo si è ridotto rispetto allo scorso esercizio. Il ritorno sul capitale (ROE) è in discesa, attestandosi intorno al 12 %. Inoltre, il rendimento da dividendo atteso è dell’1,4 %, leggermente superiore alla media quinquennale dell’1,2 %, senza interruzioni nel pagamento annuale. Tuttavia, la sostenibilità di questo rendimento è ora messa in discussione.

Secondo Marketscreener, il prezzo obiettivo medio degli analisti è attualmente di 34,5 €, con un target massimo di 43 € e un minimo di 27 €. Con il titolo scambiato intorno ai 30,2 €, il potenziale di rivalutazione stimato è rispettivamente del +14,2 % rispetto al target medio, del +42,3 % rispetto al target massimo e del −10,7 % rispetto al minimo. I giudizi degli analisti raccolti nell’ultimo mese si sono polarizzati: alcuni hanno abbassato il rating da “Buy” a “Neutral”, mentre altri – come JPMorgan – mantengono una visione di medio termine più stabile.

Il contesto rimane teso e l’evoluzione nei prossimi trimestri sarà determinante per capire se questa fase rappresenti una correzione temporanea o l’inizio di un ciclo meno favorevole.

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