L’indicatore più temuto dai gestori: insider vendono 80 volte più di quanto comprano. È il segnale peggiore dal 2022?

Negli ultimi mesi il comportamento degli insider di Wall Street ha riacceso il dibattito su una possibile recessione degli utili. Il rapporto tra vendite e acquisti ha raggiunto livelli estremi, richiamando scenari già visti prima del mercato ribassista del 2022. Molti osservatori leggono in questi segnali un’anticipazione chiara di un cambiamento di fase sui mercati finanziari.

Un numero crescente di analisti e gestori considera oggi l’attività degli insider — ossia le operazioni effettuate da dirigenti e amministratori delle società quotate — uno strumento utile per identificare inversioni nei trend degli utili e dell’economia. L’attenzione verso questi dati è giustificata dalla loro capacità storica di anticipare con una certa precisione i movimenti futuri dei mercati finanziari. Infatti, in più occasioni, pattern ricorrenti di vendita massiva hanno preceduto correzioni significative degli indici azionari o periodi di stagnazione economica.

acquisto vendita gestori
L’indicatore più temuto dai gestori: insider vendono 80 volte più di quanto comprano. È il segnale peggiore dal 2022? – crypto.it

La ragione è semplice: chi guida le aziende ha accesso a informazioni dettagliate, tempestive e privilegiate sullo stato di salute dei conti societari e sulle prospettive operative. Quando questi soggetti iniziano a liquidare consistenti pacchetti azionari, spesso non si tratta di una coincidenza, ma di una valutazione ponderata del contesto economico. E se oggi le vendite superano in maniera netta gli acquisti, alcuni operatori iniziano a chiedersi cosa stiano davvero anticipando e quali criticità potrebbero emergere nei prossimi mesi.

Il segnale lanciato dagli insider preoccupa più di altri indicatori

Secondo Jesse Felder, noto hedge fund manager e analista contrarian, il comportamento degli insider è tra gli elementi più importanti da osservare quando si vuole capire cosa attende i mercati. Nell’ultimo anno, il rapporto vendite/acquisti ha raggiunto punte di 30:1, e nella settimana dal 21 al 27 luglio si è spinto fino a 80:1. In termini pratici, per ogni 1 $ investito dai dirigenti nelle loro stesse società, ben 80 $ venivano incassati attraverso operazioni di vendita. Secondo Felder, che ha parlato di questi dati nel podcast WorthNet, questa dinamica ha spesso anticipato revisioni al ribasso degli utili e fasi di marcata debolezza economica.

buy sell ratio
Il segnale lanciato dagli insider preoccupa più di altri indicatori – crypto.it

Dati simili emergono anche da GuruFocus, che riporta per inizio luglio un Insider Buy/Sell Ratio pari a 0,21, il più basso dal 2020. Anche l’Economic Predictors Index – che misura la performance di settori ciclici come small cap, edilizia e materiali – mostra debolezza, evidenziando come la ripresa vista negli indici sia trainata quasi esclusivamente dai titoli tecnologici a grande capitalizzazione, i cosiddetti “Magnifici Sette”. Questo, secondo Felder, è un chiaro segnale di fragilità della ripresa.

Previsioni ottimistiche a rischio revisione e segnali tecnici contrastanti

Nel primo semestre 2025, il consenso di mercato ha stimato una crescita degli utili per l’S&P 500 pari all’8 %, ma la mancanza di acquisti insider e la prevalenza delle vendite suggeriscono un possibile e imminente cambio di rotta. Rispetto al periodo pre-crisi del 2022, il comportamento attuale degli insider è ancora più cauto: allora, le vendite erano seguite da un aumento degli acquisti su livelli depressi, oggi invece questo pattern non si è ripetuto.

Secondo gli ultimi dati settimanali raccolti da MarketWatch, il rapporto vendite/acquisti resta su valori elevati anche su orizzonte mobile a 13 settimane. Storicamente, un’inversione credibile richiede che il rapporto scenda sotto 10:1, ma ad oggi non si osservano segnali di questo tipo. Il rischio è che le attese positive incorporate nei prezzi dei mercati siano eccessive rispetto a quanto si sta verificando realmente sul campo. Inoltre, la pressione sugli utili potrebbe aumentare a causa di un rallentamento della domanda, inflazione persistente e margini in contrazione.

Anche l’assenza di cluster di acquisti da parte degli insider nelle ultime settimane, segnalata da diverse fonti, indica che i manager non stanno interpretando i recenti ribassi come opportunità. Una lettura coerente con lo scenario delineato da Felder, che prevede una possibile recessione degli utili entro la fine dell’anno, in assenza di segnali di rafforzamento della parte ciclica del mercato. Se così fosse, le attuali valutazioni degli analisti rischierebbero di essere eccessivamente ottimistiche rispetto a un contesto macro ancora fragile.

Gestione cookie