Perché 90 aziende e diversi Stati avrebbero scelto Bitcoin: i motivi sconvolgenti

Un tempo Bitcoin era un azzardo riservato agli speculatori. Oggi oltre il 30 % del suo supply è detenuto da istituzioni, aziende quotate e governi, trasformandolo in una strategia integrata nel lungo periodo.

L’idea che Bitcoin resti confinato al mondo retail appare superata. Termini come adozione istituzionale, riserva digitale, ETF Bitcoin, diversificazione strategica e treasury aziendale emergono costantemente nelle fonti più autorevoli e specializzate del settore finanziario globale. Il passaggio da allocazioni marginali a stake dedicati indica che l’approccio non è più un doppio gioco, ma una tattica condivisa fra piccoli investitori e attori istituzionali. L’inclusione di Bitcoin nei portafogli di investimento strutturati non è più vista come una provocazione, ma come parte di una strategia bilanciata e finalizzata alla resilienza in contesti economici turbolenti.

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Perché 90 aziende e diversi Stati avrebbero scelto Bitcoin: i motivi sconvolgenti – crypto.it

Non si tratta solo di seguire un trend, ma di cogliere un’evoluzione che riguarda le politiche di gestione patrimoniale, la copertura contro l’inflazione e la ridefinizione delle riserve finanziarie a lungo termine. Il quadro si sta ridefinendo su scala globale, coinvolgendo una rete crescente di banche, fondi pensione, assicurazioni e governi che considerano Bitcoin come componente non più trascurabile del nuovo scenario economico-finanziario.

Oltre 90 aziende quotate detengono Bitcoin nei bilanci

Secondo i dati di BitcoinTreasuries.net aggiornati a luglio 2025, le società pubbliche detengono complessivamente circa 925.000 BTC, pari a oltre il 4,4 % del supply totale. Il valore supera i 109 miliardi $. Tra le principali figurano Strategy (ex MicroStrategy) con oltre 423.000 BTC, seguita da Twenty One Capital, che ha recentemente superato 43.000 BTC grazie ad accordi strategici con Tether e SoftBank.

CoinDesk conferma che più del 30 % del BTC in circolazione è oggi nelle mani di entità centralizzate come ETF, società quotate, exchange regolamentati e stati. Solo nel primo semestre 2025, Twenty One ha aggiunto più di 5.800 BTC alle sue riserve, rafforzando il trend secondo cui Bitcoin è visto come una riserva alternativa.

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Oltre 90 aziende quotate detengono Bitcoin nei bilanci – crypto.it

Secondo Wall Street Journal, molte aziende stanno emettendo obbligazioni per finanziare l’acquisto diretto di BTC, replicando la strategia adottata da Strategy nel 2020. Tuttavia, questo comporta una maggiore esposizione al rischio, spingendo analisti come quelli di EY‑Parthenon a sottolineare la necessità di governance finanziaria più rigorosa.

Integrazione tra uso istituzionale e adozione retail

Un recente report EY‑Parthenon rivela che il 94 % degli investitori istituzionali crede nel valore strategico delle criptovalute e il 68 % ha già una posizione attiva in strumenti come gli ETF Bitcoin. Parallelamente, secondo dati di Coinbase Institutional, alcuni fondi sovrani hanno aumentato le allocazioni in BTC nel secondo trimestre 2025, anche se l’interesse del retail sul mercato spot ha registrato un leggero rallentamento.

CoinShares osserva che le posizioni totali degli ETF su BTC sono scese da 27,4 a 21,2 miliardi $ tra Q4 2024 e Q1 2025, suggerendo una rotazione delle esposizioni. Allo stesso tempo, AInvest sottolinea che la volatilità annualizzata di Bitcoin è scesa del 75 % rispetto al 2022, rendendolo più attraente per chi cerca uno strumento di riserva in un contesto di stagflazione.

Sul piano macro, un ordine esecutivo USA ha istituito una “Strategic Bitcoin Reserve” da circa 200.000 BTC, basata su fondi sequestrati e destinata a sostenere la resilienza finanziaria nazionale. Questo tipo di riserva è monitorata anche da altre economie avanzate che valutano approcci simili.

Il trend di lungo periodo vede Bitcoin progressivamente riconosciuto come componente di portafogli diversificati, sia per privati sia per istituzioni. La convergenza tra uso operativo, treasury aziendale e riserve sovrane sta riscrivendo la narrativa sull’utilità del primo criptoasset mondiale, riducendo la distanza tra percezione speculativa e ruolo strategico nel sistema finanziario globale.

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