Un oggetto senza tempo che fonde nostalgia, artigianato e potenziale economico: la sedia a dondolo torna a far parlare di sé, non solo per la sua eleganza vintage, ma anche come possibile pezzo da collezione. Tra soffitte dimenticate e valutazioni sorprendenti, riscoprirla potrebbe valere più di quanto si pensi.
C’è qualcosa di evocativo in una sedia a dondolo. Il suono ritmico del legno, il movimento lento, la cura nei dettagli artigianali. Per molti è un ricordo di famiglia, per altri un complemento d’arredo di fascino. Ma c’è di più. Alcune sedie, spesso dimenticate nelle case dei nonni, sono oggi considerate oggetti da collezione con valutazioni anche inaspettate. Eppure, per capirne davvero il valore, è necessario osservare materiali, epoca, stato di conservazione e provenienza.

Chi si imbatte in una sedia a dondolo in legno massello o in vimini intrecciato dovrebbe fermarsi e chiedersi: da dove arriva? Potrebbe trattarsi di un modello Ottocentesco o dei primi del Novecento, magari con elementi torniti o linee Liberty. Stili come quelli mission, shaker o bentwood sono richiesti e apprezzati nel mercato del modernariato. Ma la rarità non è l’unico fattore: contano anche la qualità della fattura, l’autenticità e la storia dell’oggetto.
Quanto vale una sedia a dondolo e perché può sorprendere
Il mercato delle sedie a dondolo antiche ha vissuto negli ultimi anni un rinnovato interesse, in particolare tra collezionisti internazionali. Secondo quanto riportato da Mearto, piattaforma di valutazione per oggetti d’antiquariato, alcuni modelli firmati da Charles Rohlfs possono superare i 12 000 $, mentre sedie mission Stickley si aggirano intorno ai 4 000 $. Più recentemente, un esemplare di Sam Maloof, maestro del design in legno, ha raggiunto quota 80 500 $ all’asta nel 2012. Ma anche sedie senza firma, se ben conservate, possono valere tra 100 $ e 600 $ a seconda delle caratteristiche e del periodo.
Il valore stimato cresce notevolmente se la sedia mantiene i giunti originali, presenta un’identificazione del produttore e mostra segni di patina coerenti con l’età. Le richieste più frequenti riguardano modelli in rovere, noce o con seduta in paglia di Vienna. Nelle aste online si trovano modelli del primo Novecento venduti tra 300 € e 800 €, specialmente se in condizioni pronte all’uso.

Non è raro, d’altra parte, trovare pezzi dimenticati in ambienti domestici. In forum come JustAnswer, utenti raccontano di aver ritrovato vecchie sedie di famiglia e, dopo una perizia, scoperto un valore superiore ai 500 $. Anche nelle case italiane è possibile imbattersi in modelli Liberty o Art Deco conservati dai nonni, magari nascosti in cantina o in una stanza inutilizzata.
Tra ricordi e mercato: dove cercarle e cosa osservare
La possibilità di scoprire tesori dimenticati non è remota. Le sedie a dondolo venivano spesso tramandate come oggetti di uso quotidiano, passando di generazione in generazione. Esistono ancora molti modelli realizzati tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’40 del Novecento in circolazione, anche in Italia. In particolare, le versioni in curvato viennese attribuite a Thonet o le imitazioni successive, presentano un mercato vivace.
Gli esperti consigliano di controllare sempre sotto la seduta alla ricerca di etichette o marchi a fuoco. Un modello numerato o firmato può modificare sensibilmente la stima. Ma attenzione anche alla stabilità della struttura: una sedia a dondolo deve essere solida, equilibrata e senza segni di danni strutturali. Anche eventuali restauri incauti possono ridurre il valore.
Le valutazioni non si fermano solo all’antico: alcuni modelli vintage anni ’60‑’70, soprattutto in stile scandinavo, riscuotono interesse crescente, specie se legati al design nordico. Il mercato, secondo i dati aggregati da Mearto e da The Rocking Chair Company, è oggi più variegato che mai, e abbraccia sia collezionisti sia appassionati d’arredo di qualità. In altre parole, una sedia a dondolo può rappresentare più di un semplice ricordo: può diventare una storia da riscoprire e magari anche una piccola opportunità economica.