Il fascino senza tempo dei gettoni telefonici conquista collezionisti e appassionati: alcune emissioni storiche valgono centinaia di euro.
Nel mondo del collezionismo, ci sono oggetti che sanno raccontare un’epoca. Tra questi, i gettoni telefonici rappresentano un frammento di storia italiana che oggi assume una nuova veste: da semplice strumento per telefonare a oggetto di culto e valore. Non è raro imbattersi in esemplari con quotazioni interessanti, e le parole valore del gettone, sigle rare, conservazione e collezione dominano le ricerche online.

Il mercato dei gettoni non è uniforme: esistono decine di varianti, alcune prodotte per poche settimane, altre rimaste in circolazione per decenni. Le valutazioni, oggi, tengono conto di dettagli specifici che ne determinano la rarità e l’appetibilità tra gli esperti del settore. Non si tratta solo di antichità, ma di veri e propri oggetti narrativi: ogni gettone telefonico porta con sé un contesto storico, geografico e culturale, rendendo il collezionismo un’esperienza anche emozionale e di ricerca approfondita.
I gettoni più rari e ricercati dai collezionisti
Tra le tipologie più preziose spicca il primo gettone emesso nel 1927 dalla STIPEL: secondo moneterare.net, un esemplare in buone condizioni può valere tra 60 € e 100 €, ma nelle aste specializzate si sono registrate vendite fino a 990 €. Ancora più ricercati i gettoni TIMO del 1928 e TELVE del 1932: il primo ha un valore di mercato fino a 200 €, mentre il secondo può raggiungere 250 €, secondo quanto riportato da fonti come Money.it. Il gettone SET del 1934 è valutato tra i 70 € e i 150 €, mentre la variante TETI del 1935, se completa della scritta “prova”, può valere tra i 20 € e i 200 €.

Una delle caratteristiche più riconoscibili dei gettoni telefonici italiani è il codice numerico inciso su un lato, solitamente in formato AAMM. Alcune combinazioni risultano molto più rare di altre. Tra le sigle più ambite dai collezionisti ci sono la 6504, 7110, 7304, 7412 e 7704, il cui valore può superare anche i 50 €. In particolare, la sigla 7110 ha raggiunto una quotazione massima di 70 € in stato ottimale. Anche gettoni apparentemente comuni come il 7901, 7803, 7706, 8011, 7502 e 7607 presentano valutazioni tra i 10 € e i 30 €, secondo borsaefinanza.it.
Come si valuta un gettone telefonico oggi
Il valore di un gettone telefonico dipende da diversi elementi. Il primo è la rarità della sigla: alcune furono coniate in pochi mesi, altre circolarono per decenni. Un secondo fattore chiave è lo stato di conservazione. I pezzi in condizioni “Fior di Conio” o “Splendido” sono nettamente più apprezzati e valutati. Infine, l’esistenza di errori di conio, come la presenza della scritta “prova” o imperfezioni grafiche, può far aumentare notevolmente il valore.
Non bisogna poi dimenticare l’interesse per i gettoni non convenzionali, come gli ESM privi di logo o con incisioni difettose: secondo gli esperti di borsaefinanza.it, queste varianti possono superare anche i 200 €. Il mercato oggi è molto attivo, con vendite su piattaforme come Subito.it, eBay ed Etsy, ma anche tramite aste organizzate da case come Nomisma e Bolaffi. Chi intende vendere o semplicemente conoscere il valore dei propri gettoni può rivolgersi a cataloghi numismatici aggiornati o a forum dedicati, sempre con un occhio alla quotazione media e alla rarità del pezzo.
In definitiva, l’interesse per i gettoni telefonici rari continua a crescere, alimentato da nostalgia, passione storica e potenziale economico. Alcuni pezzi valgono ancora pochi euro, ma altri potrebbero nascondere un valore ben più alto, purché in condizioni eccellenti.