Il prezzo dell’oro ha attraversato una settimana complessa, segnata da oscillazioni tecniche, segnali contrastanti sul dollaro e una domanda fisica in rallentamento. Gli analisti mantengono una visione prudente, tra supporti tecnici e attese macroeconomiche.
Chi segue i mercati finanziari sa che l’oro non è solo una materia prima. È rifugio, barometro geopolitico, e riflesso delle attese monetarie. In questi ultimi giorni, la sua traiettoria ha destato l’attenzione degli operatori: gli scambi sull’oro hanno mostrato volatilità marcata, in un contesto globale in cui la stabilità dei mercati resta fragile.
Da una parte, le aspettative di tagli ai tassi da parte della Federal Reserve; dall’altra, un rinnovato ottimismo su accordi commerciali internazionali che sembrano ridurre l’appeal del metallo come “porto sicuro”. L’attenzione è rivolta non solo ai prezzi spot e futures, ma anche alle dinamiche degli ETF sull’oro e alla domanda fisica da parte di mercati chiave come India e Cina.
Nell’ultima settimana l’oro ha oscillato tra 3 422 $ e 3 360 $ per oncia, chiudendo attorno a 3 363,91 $. La debolezza del dollaro USA ha offerto inizialmente un sostegno, ma l’ottimismo sulle relazioni commerciali USA-UE ha spinto al ribasso la domanda riflessiva. Secondo Reuters, le vendite fisiche sono risultate deboli in Asia: in India, ad esempio, i prezzi sono scesi a 98 944 ₹ per 10 grammi, con sconti fino a 15 $ l’oncia per rilanciare gli acquisti.
I trader continuano a osservare le soglie chiave: il supporto tecnico è visto a 3 360 $, mentre la resistenza rimane sui 3 400 $. Alcuni indicatori tecnici mostrano divergenze ribassiste, segnalando cautela per i prossimi movimenti. L’oro in questo momento appare come una materia prima sospesa, fortemente influenzata dalla geopolitica e dalla traiettoria dei tassi USA.
OANDA sottolinea che l’attuale fase riflette prese di profitto, dopo un rally sostenuto. Gli ETF legati all’oro, come GLD e IAU, hanno registrato flussi positivi pari a 179,8 tonnellate dall’inizio dell’anno (+13,1 % rispetto al 2024), indicando che l’interesse degli istituzionali resta elevato. Sul fronte delle aziende minerarie, Newmont Corporation ha superato le attese nel secondo trimestre: utile netto in crescita grazie a un prezzo medio realizzato di 3 320 $ per oncia, nonostante una produzione in calo dell’8 %. Il gruppo ha annunciato un buyback da 3 miliardi $ e ha confermato le guidance 2025. Gli analisti tecnici osservano che il titolo GLD ha formato un doppio massimo, con potenziale correzione verso i 294,86 $, a meno di un catalizzatore macro. Il settore aurifero resta dunque in bilico tra dinamiche di offerta, posizionamenti tecnici e aspettative sulle mosse della Fed, che potrebbero spingere o frenare nuovi acquisti.
La realtà previdenziale italiana sta vivendo un periodo di attesa carico di interrogativi. Per ora,…
Il prezzo del cacao continua a sorprendere i mercati: superati nuovamente gli 8.000 $ per…
Quanto prende davvero un invalido con l’Assegno di Inclusione 2025? La domanda non riguarda soltanto…
Avio torna sotto i riflettori di Piazza Affari grazie a un nuovo ordine strategico e…
Con il Decreto sulla conservazione del posto di lavoro si aiutano alcuni cittadini ad affrontare…
Con un balzo settimanale superiore al +15 %, doValue si distingue tra le midcap di Piazza…