Il prossimo 2 agosto sarà il giorno del pagamento del Bonus Maroni per chi ha scelto il posticipo della pensione.
Le previsioni per il sistema pensionistico italiano non sono rosee. Per questo motivo il Governo cerca di spingere i cittadini a rimanere al lavoro, per evitare il collasso di questo sistema precario dovuto all’aumento del numero dei pensionati eccessivamente superiore rispetto quello dei lavoratori.

L’invecchiamento della popolazione e l’inverno demografico rappresentano una combo letale per il sistema previdenziale italiano. Tra qualche anno ci saranno tantissimi pensionati mentre i lavoratori saranno sempre di meno. Ma chi è che paga le pensioni? Sono proprio i lavoratori, da qui il problema di un possibile collasso del sistema. Il Governo sta cercando di evitare il peggio spingendo gli italiani a rimanere al lavoro il più possibile e favorendo la natalità con incentivi economici per i genitori.
Per raggiungere il primo traguardo a reso alcune misure di pensionamento anticipato meno accessibili negli anni e con più limiti e svantaggi. Un esempio è Opzione Donna, prima aperta a tutte le lavoratrici, oggi solo a caregiver, invalide dal 74% in su e disoccupate/impiegate in un’azienda in stato di crisi. Un secondo esempio è Quota 103 resa meno appetibile introducendo il sistema contributivo per tutti mentre la pensione anticipata contributiva a 64 anni prevede limiti minimi dell’assegno sempre più alti, togliendo la possibilità di pensionamento a tanti lavoratori.
Bonus Maroni per rimanere a lavoro, quando viene pagato
Per incentivare i lavoratori a non andare in pensione il Governo ha istituito il Bonus Maroni, un premio per chi evita di scegliere Quota 103 o la pensione anticipata ordinaria pur avendo maturato i requisiti di accesso. Si tratta di un incentivo al posticipo del pensionamento con pagamento che decorre dal 2 agosto. La misura è prevista dalla Legge di Bilancio 2025 e vale sia per i dipendenti pubblici che privati.

Il Bonus Maroni è un Bonus sullo stipendio di coloro che rimangono a lavorare evitando il pensionamento con 42 anni e 10 mesi di contributi (oppure un anno in meno se donne) oppure a 62 anni di età con 41 anni di contributi. Consiste nell‘esonero dal versamento contributivo dovuto dal dipendente (9,19% della retribuzione) con conseguente aumento dello stipendio netto.
Per chi maturerà i requisiti nel 2025 l’INPS ha previsto un calendario dei pagamenti. L’accredito, nello specifico, si ottiene dal momento in cui scatterebbe la decorrenza della pensione anticipata che è diverso da lavoratore a lavoratore dipendendo dal momento di presentazione della domanda e dalla categoria di lavoratori.
Per i dipendenti privati e autonomi la decorrenza sarà successiva al 2 agosto per trattamenti liquidati dalla Gestione esclusiva dell’AGO oppure al 1° settembre con liquidazione da parte di una Gestione diversa. Per i dipendenti PA la decorrenza sarà successiva al 2 ottobre per trattamenti liquidati dalla Gestione esclusiva dell’AGO e al 1° novembre con liquidazione da parte di una Gestione diversa.